Nella premessa al saggio la studiosa indaga, attraverso le fonti, il momento in cui nella civiltà greca il principio della differenza fra generi si tradusse nel concetto di inferiorità delle donne rispetto agli uomini.  Le fonti a cui attinge sono letterarie, filosofiche e gli scritti di medicina racchiusi nel Corpus Hippocraticum.

Individua nel mito di Pandora, la prima donna che fu mandata dagli dei sulla terra per punire Prometeo, reo di aver rubato il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, la prima traccia dell’idea di inferiorità della “razza maledetta”. Con il mito i greci rispondono anche all’interrogativo sul ruolo del corpo della donna nella generazione dei figli. Più volte Zeus riesce a procreare appropriandosi del feto custodito nel corpo delle sue amanti e trasferendolo nel proprio.  Nascono così Dioniso e Atena.

Fuori dal mito, rimaneva il mistero della procreazione. I medici, non potendo dissezionare i corpi, cercarono di dare risposte a seconda di quello che vedevano esternamente. Curiosa la denominazione delle malattie femminili che portavano alla follia, se la donna non si sposava entro la pubertà, e la teoria degli uteri vaganti all’interno del corpo. I filosofi delle varie scuole si chiedevano in quale modo la donna contribuisse alla riproduzione e quale fossero le virtù femminili richieste e condivise dalla società del IV secolo avanti Cristo. Cantarella passa ad esaminare le discriminazioni sociali e giuridiche del genere femminile nel regime matrimoniale e nelle sue derivazioni principali, quali il regime patrimoniale ed ereditario. Interessante il capitolo dedicato alle leggi che puniscono l’adulterio che era punito soltanto se l’adultera era la moglie o la concubina perché costituiva un attentato all’onore della famiglia che l’uomo doveva custodire. Nel V secolo a.C. in Atene si istituisce per la prima volta il delitto di onore come eccezione al divieto dell’omicidio, vera rivoluzione giuridica perché fino a quel momento l’omicidio non soltanto era ammesso ma anche incoraggiato, sempre in difesa della rispettabilità sociale della casata. Quello del delitto d’onore è un istituto giuridico che ha avuto una grande longevità, considerando che attraverso il diritto romano e le successive codificazioni si è perpetuato fin quasi ai giorni nostri.

Interessante il capitolo sulla strana monogamia dell’uomo greco maturo, che in realtà poteva avere relazioni con tre donne contemporaneamente (la moglie, la concubina e l’etera) e con giovanissimi uomini.

Cantarella conclude il saggio con una considerazione. Insieme alla filosofia, all’arte e alla letteratura che il mondo greco ha trasmesso a quello moderno occidentale, l’eredità di quell’antica civiltà sulla diversità sessuale di tipo naturalistico e di conseguenza sulla inferiorità del sesso femminile, è giunta fino a oggi con tutto il suo carico di pregiudizi ancora in parte radicati.