Pubblicata nel 1998 sul secondo numero della serie I Grandi Comici del Fumetto della Sergio Bonelli Editore, volumetti interamente a colori stampati su carta lucida e pesante che portano le firme di autori che hanno fatto la storia della letteratura disegnata umoristica italiana e che tra il 1997 e il 2000 sono usciti a cadenza annuale, La Città è una storia un po’ anomala.

Quest’opera, composta da quattro episodi che si intrecciano tra loro accomunati dall’ambientazione metropolitana, è particolarmente interessante per la strana coppia di autori che propone.

È infatti il frutto dell’incontro della penna di Franco Bonvicini, in arte Bonvi, con le matite e gli inchiostri di Giorgio Cavazzano.

Questi due artisti, che per gli appassionati di fumetti non hanno certo bisogno di presentazioni, hanno architettato un albo, introdotto da una breve comparsata di Martin Mystère, con cui si sono inoltrati nel cuore di New York per portare alla luce vicende buffe, bizzarre e anche poetiche vissute dai suoi abitanti, eventi ai confini della realtà nascosti dietro la patina della routine quotidiana.

Nel corso delle storie si incontrano personaggi, apparentemente normali, come: poliziotti, ragionieri, barboni e ragazzi alle prese con avvenimenti che solo ad uno sguardo attento si rivelano particolari e bizzarri.

La città è un misto di follia e genialità come se ne vedono ben pochi nel fumetto italiano.

La sceneggiatura di Bonvi, al secolo Franco Bonvicini, è stupefacente e presenta continui richiami ad opere letterarie e cinematografiche.

L’autore, conosciuto per il suo gusto dissacrante e per le trame ricche di non-sense, viene in questo contesto riscoperto anche come maestro di testi di storie realistiche.

I suoi personaggi, ben caratterizzati psicologicamente, incarnano vizi e virtù che sono anche nostri, in una serie di tipi solo apparentemente fuori dal mondo.

I dialoghi sono intelligenti, ragionati ed ironici e c’è uno studio del gergo individuale molto divertente.

I disegni di Giorgio Cavazzano, qui al lavoro senza le restrizioni dovute al pubblico prevalentemente di ragazzi cui di solito sono rivolti i suoi fumetti, ricreano situazioni ed ambienti più adulti in cui si muovono figure grottesche dinamiche e intense efficacemente realizzate con pochissimi tratti.

Da segnalare infine la prefazione curata da Alfredo Castelli e l’introduzione di Sergio Bonelli, dedicate entrambe a Bonvi morto, prima della pubblicazione dell’albo, in seguito ad un incidente stradale.

Se proprio vogliamo trovare un neo per questo volume, possiamo affermare che il prezzo è un po’ più alto di quello dei soliti prodotti targati Bonelli.

Nonostante ciò, per la bellezza delle storie e per qualità della confezione l’acquisto dell’albo è caldamente consigliato.