La Divisione Sicurezza Europea (o Division de Securite Europeene, European Security Division) citata nel romanzo semplicemente come DSE è un organismo federale immaginato con caratteristiche simili all’Europol, l’agenzia per il contro terrorismo europeo nata nel 2002 durante un vertice NATO a Praga e destinata a diventare pienamente operativa nel 2006 con una forza d’intervento rapido composta da 20.000 uomini.

Premesso ciò, l’esigenza di raccontare una storia originale ha influenzato anche le caratteristiche della DSE e la sua struttura così come ci viene presentata.

La DSE è la creatura di Georg Bruckner, veterano della Guerra fredda e dell’antiterrorismo europeo di origine austriaca che, già durante l’ultimo decennio del secolo passato aveva progettato un organismo in grado di affrontare minacce di tipo terroristico o comunque inerenti alla sicurezza su base europea. L’antesignano della DSE era il Distaccamento speciale sicurezza costituito durante le missioni umanitarie e di pace nella ex Yugoslavia sul finire degli anni ’90. Il Distaccamento aveva sede a Vienna presso il complesso di ONU CITY, poco fuori dalla capitale austriaca, all’interno di uno dei sette palazzi che ospitano oltre alle strutture delle nazioni unite anche varie associazioni come la Croce Rossa Internazionale e numerose ONG.

Con la cattura di Caspar Dragan a Deravica, Bruckner ha la sua grande occasione per ricevere fondi e risorse umane da destinare a un organismo indipendente, tutto europeo e virtualmente libero da influenze da parte del comando NATO e dei servizi di sicurezza americani. Bruckner sceglie direttamente i suoi uomini, organizza la struttura e progetta e fa realizzare anche una nuova base, sempre a Vienna, ma a una certa distanza dal vecchio complesso di ONU CITY.

La Divisione Sicurezza Europea è ospitata all’interno di una vera e propria cittadella fortificata costruita su diversi livelli sopra e sotto il terreno. Parte della struttura, al momento della nostra storia, è ancora in costruzione e, salvo Bruckner, pochissimi sono al corrente dell’esistenza di un collegamento sotterraneo con la metropolitana di Vienna.

In realtà la DSE, fisicamente come complesso di edifici che come organizzazione, rispecchia il suo ideatore, un veterano del mondo clandestino abituato a ragionare e a pianificare tutto a vari livelli.

Da molti giudicato un paranoico, Georg Bruckner ha ben presente, sin dai tempi del Distaccamento speciale sicurezza, il principale problema che si presenta a un’agenzia di grandi dimensioni. La burocrazia, l’estensione fisica e personale della struttura se da un lato rappresentano una forza, dall’altro ne costituiscono anche la debolezza. In particolare il controllo della Commissione per la Sicurezza del parlamento europeo viene considerata da Bruckner come una pericolosa ingerenza e, nel peggiore dei casi, veicolo d’infiltrazione. Così come, pur essendo irrinunciabile, il canale di collegamento con la Central Intelligence Agency americana, è al tempo stesso una garanzia di cooperazione con gli alleati d’oltre oceano e un pericolo di controllo.

Nello strutturare la DSE Bruckner non ha mai dimenticato il vecchio gioco delle spie, organizzando una serie di reti clandestine, gruppi d’intervento “fuori quadro” che, per quanto mal visti o meglio ancora ignorati totalmente da colleghi e controllori sono la miglior garanzia di reazione in momenti di emergenza.

Ufficialmente la Divisione Sicurezza Europea è strutturata in questo modo.

George Bruckner ne è il direttore principale, responsabile ultimo di tutti i settori e dell’organizzazione della maggior parte delle operazioni. Teoricamente deve rispondere alla Commissione Sicurezza del Parlamento europeo con sede a Strasburgo composta, al momento della nostra vicenda, da Bertrand Schiller, Guido Moretti e Julio Echeverria.

Nelle sue funzione di direttore generale Bruckner ha come assistente personale Martha Thinkle, reclutata dai tempi della Guerra fredda nei servizi d’informazione inglesi. Definirla una segretaria sarebbe riduttivo, in realtà la Thinkle è un’assistente sul campo a conoscenza della maggior parte delle operazioni e dei meccanismi della DSE. Ignora tuttavia gran parte dell’attività parallela e clandestina di Bruckner, pur essendo informata della “buca per le lettere” che custodisce i suoi file segreti.

