Cosa si nasconde dietro l'attività di una grossa azienda di Monza? Dietro segretarie efficienti, meeting organizzativi, budget pianificati, uomini in completo gessato e tutte quelle che sembrano le normali attività di una multinazionale, in realtà si intreccia una "storia di potere e malaffari".

Questo è il sottotitolo di Monza delle delizie, opera di Sergio Paoli, edita da Fratelli Frilli editore.

La trama è complessa e articolata, difficile da riassumere in poche righe. Essa si snoda a partire dalle attività della WWLab, per illustrare i rapporti tra azienda e criminalità organizzata, che sfociano nell'assassinio di chi prova a fare il furbo, per poi incappare nelle indagini del commissario Marini.

Gli elementi che compongono il romanzo sono davvero molti, la trama è tentacolare, tanto che, soprattutto all'inizio, non è facile seguirne i passi e forse risulta un po' confusionaria. La vicenda comincia ad appassionare con l'incalzare della storia, quando i fatti si susseguono uno dopo l'altro e il lettore vuole capire come si concluderà la vicenda.

Non si tratta di scoprire l'assassino, esso è palese fin dalle prime pagine, quanto capire se il commissario Marini riuscirà a far trionfare la giustizia, se i colpevoli verranno puniti, se Viola Di Bastiano riuscirà a trovare un po' di serenità...

Forse la complessità della struttura non permette di trovare soddisfazione a tutte le domande e quindi alcune vicende restano in un qualche modo appena abbozzate, generando anche la sensazione che l'autore non abbia tirato tutte le fila della vicenda. Non è escluso, però, che questo possa essere un segnale dell'intenzione di continuare a scrivere del commissario Marini in opere successive.

Monza delle delizie, infatti, è il prequel di Ladro di sogni, sempre edito da Frilli, ma risulta un romanzo godibile e avvincente anche per chi non avesse letto il primo.

Nel complesso, quindi, un'opera godibile e avvincente, che dipinge un quadro duro e reale di alcuni aspetti della vita dell'Italia dei nostri giorni.