Questo è il mistero che aleggia intorno alla nascita di Giovanni o Giovanni Mane o Ivan Mane.  Nato nel 1747 e morto, questo è certo, a San Pietroburgo  il 23 novembre 1804,  della adolescenza dell’ illustre virtuoso di violino e compositore, poco è dato sapere.  Secondo l’opinione vecchia e nuova di accreditati musicologi, che però non mi convince affatto, Jarnovic discendeva da una famiglia croata, ma fu battezzato a Palermo nel 1747.

Il cognome avrebbe avuto, per come fu scritto, una trentina di mutazioni, perciò anche “Ivan Mane Jarnovic” potrebbe essere l’ultima delle stesse. Così appare, infatti, nelle odierne enciclopedie croate.

Io ritengo, invece, che Giovanni Giornovichi  nacque  con questo cognome a Ragusa di Dalmazia, come il celebre padre gesuita Ruggero Boscovich, che fu eminente astronomo, fisico, matematico, filosofo, diplomatico e poeta (morì a Milano nel 1787) e che oggi i croati fanno passare per “Ruder Boskovic”, come fosse stato un loro concittadino (sic!); del resto non c’è da stupirsi.  Anche Marco Polo, per loro, era croato …

Quindi, Giornovichi e non Jarnovic o Jarnovick  o, peggio ancora, Jarnovichi.

Dopo avere studiato con il bergamasco Antonio Lolli (anche lui morto a Palermo due anni prima di Giornovichi e cioè nel 1802) e stupito per la sua bravura persino Joseph Haydn, il Raguseo si trasferì a Parigi, dove conseguì il suo primo grande successo nel 1773 al  Concert Spirituel, continuando poi l’attività concertistica.

Nel 1777 entrò a fare parte dell’orchestra di Carl Rohan-Guéménée, Principe di Soubise  (la famosa salsa bianca a base di cipolle prende nome da lui),  dove rimase sino al 1779, quando fu costretto a lasciare la capitale francese per la sua cattiva condotta.

Nello stesso anno fu nominato Konzertmeister di Federico Guglielmo II di Prussia, ma poco dopo dovette dimettersi per contrasti sorti con il violoncellista Jean-Pierre Duport, detto l’ ainé, futuro amico di Beethoven che gli dedicò le 2 sonate op. 5  e di Mozart, che si ispirò a un suo minuetto per il tema delle 9 variazioni per pianoforte K. 573.

Nel 1782 intraprese una lunga serie di concerti che lo portarono in Polonia, in Scandinavia, in Germania, in Austria, in Russia. 

Qui fu primo violino dell’orchestra di Caterina II di Russia, alla corte di Pietroburgo,  ed è probabile che vi abbia rincontrato il Lolli.

Giornovichi si trasferì a Vienna dove, nel 1786, suonò anche con Mozart. Poi tornò in Russia, precisamente a Mosca, quindi a Londra.

Qui, nella duplice veste di solista e direttore d’orchestra, trionfò alla grande.  Ma contrasti con Giovanni Battista Viotti e con J.B. Cramer lo costrinsero a tornare in continente.

Visse gli ultimi anni ad Amburgo, a Berlino  e a San Pietroburgo, dove si spense.

Valente didatta, ebbe fra gli allievi  George Augustus Polgreen Bridgetower, violinista mulatto, figlio di una polacca e di un abissino, soprannominato a Londra ‘Il Principe abissino’, resosi celebre per avere sonato con Beethoven a Vienna La Sonata a Kreutzer op. 47, entusiasmando il pubblico;  il viennese Franz Joseph Clement, che fu per anni direttore del Teatro An-der-Wien e che, nonostante fosse uno dei più celebri violinisti del suo tempo, morì in miseria.

Giovanni Giornovichi compose l’opera comica “Abroad and at Home”, in collaborazione con André Grétry, rappresentata a Londra nel 1796.  Ventidue Concerti per Violino, alcune sinfonie; diversi quartetti per Archi, duetti per 2 violini (op. 2, 3, 16 e 24) e per violoncello; un Rondeau per 3 violini e viola; sonate, fantasie, variazioni.

La sua vita ispirò la novella “Jarnowick” allo scrittore  Desnoisterres, che fu pubblicata nel 1844.