Raccontaci un po’ di cosa parla questa tua nuova opera.

Pandora, Ricordanza è uno scorcio sul mondo di Sibilla, una terra autoproclamatasi provincia autonoma per secessione e governata da una dittatura televisiva che reifica i corpi delle donne e vieta loro di parlare in pubblico. Piuttosto che concentrarsi sul dittatore Devius o sul suo braccio destro Gemini, dottore che conduce misteriosi esperimenti in laboratorio, il racconto ci mostra le cose dal punto di vista di Pandora, una ragazza che riesce a fuggire da scuola, dove si impara soltanto a spogliarsi per essere ingaggiate in uno dei tanti programmi televisivi. Grazie a una speciale capacità di diventare invisibile, Pandora si rifugia in una comunità di sole donne edificata dal gruppo Città Libera e chiamata La Foresta delle Idee: qui impara che un altro mondo, dove le donne sono libere di pensare, parlare e unirsi fra loro, è possibile. Attraversando diversi piani temporali, veniamo a scoprire in che modo le donne che hanno rifiutato la dittatura e il controllo sui corpi siano giunte nella foresta, cosa hanno dovuto affrontare, e quale vita sono riuscite a creare grazie all’utilizzo di tecniche di meditazione e immortalità taoiste, pratiche filosofiche e femministe, taiqiquan e lotta armata.

Quale messaggio intendi dare con la tua scrittura?

Il mio intento quando scrivo è quello di creare un universo potenzialmente rivoluzionario, o comunque eccentrico rispetto al centro del potere decisionale e politico. In questo universo parallelo, le persone discriminate e collocate in posizione marginale per via del genere, dell’etnia, dell’orientamento sessuale, della cultura o spiritualità di appartenenza, possono dar corpo alla molteplicità delle proprie voci per costruire nuove verità e nuove visioni, finalmente libere dal dominio e dall’oppressione.

Si dice (e si scrive) spesso che il mondo contemporaneo e le sue numerose storture rendano il futuro molto incerto, se non impossibile: credi che la letteratura possa creare uno spiraglio di luce da percorrere con convinzione, nonostante i tempi di oscurantismo che stiamo vivendo?

Ne sono convinta. Per chi scrive, la letteratura è sempre un modo per creare i mondi futuri, o indovinarne percorsi sempre nuovi analizzando il presente e il passato, o riscrivendoli in modo più aperto ma anche più critico, che non cancelli le voci divergenti o gli sguardi diversi, ma anzi li renda visibili, tangibili, irrinunciabili. In un mondo fatto di fake news, hate speech, e continuo revisionismo non solo della storia passata ma dell’intera civiltà umana, compreso l’instante presente corrotto in volgare chiacchiericcio e polemica sterile, coltivare ed esercitare il proprio spirito critico è necessario e vitale, per non soccombere all’ignoranza e all’oblio. Credo che scrivere sia sempre in qualche modo un dire e un fare politica, uno sperare nell’utopia del possibile. Per chi scrive fantascienza in particolare, penso sia un modo di “inventare il futuro”, per dirla con Nick Srnicek e Alex Williams.

Per te la fantascienza è più utopia o distopia?

Credo che, come accade per il fantasy, il dark o il fantastico (altri generi che mi diletto a esplorare nella scrittura, insieme alla poesia), la fantascienza possa fornire gli strumenti sia per criticare il presente virandolo a dittatura senza via di scampo, sia dandone una visione dove tutto diventa di nuovo possibile. Di solito, quando scrivo creo delle commistioni fra distopia e utopia, perché rappresentano entrambe un modo possibile di sentire il reale ed insieme di scavalcarlo. Amo molto leggere opere distopiche, perché scavano in solchi già presenti nel mondo, ma spesso ignorati dagli sguardi superficiali. Una delle mie opere preferite, Swastika Night di Katharine Burdekin (a cui l’universo di Pandora, Ricordanza è in parte ispirato), metteva in guardia ben 11 anni prima di 1984 di Orwell contro le derive dell’idolatria totalitarista e del controllo assoluto sulla mente e sul corpo, significativamente dandone una lettura politica femminista che è totalmente assente dal libro di Orwell (e forse per questo non è diventato il classico che 1984 è invece oggi). Ma anche un romanzo come Herland di Charlotte Perkins Gilman, che narra la straordinaria avventura di tre uomini in visita presso una terra abitata da sole donne felici di vivere come sono, è in grado di sprigionare tutta la carica sovversiva che un pensiero femminista può avere in un dato periodo storico, dimostrando come l’utopia possa, e debba essere, uno strumento altrettanto valido della distopia per analizzare il presente e dare indicazioni possibili sul futuro. Infine, vorrei citare un classico della fantascienza femminista, The Female Man di Joanna Russ, dove i continui salti temporali da un universo all’altro, da una protagonista femminile all’altra, creano un perfetto equilibrio fra i due generi. Penso che l’utopia sia il fine ultimo di ogni creazione artistica che voglia anche essere politica, e la distopia lo strumento, spesso doloroso, per arrivarci.

Ci sarà un seguito di Pandora, Ricordanza, oppure stai lavorando ad altri progetti?

Attualmente sono in procinto di finire la prima stesura del mio secondo romanzo in inglese The Tempest Awakes, un dark fantasy che è anche il volume 2 di una trilogia inspirata a La Tempesta di Shakespeare (il primo volume, My Heart is The Tempest, è uscito nel 2021). Una volta finito questo lavoro, conto di occuparmi della versione in inglese di un romanzo fantastico con venature horror che ho scritto in italiano undici anni fa, Fiori nell’ombra: uso volutamente la parola “versione”, perché non si tratta di una mera traduzione, ma di una riscrittura vera e propria. Per quel che riguarda Pandora, in realtà le sue avventure fanno già parte di un universo più ampio, un romanzo vero e proprio narrato da più voci con un linguaggio a tratti poetico, a tratti filosofico e mistico, il tutto all’interno di una cornice scifi in bilico fra il distopico e l’utopico. Spero di poterlo vedere pubblicato in futuro, ma nel frattempo sono felicissima di poter condividere il mondo della foresta da me creato sia con lettorə dagli interessi fantascientifici che con chiunque altrə. Spero che quanto ho scritto dia spunti di riflessione e suggerisca uno sguardo diverso allo stare al mondo.