Ricerca: «e sette pensare allincirca 25 miliardi di volte»
Sette cavalieri d’oro
4 su 5
di Nicola Manzò
Tea Edizioni
I Buoni Cugini Editori di Ivo Tiberio Ginevra
Mi capita spesso di pensare alle narrazioni che finiscono nell’oblio, sprofondate in una sorta di tomba virtuale ubicata in un luogo ignoto nel tempo e nello spazio, dove si agitano storie e personaggi che bramano di essere riportati in vita. Quanti romanzi sono andati perduti, pur essendo meritevoli di essere preservati dalla dimenticanza? Il progetto editoriale che coinvolge anche la pubblicazione di questo libro, mira a una lodevole opera di recupero di cui sono personalmente grato.
(dalla prefazione di Massimo Maugeri a "I morti tornano…")
Sette misteri per Sherlock Holmes
3 su 5
di Enrico Solito
Hobby & Work Publishing, 2000
Tredici volte Campion
4 su 5
di Margery Allingham
My Campion and Others, 1939, Mondadori, 2013
Come nasce Il Professionista
Sembra che le idee di successo scaturiscano da una scintilla. A volte è vero, altre, più realisticamente, il processo dura anni anche se si concretizza in un momento particolare
LeggiSegretissimo per Bond
L’arrivo in Italia del nuovo romanzo di 007 è l’occasione per parlare del personaggio con un team di autori... “segretissimi”
LeggiCaine [11] Sette senza gloria
Le difficoltà tecniche e gli artifizi per superarle prendono il sopravvento sulle azioni belliche, che pur ci sono ma restano come sullo sfondo. Da riscoprire
LeggiSpie & Pasticci
Non sempre il cinema e la narrativa esaltano la professione dell’agente segreto: a volte la demistificano. Una carrellata di incidenti maldestri capitati ad agenti segreti, tanto reali quanto letterari
LeggiIo & Bond [17] GoldenEye
In un “pacchetto” che privilegia l’azione e a volte sembra relegare la storia spionistica a mero espediente di sutura, Bond ritorna. Ed è quello che volevamo
LeggiIntervista ad Alessia Gazzola
A me la scrittura della messinese Alessia Gazzola piace molto, per diversi motivi. Mi intriga la storia di Alice Allevi, la sua spensierata ingenuità, la caparbietà, la goffaggine, a volte, nel muoversi in un contesto in cui dimostra, alla fine, grande attenzione – a riprova che la bravura non si espleta sempre nell’immediato. Mi rassicura la competenza dell’autrice – dato, questo, non abbastanza sottolineato dalla critica – nel trattare un argomento delicato come quello della medicina legale e della morte, dalla quale il personaggio subisce un inevitabile gioco di attrazione-repulsione, e in qualche modo questo fascino è compensato da un altro grande dilemma: l’infatuazione.
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