Secondo in comando di Bruckner è Bruno Genovese, italiano, ex operatore della Folgore dal 1982 con un sostanzioso ruolino di servizio nell’esercito del suo paese e la partecipazione a diverse missioni di pace in Libano, in Cambogia e in Africa. Dalla seconda metà degli anni ’80 però Bruno Genovese ha lasciato le file regolari dell’esercito italiano per diventare un operatore free-lance, operatore nel controterrorismo e agente indipendente, attività che ha svolto soprattutto in Asia. Durante gli anni ’90 Bruno Genovese ha stretto legami mai chiaramente definiti con le Triadi cinesi, partecipato al recupero di un’arma batteriologica in Afghanistan alternando un’attività da alcuni definita “da mercenario” con coperture in Italia come giornalista, assistente alla facoltà di storia orientale presso un’università italiana e istruttore delle forze speciali di combattimento corpo a corpo. Bruckner lo ha preso con sé nel ’98 affidandogli l’organizzazione dell’Unità, un gruppo d’intervento fuori ruolo determinante per la cattura di Dragan a Deravica. Dopo quel periodo Bruno è entrato ufficialmente nella DSE, guadagnandosi la possibilità di succedere a Bruckner al momento del suo ritiro. Bruno Genovese rimane il contatto con l’Unità Incarichi Speciali, erede della vecchia Unità, che costituisce il braccio armato per le operazioni “nere” e non autorizzate della DSE. Poco amato dai più ligi all’ordine gerarchico, Bruno è un esperto del mondo clandestino con legami a volte insospettabili con la malavita internazionale e le comunità orientali stabilitesi in Europa. Negli anni ha consolidato la sua posizione malgrado sia stato colpito da un grave lutto, la morte della moglie Arielle avvenuta nel 2004 in circostanze mai completamente chiarite.

Sotto questa base direttiva la DSE presenta vari settori che, in maniera differente, rispondono tutti a Bruno e a Bruckner.

Esiste un primo nucleo di Sicurezza interna direttamente dipendente da Bruno, composto da agenti in borghese addestrati a tecniche di guerriglia urbana, protezione personalità e intervento in caso di emergenza. Questo gruppo di solito non esce mai dalla base centrale di Vienna o dalle sezioni distaccate come il Trauma Center ed è composto da una ventina di agenti.

La vera e propria forza militare della DSE è affidata a Peter Whomack, veterano dei reparti antiterrorismo del GSG9 tedesco. Il Servizio Azione è a tutti gli effetti una forza militare paragonabile al SAS, e ad altri gruppi similari europei e americani. I suoi uomini provengono dal già citato GSG9 tedesco, dal SAS, dallo SBS inglesi, dai NOCS italiani, dal GIGN francese e da diversi altri gruppi speciali europei. Si tratta di una settantina di elementi addestrati ed equipaggiati come un corpo militare ai quali spettano funzioni puramente militari come la sorveglianza all’ingresso della base, il trasferimento di materiale bellico e l’intervento di forza in caso di emergenza terroristica e presa di ostaggi. Ovviamente il numero ridotto dei suoi effettivi viene compensato da una stretta collaborazione con unità similari dei vari paesi europei.

La ricerca informazioni, i contatti con servizi segreti, agenzie straniere e reti di informazioni è affidato alla Sezione Analisi la cui direzione è dalla nascita della DSE saldamente nelle mani di Regina Sanchez, proveniente dai nuclei antiterrorismo spagnoli. Reclutata in seguito a una serie di brillanti operazioni contro l’ETA, Regina Sanchez è con Bruckner dai tempi del Distaccamento. Per gestire l’enorme flusso di informazioni, di contatti vecchi e nuovi necessari per il funzionamento della sua Sezione, Regina possiede uno speciale fondo che le consente di avere a disposizione piccole squadre d’intervento che agiscono autonomamente e rispondono solo a lei. È una donna ambiziosa, estremamente capace legata, per un breve periodo, sentimentalmente a Bruno Genovese.

I dettagli della loro relazione, del loro allontanamento e degli effetti di tutto ciò sul matrimonio di Genovese non sono ufficialmente noti.

La sezione Comunicazioni, particolarmente attiva nel monitoraggio delle trasmissioni, dell’informatizzazione dei dati che ogni giorno pervengono alla DSE è affidata a un ingegnere dei servizi di sicurezza cechi, Andreas Knaus, vecchio amico di Bruno e alla sua assistente Marie Steiner, reclutata dai servizi tedeschi ai tempi del Distaccamento.

Completa l’organigramma ufficiale della DSE l’ufficiale di collegamento con la CIA, Robert Norrington, un veterano delle operazioni di spionaggio e intelligence americani che in qualche modo è una presenza imposta nell’organizzazione e non da tutti ritenuta affidabile.

In quanto ad affidabilità però le maggiori contestazioni, anche per questioni puramente di competenza, vengono da Whomack che si è sempre opposto prima all’esistenza dell'Unità e, in seguito dall’UIS dipendente da Bruno. La frustrazione di sapere che la DSE dispone di una forza ridotta ma più agile del servizio Azione per operazioni delicate è aumentata dall’astio personale che Whomack nutre per Ermelinda “Linda” Casillas che dirige appunto l’Unità Incarichi Speciali.

