Con Lupara Nera  - la guerra segreta alla democrazia in Italia (1943-1947) edito da Bompiani a più di sessant’anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino analizzano migliaia di documenti dell’intelligence angloamericana, desecretati dopo il 2000, e tracciano una storia segreta rimasta sepolta per decenni negli archivi dell’Office of strategic services statunitense – l’antenato della Cia –  e del War office britannico.

Da queste carte emerge un affresco impressionante tra l’agonia del ventennio mussoliniano e l’inizio della guerra fredda, anni in cui nasce la “Santissima Trinità”, ovvero il patto infame tra poteri mafiosi, servizi segreti atlantici e neofascismo.

“Abbiamo approfondito gli studi su quel periodo drammatico della storia italiana, avviati con Storia segreta della Sicilia (2005) e Tango connection (2007), editi entrambi da Bompiani – raccontano Casarrubea e Cereghino -. In questi ultimi due anni la nostra ricerca non si è fermata. Le carte inglesi rintracciate nel 2008 a Kew Gardens, ad esempio, svelano aspetti inediti della ‘Guerra segreta oltre le linee’ messa in piedi dai servizi segreti nazisti in Italia e dai corpi speciali della Rsi, a cominciare dalla Decima Mas del principe Borghese e dai famigerati Sabotatori - Attentatori di Tommaso David.

Alla vigilia della caduta del fascismo, nella primavera del ’43, il Sichereitsdienst hitleriano, diretto a Berlino da Ernst Kaltenbrunner e da Walter Schellenberg, si mobilita per contrastare l’imminente sbarco angloamericano in Sicilia. Nasce così la Rete Invasione e Sabotaggio affidata a Herbert Kappler e Karl Hass.

La loro prima missione sarà l’allestimento nell’isola del piano segreto denominato ‘Azienda agricola’, ovvero una complessa organizzazione che inizia ad operare alla fine di agosto del ’43 (spionaggio e sabotaggio). Si tratta forse della scoperta archivistica più importante realizzata negli ultimi anni.

Come raccontiamo in Lupara Nera, la Rete Invasione e Sabotaggio sarà segretamente inglobata dall’intelligence americana di James Angleton nel dopoguerra, assieme a migliaia di terroristi nazifascisti a cui verranno risparmiati i processi per gli eccidi commessi nei venti mesi di Salò”.

 

Non stupisce, dunque, la nascita della strategia della tensione in Italia. Nell’autunno ’46, il presidente Harry Truman autorizza un colpo di Stato con l’obiettivo strategico di instaurare una “dittatura militare” affidata all’Arma dei carabinieri, con l’obiettivo di mettere fuori legge il Pci di Togliatti. L’esecuzione del piano golpista è commissionata alle squadre armate neofasciste che in Sicilia, il 1° maggio ’47, mettono in atto la strage di Portella della Ginestra (12 morti e 27 feriti), ovvero la miccia che dovrà innescare la reazione anticomunista, il punto zero della strategia della tensione in un’Italia uscita sconvolta dalla guerra mondiale.

“I rapporti del Sis italiano parlano chiaro – spiegano gli autori -. Sono il Comando militare e l’intelligence statunitensi a dare il via all’operazione golpista nell’autunno ’46. Gli americani temono che comunisti e socialisti possano vincere democraticamente le prime elezioni politiche dalla caduta del fascismo, che finiranno per svolgersi, dopo vari rinvii,  il 18 aprile ’48. Gli 007 londinesi segnalano con preoccupazione i contatti tra agenti americani, eversione nera  e personalità dello Stato italiano come, ad esempio, il capo della polizia. Nei rapporti, si fanno espliciti riferimenti all’‘incidente’ e al ‘lago di sangue’ che daranno il via al golpe militare. Ma sono soprattutto le carte britanniche sul neofascismo, desecretate nel 2005, che ci permettono di comprendere il dietro le quinte di quei mesi terribili. Si parla ampiamente, ad esempio, del colonnello Charles Poletti, il capo del Governo militare alleato tra il ‘43 e il ’45.

Nel giugno ’47 arriva in Italia ‘in missione speciale per conto del governo americano’ per assicurare armi e denaro alle squadre armate anticomuniste. L’alleanza sotterranea tra intelligence Usa e neofascismo si concretizza anche sul confine orientale, dove gli agenti statunitensi non esitano a scendere a patti con gli ex repubblichini per fronteggiare la ‘minaccia comunista’ incarnata dal maresciallo Tito. Dai documenti emergono inoltre i finanziamenti clandestini elargiti dalla Banca Nazionale dell’Agricoltura e dalla grande industria ai gruppi paramilitari neofascisti. È in questo contesto che si colloca l’azione terroristica di Salvatore Giuliano. Il suo gruppo è uno squadrone della morte agli ordini dei Fasci di azione rivoluzionaria (Far) di Pino Romualdi, delle Squadre armate Mussolini (Sam) e della Decima Mas di Junio Valerio Borghese. I documenti del controspionaggio Usa (da noi ritrovati nel 2005 negli archivi americani di College Park) rivelano che i contatti tra Salò e Giuliano risalgono all’estate ’44, quando un commando nazifascista inizia a operare sulle montagne tra Partinico e Montelepre per addestrare militarmente gli uomini della banda”.

