Si avvicina sempre di più il duecentesimo numero del SAS del compianto Gérard de Villiers: questo mese in edicola arriva intanto l’inedito numero 197, I fantasmi di Lockerbie (Les fantômes de Lockerbie, 2013), Segretissimo SAS n. 79.

Dalla quarta di copertina:

Suonare il campanello di un appartamento a Beirut può essere pericoloso. Soprattutto se l’uomo che ci abita, in incognito, non è uno qualunque: Shukri el-Jallah, il libico che alcuni vorrebbero morto perché non parli e che altri vorrebbero vivo per farlo parlare. Che cosa lo rende tanto ricercato? Il fatto che possieda la documentazione di tutti gli attentati finanziati dal regime del defunto Gheddafi. Come quello al Boeing 747 in volo da Londra a New York, esploso il 21 dicembre 1988 sul villaggio di Lockerbie, in Scozia, con 270 persone a bordo. La CIA ha fondati motivi per ritenere che l’atto terroristico, pur organizzato in Libia, fosse stato concepito altrove, e nessuno meglio di El-Jallah potrebbe confermarlo. Ma se il dito sul campanello appartiene a Malko Linge, la faccenda potrebbe rivelarsi più pericolosa per chi sta dietro quella porta. A lui non piace dover attendere su un pianerottolo, così come non gradisce vedersi puntare addosso una pistola. Parecchie cose non vanno a genio, al Principe delle Spie. Che ha il brutto vizio di reagire molto male.

Ecco l’incipit:

Il suono del campanello gli arrivò attutito dal pesante battente di mogano dell’unica porta che dava sul pianerottolo. Malko aspettò, tendendo l’orecchio. Neppure il minimo rumore. L’appartamento era situato all’ultimo piano di un palazzo moderno in riva al mare, in avenue Kafr el-Dinh, subito prima dell’enorme moschea dalla cupola azzurra costruita dal defunto Rafiq al-Hariri in Place des Martyrs, quella che un tempo era Place des Canons.

Malko non aveva incontrato nessuno dopo aver lasciato la macchina a nolo nel parcheggio all’aperto accanto alla moschea. Quando aveva composto sul citofono il codice che gli aveva fornito Mitt Rawley, responsabile della stazione CIA di Beirut, il portone del lussuoso immobile si era aperto senza difficoltà.

Nessun custode nell’atrio. Solo marmo e grandi specchi. Sembrava di essere nel castello della Bella Addormentata.

Malko suonò di nuovo il campanello, senza miglior risultato.

Appoggiò l’orecchio alla porta: nulla.

Irritato, premette ininterrottamente sul campanello. Non potevano non sentirlo. O non c’era nessuno, o non volevano aprire. Prese il cellulare e chiamò Rawley.

— È sicuro che sia in casa? — domandò quando l’americano rispose.

— Certo. Praticamente non esce mai. Insista. Quello stronzo si è rintanato: dev’essere morto di paura.

— Non posso mica buttare giù la porta… — obiettò Malko.

— Insista! Vedrà che alla fine apre.

— Lei è un inguaribile ottimista...

Per conoscere TUTTE le avventure di SAS apparse in Italia, si rimanda agli Archivi di Uruk:

archiviuruk.altervista.org/eroi/Eroi_SAS.htm

Nato a Parigi nel 1929 da una famiglia di militari con ascendenze aristocratiche, Gérard de Villiers inizia la carriera come giornalista, dopo essersi laureato in Scienze politiche. Nel 1965 scrive il primo romanzo con protagonista sas, Sua Altezza Serenissima Malko Linge: SAS a Istanbul. Seguiranno 200 avventure di SAS, e De Villiers introdurrà nella spy story elementi di sesso e di violenza prima sconosciuti. L’autore è scomparso nel 2013.

I fantasmi di Lockerbie di Gérard de Villiers (Segretissimo SAS n. 79), 182 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Sandro Ossola