Diego Di Dio è l'autore di Fore Morra, romanzo thriller uscito per i tipi della Fanucci Editore, collana Timecrime. Dalla quarta di copertina: “Alisa e Buba sono due sicari. Entrambi sono professionali, spietati, ben noti nell'ambiente. Lavorano insieme, ma non potrebbero essere più diversi. Buba è un uomo possente, maniacale, una perfetta macchina di morte dal passato ambiguo e oscuro. Alisa è una sopravvissuta. Si porta dietro il fardello di un'infanzia trascorsa tra violenze e angherie, tra abusi e povertà: è cresciuta ai margini di una società feroce e impietosa. Quando viene commissionato loro l'omicidio di un piccolo camorrista, scoprono che si tratta di una trappola architettata da un uomo potente e determinato, chiamato “il boss”, e di cui si sa una cosa sola: il suo obiettivo è catturare Alisa, catturarla viva. Andando a ritroso nella memoria, esplorando i tormenti e le violenze subite nella sua vita, Alisa dovrà capire chi si nasconda dietro la grande macchinazione congegnata ai suoi danni. Lei e Buba dovranno addentrarsi tra i quartieri di Napoli e negli antri bui della mente umana, per scoprire quanto profondo e devastante possa essere l'odio di un uomo tradito.” 

La prima cosa che balza agli occhi del lettore in questo intenso romanzo, a ben pensarci, è l'assenza dei “buoni”. In genere ogni romanzo, infatti, racchiude dentro di sé un contrasto: un protagonista e un antagonista che, attraverso diverse vicissitudini, prima o poi si ritroveranno uno di fronte all'altro nello “scontro finale”, e dove l'epilogo potrà essere più o meno positivo o negativo. Ecco, di solito, a scontrarsi sono le forze del bene contro quelle del male: in un thriller, l'assassino o una cosca malavitosa, contro l'ispettore o le forze dell'ordine in genere. Qui invece abbiamo due sicari, ed in particolar modo la figura femminile di Alisa, e la camorra. Certo, l'autore è estremamente abile a mostrarci l'anima di questa donna, il suo carattere, costituitosi e fortificatosi a seguito di numerose angherie e violenze subite fin da bambina, in modo quasi da giustificare la sua attuale “professione” di sicario. E tuttavia stiamo pur sempre parlando di un'assassina, oltretutto a pagamento, quindi forse ancora peggiore di un assassino “normale” che miete le proprie vittime spinto da un desiderio, da una pulsione – per quanto malata – interiore. E per quanto questa nuvola oscura di male ricopra per intero la vita e le azioni di Alisa (e del suo compare), il lettore non può che entrare quasi in comunione con questa protagonista, giustificando quindi le sue terribili azioni, arrivando addirittura a provare il suo stesso odio, la sua stessa tristezza, e le sue – scarse – scintille di felicità.L'autore ha costruito questo romanzo su due piani di narrazione, entrambi dal punto di vista di Alisa: il primo dove troviamo la sua infanzia e adolescenza, utilizzando il passato remoto come tempo di narrazione; mentre nel secondo lo svolgersi attuale delle vicende, utilizzando proprio il tempo presente, in modo da dare ancora più dinamicità alle già di per sé adrenaliniche scene che si susseguono una dietro l'altra senza sosta. Il risultato complessivo è che difficilmente si riesce a staccare gli occhi dalla lettura, perché ad ogni pagina veniamo a conoscere un po' meglio il carattere di Alisa e la sua storia, ma il tutto è calibrato al millimetro, inducendo continuamente il lettore a chiedersi “perché sta succedendo questo?”I dialoghi sono serrati, mai banali, infarciti di quel po' di dialetto napoletano che certamente non guasta, perché anzi caratterizza ancora meglio in poche battute i personaggi. Ed è attraverso essi, infatti, che “viviamo” quella parte di Napoli corrotta, senza pietà, dove la tua morte può essere la mia vita, ed ogni accordo, se non ti guardi le spalle, può lasciare il tempo che trova prima di quanto ti immagini, costringendoti continuamente a vivere sul filo del rasoio. Ed è questa la vita che Alisa e Buba hanno scelto di vivere, e conoscendo la loro storia personale – in special modo quella di Alisa – quasi “costretti” a viverla in questo modo. In ultima analisi, in questo romanzo sembrano non esserci né buoni né cattivi, nel senso più definitivo delle parole, quanto un enorme miscuglio di persone spietate, senza una morale, che sfruttano o che sono contrapposte ad altre disposte a tutto pur di sopravvivere in una terra che assomiglia molto a un leggendario Far West, abbandonata dalla legge e da Dio. Diego Di Dio sa scuotere il lettore dal profondo, regalandoci una storia impeccabile, perfettamente riuscita, che non può lasciare indifferenti. Fore Morra è un romanzo che fa riflettere su quanto possa essere oscuro e terribile l'agire umano, e al contempo quanto possano essere forti e determinanti un sorriso e un abbraccio per cambiare la vita di una persona.