Emerge uno scenario fino a pochi anni fa inimmaginabile. Grazie alle protezioni del presidente argentino Juan Domingo Perón, l’Internazionale nera stanzia decine di milioni di dollari per il colpo di Stato nell’Italia degli anni ’46-‘47. Un paese a serio “rischio democrazia” per la crescente influenza dei partiti storici della sinistra italiana, il Pci di Togliatti e il Psi di Nenni. Soldi forniti in abbondanza ai corpi dello Stato, ai gruppi paramilitari neofascisti, ai “picciotti” siciliani che si richiamano ai fronti antibolscevichi e al separatismo monarchico, alla mafia siculo-americana di Lucky Luciano.

Sono i milioni di dollari dei nazisti tedeschi e dei fascisti italiani, rifugiatisi in Brasile e in Argentina a partire dal ‘43, ad alimentare l’eversione nera in Italia. E’ il celebre oro nazista che Himmler ordina di trasferire nel Cono sud latinoamericano dopo la sconfitta di Stalingrado, pensando già alla rinascita del nazifascismo nel mondo. A tirare le fila della storia segreta della nascente repubblica italiana troviamo Pio XII, James Angleton, Felix Morlion, Lucky Luciano, Giuseppe Cambareri e molti altri, i cui nomi finalmente emergono dai National archives di College Park e Kew Gardens.

“Purtroppo i nostri studi sono stati ignorati dalla magistratura – concludono Casarrubea e Cereghino -. Nel  dicembre 2004, l’avvocato Armando Sorrentino ha presentato alla Procura della Repubblica di Palermo un corposo dossier intitolato ‘Motivazioni della richiesta di riapertura delle indagini sulle stragi del 1° maggio 1947 (Portella della Ginestra) e del 22 giugno 1947 (assalti alle Camere del Lavoro della provincia di Palermo)’, poi integrato da un supplemento consegnato nel maggio 2005. La Procura non ha ritenuto opportuno procedere. A nostro parere, una decisione molto discutibile. Il reato di strage non è soggetto a prescrizione. Gli eccidi siciliani sono da ricondurre a un disegno eversivo unico che va dalla strage di Alia (settembre ’46) alle esecuzioni di Li Puma, Rizzotto e Cangelosi, dirigenti sindacali assassinati tra il marzo e l’aprile ’48. È in quei diciotto mesi che è messo a punto il prototipo stragista che tanti lutti provocherà nei decenni successivi, da Piazza Fontana alla strage di Bologna”.

Lupara nera  - la guerra segreta alla democrazia in Italia (1943-1947) di Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino (Bompiani, pagine 496, euro 16,00) offre una chiave di lettura nuova per la storia recente di una nazione a perenne sovranità limitata. Un testo indispensabile alla comprensione dell’Italia di ieri e, soprattutto, di oggi.

Indice del volume

Nuovi gendarmi

I

LA “RETE INVASIONE” NAZISTA IN ITALIA

La nave dei pazzi

La “Rete Invasione”

Il ventre nero del Mezzogiorno

L’organizzazione “Cypresse”

Uno, nessuno, centomila

II

LA “SANTISSIMA TRINITÀ”

La “Santissima trinità”

Lucky Luciano e la nascita di “Cosa Nostra”

Identità di un killer

Spie in Vaticano

L’esercito della vergogna

“Operazione Sicilia”

“Stay behind” a tre punte

I Far, “Turiddu” e i terroristi neri

III

“I COMBATTENTI DELLA LIBERTA’”

Una democrazia bloccata

Segnali di fumo

Democratici eccelsi

Marlowe all’italiana

Tintinnar di sciabole

Il ritorno di ‘Charlie’

A quattr’occhi

La quadratura del cerchio

Gli autori

Giuseppe Casarrubea è scrittore e storico siciliano. Per Sellerio ha scritto Intellettuali e potere in Sicilia (1983). È autore di Portella della Ginestra (Franco Angeli, 1997). Per Bompiani ha pubblicato Storia segreta della Sicilia (2005) e con Mario J. Cereghino Tango Connection (2007). È presidente dell’associazione “Non solo Portella” e dirige a Partinico l’archivio “Giuseppe Casarrubea”, dedicato alla memoria di suo padre.

Mario J. Cereghino si occupa di archivi britannici e statunitensi. Collabora con il quotidiano La Repubblica. Per Bompiani ha pubblicato con Vincenzo Vasile Che Guevara Top Secret (2006), con Giuseppe Casarrubea Tango Connection (2007).