Dopo il suo esordio del 2011 (ma in realtà risalente a tempo prima, come vedremo), Massimiliano Colombo è entrato di prepotenza nel novero dei grandi autori italiani di romanzi storici.

Il recente Il vessillo di porpora (Piemme 2011) replica il successo ottenuto da La legione degli immortali (Piemme 2011) e c’è da ben sperare che l’autore - «esperto di storia antica e cose militari», come recita il sito di Piemme - ha in serbo per noi altri grandi romanzi storici.

L’abbiamo incontrato per conoscerlo meglio.

             

Mi è sembrato di capire che “Il vessillo di porpora” è stato un romanzo dalla lavorazione travagliata: vuoi parlarcene?

Il vessillo di porpora è stato scritto in un momento di grande voglia di affermazione ma soprattutto di rabbia.

Ero reduce da un’estenuante ricerca di un editore per il mio primo libro che nessuno voleva pubblicare e che poi è stato alla fine autoprodotto. A quei tempi, quello che poi è diventato La legione degli immortali ancora si chiamava con il titolo che gli avevo dato io: L’Aquilifero. Un libro che, a dispetto del silenzio di tutti gli editori contattati e delle poche copie stampate, aveva riscosso grande entusiasmo di pubblico. Pensate poi che lo stesso libro, nelle mani di un editore di alto livello come Piemme è diventato un bestseller.

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