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Laura Campiglio
"Viviamo in un vuoto assoluto, un vuoto torricelliano in cui siamo perduti come astronauti. La religione è morta, le ideologie sono morte, i miti sono morti. Ma noi siamo ancora vivi, e adesso tocca a tutti e a ciascuno: è ora di diventare maggiorenni, e di riempirci la nostra porzione di vuoto come più ci piace. Ora che nessuno verrà a dirci come si fa, tocca arrangiarsi e improvvisare"
Leggi[12] Nell'occhio della verità. I libri maledetti
Nel febbraio del 2OO2 si parlò molto anche di un libro che Annamaria Franzoni stava leggendo. Ma forse non l'ha mai letto
LeggiTempe Brennan
Occhi nocciola, vivaci, qualcuno avrebbe detto intensi. Qualche zampetta di gallina, sì, ma erano ancora il mio pezzo forte
LeggiAndrea Carlo Cappi
Credo che molti scrittori pubblichino libri perché quello che sentono e pensano sia condiviso e possibilmente amato dal pubblico. Carenza affettiva? Probabile. Di sicuro, se il pubblico non amasse quello che scrivo, nessuno mi pubblicherebbe più e non avrebbe più senso scrivere
LeggiPaolo Grugni
In teoria si può vivere di scrittura. Ma necessitano molti appoggi, la qualità del libro ha poco a che fare. Io ancora non ci vivo, ma ce la farò
LeggiSignore e signorine in giallo
Portano nelle storie il loro intuito femminile, la loro delicatezza, la loro dolcezza, il loro acume, la loro sottigliezza psicologica, la loro cultura. Oppure le loro fragilità, i loro fantasmi, le loro incazzature, la loro sessualità, le loro perversioni. Tal’altra vengono semplicemente mascolinizzate fino a perdere quasi completamente i tratti caratteristici della femminilità
Leggi[22] I Ferri del mestiere 3 - La Mala francese d'inizio secolo
Nella strutturazione della saga del Professionista esistono episodi e spunti che rimandano ad altri tempi, epoche passate ma non dimenticate, entrate nella mitologia del personaggio quando…non era ancora nato
LeggiNicoletta Vallorani
Ho avuto una nonna, importantissima. La nonna delle storie, e che se n'è andata troppo in fretta. Parlava un pugliese molto stretto, dunque spesso non capivo nulla di quel che mi stava dicendo, ma ero affascinata dal suono, dal viso scavato, dagli occhi ciechi. E mi facevo raccontare la stessa storia mille volte finchè non venivo a capo di un senso. Che non era necessariamente quello giusto, ma era il risultato del tentativo di costruire un ponte. In fondo è la stessa cosa che penso accada quando si scrivono romanzi
LeggiErano tre
Un romanzo esilarante che vi strapperà qualche lacrima, tre storie spavalde e rare che si intrecciano tra loro. Eroi senza macchia perché lavati a secco
Leggi[38] SLOVENIA Sergej Verč
Sergej Verč, La colonna di Rolando, Roma, Robin, 2006, “I libri neri”, n. 8 (ed. or.: Rolandov steber, 1991)
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