Primo capitolo del romanzo Celtique. Mariani il passato ritorna di Maria Masella, per gentile concessione di Fratelli Frilli Editori (ISBN 9788875637866).

CAPITOLO 1

Lunedì mattina

Quello che sto facendo non ha senso. Sprecare una mezza giornata di riposo, nei primi di giugno, per salire fin quassù e per cosa?

Per “qualcosa” che era stato messo nella cassetta della posta di mia madre. Mi aveva chiamato ieri pomeriggio e le sue telefonate sono così rare che avevo temuto per lei.

Doveva averlo intuito perché aveva esordito dicendo: – Sto bene, Nino.

Ero stato più brusco di quanto avrei voluto: – Cosa c’è?

Ho trovato un pacchetto nella cassetta della posta. Strano.

Mi ero già rilassato ed ero diventato di colpo vigile, più passano gli anni più divento ansioso, non per me ma per le mie donne. – Non aprirlo, ma’.

– L’ho già aperto, era nella mia cassetta, indirizzato a Signora Mariani.

– Poteva essere pericoloso.

Non la vedevo ma avevo immaginato la sua alzata di spalle nel tono con cui mi aveva risposto. – Pericoloso? Da quando sono diventata paurosa, secondo te?

– Scusa, ma’. Con il mio lavoro...

– Non mi piace avere un figlio poliziotto, Nino, ancor meno che mi impedisca di vivere come ho sempre fatto.

Avevo tirato un lungo respiro per riacquistare la calma.

Poi: – Mi hai detto strano. In che senso?

– Dentro c’era soltanto un pacchetto di sigarette, vuoto, ben piegato. Celtique. Le fumavi.

Vero: aveva parlato al passato perché non le vendono più.

– Un pacchetto vecchio. Ho pensato di avvisarti. Appena l’ho visto non ho più toccato niente.

– Vengo.

Ero andato da lei, attraversando mezza città, ingorgata per la bella giornata che sapeva già d’estate e portava tanti genovesi in giro. Gli altri stavano uscendo dallo stadio e intasavano la zona Brignole, passaggio obbligato per spostarmi da casa mia, a Quinto, ai Corsi. Dove avevo fatto altra coda dietro al bus.

Mia madre aveva lasciato la busta sul tavolo di cucina, dove l’aveva aperta.

Il pacchetto ben lisciato per renderlo piatto era accanto. Proprio le mie solite Celtique. Che il mittente doveva aver conservato per anni.

– Ma non hai notato che non c’era francobollo?

– Senti, Nino, se trovo una busta indirizzata a me non vado tanto per il sottile, la apro e stop. Anche l’amministratrice le manda con la sua impiegata per risparmiare.

Ho rinunciato da anni a far ragionare mia madre, che ragiona benissimo, del resto, ma seguendo la logica che l’ha guidata per tutta la vita.

Avevo tolto dalla tasca una busta di plastica, un guanto e avevo provveduto.

– Cosa fai?

– Ci darò un’occhiata, con calma.

– Puoi anche farlo qui. Non ti disturberò.

– Non è il caso. Se ricevi telefonate o messaggi di altro tipo, avvisami e, soprattutto, sii prudente.

– Ti avviserò.

Sulla prudenza aveva sorvolato. Non le piace mentire, ma neppure che limitino la sua libertà; così ha adottato il sistema di rispondere soltanto quando e come le gusta.

A casa avevo riaperto la busta di plastica e controllato con calma il contenuto.

Comune busta bianca, 20 per 15, acquistabile ovunque. Il nome della destinataria, SIGNORA MARIANI, era stato scritto con una stampante.

Più interessante era stato il pacchetto di sigarette, anzi quello che ne era stato conservato: soltanto l’involucro esterno.

Usando una pinza l’avevo girato e finalmente avevo avuto la certezza su chi l’aveva spedito o, almeno, l’aveva fatto spedire.

Sotto la scritta CELTIQUE, nella parola CAPORAL, più in piccolo, la P era stata cerchiata.

E, nel caso fossi stato di testa dura, la I di CELTIQUE era stata rinforzata diventando I: Primo.

Soltanto una persona mi aveva chiamato Celtique e mentre indagavo sull’omicidio di Primo [Vedi Maria Masella, Primo, Fratelli Frilli Editori, 2008].

Mannini Luigi.

Ci eravamo incontrati al Porto Antico, a caso risolto, era rimasto senza sigarette, io ne avevo due, ne avevo accesa una e gli avevo porto il pacchetto. Scommetterei che mi ha rispedito proprio quello.

Ora sono qui, sulle alture di Sampierdarena. Lo sguardo spazia fino al mare e, con un po’ di pratica, si dimentica il cimitero alle spalle e la speculazione edilizia che ha stravolto le colline.