Linda è di origine cinoportoghese e ha alle spalle una vita di avventure violente. Iniziata quasi da adolescente al mondo della malavita orientale e alle operazioni militari nel Sudest asiatico, Linda vanta tra i suoi ascendenti cinesi legami con la Triade del Drago Rosso di Macao. Ha svolto il suo apprendistato con il suo primo amante, un ex berretto verde impegnato negli anni ’80 nelle missioni del colonnello Gritz volte alla liberazione di supposti POW in Vietnam, Linda ha fatto la guardia del corpo, la mercenaria, il corriere in tutto il Sudest asiatico sino al 1989, anno in cui si è trovata coinvolta nella ricerca del tesoro del Sud Vietnam andato perduto nelle giungle del Borneo. In quest’occasione ha fortuitamente conosciuto Marc Bastien, un malavitoso corso che, per uno strano gioco del destino, verrà in seguito reclutato da Bruckner per una delle sue reti clandestine. L’inserimento di Linda nel Distaccamento è avvenuto grazie a Bruno che ne è stato per un certo periodo di tempo l’amante dal 1995 sino al 2001. Linda è una guerriera ma fuori da ogni schema. Per avere un’idea del suo carattere basti pensare che, in seguito all’avventura del 1989 ha impiegato la sua parte del tesoro recuperato in un’operazione di chirurgia plastica che le ha regalato un viso completamente occidentale, degno di una top model. Per un poco ha anche cercato di fare la bella vita sulla riviera italo-francese poi è tornata al suo vecchio mestiere e qui ha incontrato Bruno. Pur essendo un elemento instabile è la persona più indicata per gestire operazioni clandestine, organizzare gruppi di incursori e mantenere contatti con la malavita. Bruckner ha lasciato a Bruno carta bianca nei suoi confronti proprio perché ha intuito che le sue qualità così poco apprezzate da un rigido militare come Whomack possono rivelarsi determinanti durante una crisi.

Ovviamente sia Bruno che Bruckner hanno mantenuto e alimentato reti personali di informatori e collaboratori fuori dai quadri ufficiali della DSE. Le ragioni per entrambi sono duplici. La prima riguarda appunto l’ufficialità della DSE, organismo potente e vulnerabile al tempo stesso che necessità di strutture invisibili e per questo difficilmente individuabili dal nemico. La seconda ragione ha il suo fondamento in quello stato di paranoia-razionale sviluppata da ogni veterano dei Servizi. C’è sempre la necessità di tenersi una via di fuga, documenti, soldi, collaboratori che nessuno conosce nel caso le cose si mettano al peggio. E, in un mondo dove chiunque può fare il doppio gioco e cercare di incastrare il collega più stretto, la prudenza diventa una necessità.

Nel caso di Bruckner sin dai tempi del Distaccamento esiste una struttura clandestina nota come la Sezione 8, denominazione presa da un ospedale psichiatrico dell’Europa centrale che ha non ben chiariti legami con il passato di Bruckner. La Sezione 8 è quella dei pazzi e così piace definirsi ai suoi componenti che fanno capo a Marc Bastien, il sicario corso reclutato nel ’95 da Bruckner al quale fanno riferimento decine di insospettabili agenti, alcuni dei quali, come il capitano Stefano Donati del GIS italiano, svolgono attività di copertura. Si tratta di una struttura di intelligence agile, priva di burocrazia che i contatti via Internet rendono più rapida e affidabile giorno dopo giorno. Alcuni dei suoi componenti vi collaborano occasionalmente, altri sono dei malavitosi, tutti però condividono ammirazione e fedeltà per Georg Bruckner.

Bruno Genovese non ha scordato i drammatici avvenimenti che lo hanno portato alla fine degli anni ’80 a diretto contatto con la malavita orientale. Pur essendo un occidentale ha conservato vincoli d’onore e anche dei debiti di riconoscenza con le Triadi. Nel corso degli anni Bruno ha intessuto una fitta rete di collaborazioni, spesso con il beneplacito di Bruckner ma senza informarlo nei dettagli, con le comunità asiatiche in Europa. Può contare su alcuni fedeli collaboratori, disposti soprattutto a fornirgli aiuto logistico in caso di spostamenti e improvvise emergenze. La sua organizzazione ha un nome in codice derivato dalla mitologia mistica delle Triadi, i suoi componenti si fanno chiamare Gui-ren, gli Spettri, e hanno punti d’appoggio e case sicure in tutto il continente.

Tra la Sezione 8 e i Gui-ren ci sono solo saltuari rapporti. Bruno e Bruckner hanno deciso di mantenere ciascuno per sé la propria rete stabilendo però una linea di contatto in caso di necessità. Decisione saggia considerati gli avversari e la complessità del gioco che si sta per scatenare sul territorio europeo.