Un crepitio riecheggiò dall’esterno della villa dei coniugi Rosso. Medina e Ray non avevano bisogno di sottotitoli: erano armi automatiche. Quando la vetrata del salotto si sfracellò, Ray aveva già trascinato la vedova al riparo del divano, mentre Medina sfoderava la sua Glock. L’uomo apparso sulla portafinestra non ebbe il tempo di premere nuovamente il grilletto: il proiettile di Medina lo centrò in pieno petto.

Medina non ebbe tempo di gloriarsi. Mentre il primo intruso cadeva a terra, un altro ne prendeva il posto, sventagliando il salotto con la sua Uzi. Ne fece le spese una parete piena di piatti danesi. Ma, nel frattempo, Ray aveva avuto modo di afferrare la sua inseparabile borsa da ginnastica, fedele compagna fin dalle prime collaborazioni con Medina. Una raffica di Sterling passò sotto il divano, centrando i piedi del secondo intruso. Medina avrebbe voluto prenderlo vivo e interrogarlo, ma quando lo vide ferito e steso a terra, eppure pronto a sparare di nuovo, non ebbe altra scelta: spuntò da dietro il pianoforte e lo finì con un colpo alla testa.

“Sembrano arabi”, notò Ray, affacciandosi dal divano.

“Con armi israeliane. Vai a vedere a chi hanno sparato, là fuori.” Medina si chinò per esaminare i corpi nella sala. Nessuno dei due cadaveri portava documenti od oggetti riconoscibili. Ma uno dei due aveva una bella abbronzatura. E sotto il collo aveva la traccia di una catenina con un pendaglio. Doveva essersela tolta poco prima di entrare in azione, senza accorgersi che sul petto era rimasta, perfettamente riconoscibile la sagoma di una stella di David. Professionisti, dunque. Forse, agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano. Ma che cosa potevano essere venuti a cercare a casa di Rosso?

Ray tornò di corsa. “Il giardiniere era nella sua casetta. I killer hanno ucciso l’autista: aveva una pistola, ma non ha fatto in tempo a usarla.”

“Abdul… aveva una pistola?” chiese la vedova in Rosso.

“Chiami la polizia”, consigliò Medina. “Naturalmente… quando arriverà noi non saremo qui. Anzi, non siamo mai stati qui. Ecco la versione che dovrà raccontare...”

INDIZIO 6/1

Notizie: la sparatoria nella villa dei coniugi Rosso ad Assago, vicino a Milano, rimane senza spiegazione. Intervistata, la vedova dell’imprenditore Enrico Rosso – assassinato la sera del 27 gennaio alla Stazione Centrale – ha dichiarato che due gruppi di uomini in apparenza mediorientali si sono fronteggiati sotto i suoi occhi. Due di loro sono poi fuggiti. Nello scontro a fuoco sono morti l'autista di famiglia (un immigrato libico) e due individui tuttora non identificati.

INDIZIO 6/2

Rapporto di polizia: dall’esame degli incartamenti riservati che la vedova ha consegnato agli inquirenti solo dopo la sparatoria, risulta che il defunto Rosso Enrico fosse coinvolto in un traffico d’armi destinate a gruppi estremisti in Medio Oriente. È probabile che fossero proprio questi documenti ciò che gli intrusi cercavano nella villa.

© Andrea Carlo Cappi 2004

Racconto originale pubblicato da Lycos Italia www.lycos.it

Le puntate:

01 in racconti/9008 (dal 09 dicembre 2009)

02 in racconti/9057 (dal 10 dicembre 2009)

03 in racconti/9058 (dal 11 dicembre 2009)

04 in racconti/9059 (dal 14 dicembre 2009)

05 in racconti/9060 (dal 15 dicembre 2009)

06 in racconti/9061 (dal 16 dicembre 2009)

07 in racconti/9062 (dal 17 dicembre 2009)

08 in racconti/9063 (dal 18 dicembre 2009)

09 in racconti/9068 (dal 21 dicembre 2009)