Il nome della rubrica deriva dalla convinzione personale, anche se abbastanza obiettiva, che nove minuti siano il tempo necessario ad un lettore o ad uno spettatore per comprendere se il materiale che sta osservando, ascoltando, leggendo, può interessarlo o meno.

Partendo dal presupposto che nel cinema, come in natura, nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, lo spettatore, nel XXI secolo, sa già benissimo cosa va a vedere, sa cosa si troverà dinanzi, quale mood ci sarà i un certo film. Sono più che passati i  tempi nei quali si andava al cinema o si guardava un film anche semplicemente per il fascino del primo o per la novità dell'altro. Oggi lo spettatore guarda non a cosa viene detto, ma a come gli viene proposta una determinata materia, e a quali avvenimenti del suo passato può ricondurre questa per provare quella sensazione che, nel 2010, è sempre più rara: l'emozione. Non mi stupirei se domani qualcuno decidesse di vendere “flaconi” in grado di suscitare emozioni in chi li odora ad esempio: in un'epoca nella quale ogni cosa è svilita, dall'amore all'odio, molti di noi hanno perso qualcosa, qualcosa che non sapevano neanche di possedere, ma che ora manca loro disperatamente.

Tornando al nome dato alla rubrica, di questi nove minuti, cinque vengono dedicati all'analisi della materia (un film ad esempio) sic et simpliciter, al modo in cui viene proposta, mentre nei restanti quattro vengono sviluppati quei ponti invisibili chiamati volgarmente “collegamenti”, indicanti ciò che nella nostra mente suscita la visione di un determinato film, la lettura di un certo racconto, l'ascolto di una data musica.

Sembra riduttivo, ma è nei primi nove minuti che una persona decide se qualcosa lo interessa o meno. Il decimo è il momento della decisione.

Perchè esilio? Proprio per la soggettività del giudizio: ognuno di noi nel momento della visione di un film ad esempio, si eclissa, emigra in un volontario esilio dal mondo che lo circonda, confrontandosi con il suo passato, con il suo vissuto riflesso in quella pozzanghera virtuale chiamata televisione, o in quell'oceano detto cinema.

Nove minuti sono oltretutto il tempo necessario per leggere ogni mio intervento in questa rubrica.

Silvano Leone Docente di italiano, storia e geografia, critico letterario, traduttore e copywriter freelance. Laureato presso l’università “La Sapienza” in “Letteratura, musica e spettacolo” (triennale) e “Letteratura” (specialistica). Abilitato presso la SSIS “Raffaele Laporta” all’insegnamento delle materie letterarie. Bibliotecario presso “La Sapienza”, copywriter freelance in svariati contesti fra cui il gruppo Sitcom, collaboratore freelance dal 2003 in varie riviste on-line italiane ed estere, attualmente con “Italoeuropeo”. Iscritto al corso di laurea in “Mediazione linguistica e comunicazione internazionale” della facoltà di “Lingue e Letterature Straniere”.