Come affronta una collana storica come Segretissimo il cambiamento del mondo dopo l’11 settembre senza però rinunciare ai capisaldi dello spionaggio che generazioni di lettori hanno tanto amato? Da un lato ci sono lettori che chiedono maggiore “modernità”, dall’altra un personaggio classicissimo come il SAS Malco Linge è ancora più che apprezzato: come mettere d’accordo queste due tendenze apparentemente conflittuali?

Ne abbiamo parlato con Stefano Di Marino (prolifico autore nella collana nonché suo lettore appassionato) e Franco Forte (autore e lettore anche lui ma, da qualche mese, anche editor), che hanno risposto ad un’intervista doppia per capire la strada da percorrere.

«Il segreto tutto sommato è semplice, - ci dice Franco Forte, - e segue una legge d’oro dell’editoria: diamo al pubblico ciò che vuole. Io sono fra quelli che credono che sia inutile (e difficile) guidare le masse, proporre loro cambiamenti o nuove direzioni da seguire. Penso che i lettori sappiano perfettamente ciò che vogliono, e quindi una collana letteraria dovrebbe cercare il più possibile di sfornare i piatti richiesti dal cliente.»

«L’intreccio, la passione, il tradimento, il buono, la bella e il cattivo funzionano sempre - ci dice Di Marino. - Si chiama narrativa di evasione per questo. Io credo che la spy story sia figlia dell’hard boiled alla Mike Hammer. Solo che ci si aggiunge un pizzico di esotismo e politica in più. Tenendo conto di come è cambiato il mondo credo che valga la pena di considerare anche delle storie con un po’ di glamour, che portino il lettore in luoghi lontani, con personaggi larger than life. Se il ritmo e l’intreccio funzionano, perché no?»

Per leggere l’intervista completa, ecco il link: rubriche/11549