Continuano le uscite della serie della Fabbri editore Giallo & Mistero – I Classici della RAI e in questi giorni è apparso Ho incontrato un'ombra  diretto da Daniele D’anza e scritto da Biagio Proietti. Che ci ha rilasciato questo intervento: “Non potevo fare a meno di parlare su Thriller Magazine proprio di questo lavoro, per una questione affettiva: qualche tempo fa (un anno? Due anni?) ho pubblicato la sceneggiatura di Ho incontrato un'ombra proprio sulle vostre pagine elettroniche (vedi rubriche/4591). Erano anni dove non era facile trovare il materiale visivo, a meno di ricorrere a pirati che pubblicavano in modo non lecito molti titoli. Adesso con questa iniziativa della Rizzoli  tanti lavori (qualcuno dice capolavori del genere) sono reperibili ad un prezzo modico 9,90 anche se non molto facilmente perché la distribuzione procede in modo irregolare, secondo le zone di questa Italia divisa anche in funzione delle vendite in edicola. Molti titoli da Il segno del comando a Dov’è Anna? sono esauriti e io spero che la Fabbri si decida a ristamparli anche perché non ha più copie neanche il servizio arretrati. Un grande successo che praticamente ha coinvolto più o meno tutti i titoli  della serie e vi ricordo che molti di questi sono stati scritti da me: CoralbaUn certo Harry Brent- Come un uragano. In uscita sempre a luglio anche Lungo il fiume e sull’acqua con Sergio Fantoni mentre  sono annunciati anche altre opere come la serie su Philo Vance con il grande Giorgio Albertazzi, I racconti fantastici tratti da Edgar Allan Poe con un cast stellare che comprende attori come Philippe Leroy, Gastone Moschin, Vittorio Mezzogiorno, Umberto Orsini, e L’ultimo aereo per Venezia con lo scomparso Massimo Girotti e Nando Gazzolo. Mi fa piacere parlare di Ho incontrato un'ombra ai lettori di Thrillermagazine perché loro hanno la possibilità di fare un confronto fra il testo scritto e l’opera finita. Molti spettatori mi hanno scritto, contattandomi anche tramite facebook, per comunicare il loro entusiasmo di fronte a queste opere che non hanno subito il logorio del tempo. Anzi hanno acquistato fascino proprio perché ci ricordano come eravamo. E come avremmo desiderato diventare. Ci siamo riusciti? Rivedere questi film in bianco e nero, risentire musiche sulle quali abbiamo ballato, abbiamo fatto nascere amori o ci siamo lacerati per disperazioni che ci sembravano inarrestabili ci sta creando un contatto non solo razionale ma anche sentimentale  con tutti questi lavori. Per me poi rivederli - alcuni dopo tanti anni, anche cinquanta  in caso di Coralba, scritto nel 1968 ed uscito nel 1970  - è stato un vero choc, facendomi rivivere emozioni, sentimenti, paure che erano state di un ragazzo che ancora non arrivava a contare per trenta. Bei tempi che in realtà hanno prodotto opere che resistono al tempo, che piacciono anche oggi a persone che li avevano visti quando avevano pochissimi anni oppure ne avevano solo sentito parlare. E se il dvd deve avere un funzione, che bello se diventa quella della memoria. La memoria è la vita per una nazione e per ogni singola persona che vive in funzione anche di tutto quello che è rimasto impresso nella sua memoria. Ma memoria vuol dire anche diffusione e conoscenza perché non può e non deve restare un fatto individuale fine a se stesso. Senza memoria storica un paese non può sopravvivere ma anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo bisogno di rivivere emozioni che ci hanno turbato in passato, abbiamo bisogno di ricordare, per poter costruire un futuro. Non esiste futuro senza passato, sembra una frase banale e anche retorica ma è solo una constatazione semplice eppure fondamentale per la nostra vita. Rivedere questi classici è come sfogliare gli album delle nostre fotografie, ci appaiono non solo belle ma cariche di significati al di là della loro stessa essenza. Per tornare al lavoro e ricordando che il 7 luglio in STRACULT su RaiDue ne hanno parlato i due protagonisti Giancarlo Zanetti e Laura Belli, mi piace aver letto sulle due schede di presentazione parole di lode su quella che è stata la vera novità di questo lavoro: il tentativo di fondere il genere thriller con quello sentimentale, raccontando la nascita di due storie d’amore in una trama dal forte accento misterioso. Ed alla fine tutto il meccanismo si colora di attualità e di politica, essendo al centro dell’intrigo un fatto storico molto allarmante negli anni 70: il risorgere del revancismo nazionalista e la nascita di movimenti neonazisti che si collegavano al passato con la riabilitazione e l’esaltazione di terribili figure del periodo hitleriano. Figure che sembravano morte e sepolte, invece ritornavano alla ribalta, con la violenza devastante delle loro idee e dei loro. Così il personaggio di Philippe Dussart - uomo razionale, non a caso svizzero, preciso come un metronomo, si lascia avviluppare, senza lasciarsi via di scampo, dall’incontro misterioso con una donna bionda, affascinante e inafferrabile come un fantasma fino all’estreme conseguenze. Rischiando anche lui di diventare un’ombra. Chiusa per sempre in una villa senza vita, abbandonata come un passato che giustamente deve essere non dimenticato ma rifiutato. E lui resterà per sempre lì, in attesa di qualcosa che forse non avverrà mai. Ovviamente queste erano le intenzioni mie e di D’anza, allora il pubblico ci seguì fu un enorme successo. Speriamo che anche oggi il pubblica ci seguirà. Ne sono convinto e non credo che sia mera presunzione. L’ombra, quando s’incontra, non si dimentica più. “  E Biagio Proietti sorride nello scrivere questo, non posso vederlo ma lo conosco troppo bene e ne sono sicuro."