In libreria un cupo thriller che giunge da Napoli, con il titolo Il rasoio di Occam scritto da un autore italiano che nonostante il cognome, Massimo Smith, si sente italianissimo e napoletano verace.

Con il nome di “rasoio di Occam” viene indicato il principio che fu espresso dal frate inglese William of Ockham. Principio secondo il quale per spiegare un dato fenomeno impone  di scegliere, tra le molteplici cause, quella che spiega in modo più semplice l'evento, e che in ambito investigativo impone di:

« Non moltiplicare gli elementi più del necessario. »

« Non considerare la pluralità se non è necessario. »  e ancora

« È inutile fare con più ciò che si può fare con meno. »

 In altri termini, non vi è motivo alcuno per complicare ciò che è semplice.

Detto questo l’autore ci narra una storia densa di violenza e paura in una Napoli bella si, ma in molte occasioni “cattiva” e pericolosa.

Tutto inizia quando la protagonista, Francesca assistendo all’uccisione di un ragazzino investito da un auto tra l’indifferenza generale, scrive in internet sul suo blog quanto ha visto e augura la morte a quanti hanno assistito quasi infastiditi alla morte del ragazzino.

Poco dopo, una donna viene uccisa con le modalità scritte da Francesca e dopo pochi giorni a seguito di altro suo articolo avviene ancora un omicidio. Francesca viene addirittura sospettata dalla polizia e per lei inizia un lungo e angoscioso incubo.

 

Un brano del romanzo. E’ una risposta che riceve Francesca dopo aver pubblicato sul suo “blog” l’articolo dell’investimento:

 

Francesca, quelli come i due della macchina dovrebbero ammazzarli nel peggiore dei modi. E feccia che non merita di vivere.

Postato sabato, 24marzo 2007 alle 21:37 da Folletto666

«666 è il numero della Bestia. Un allegrone questo qui, eh?» scherzò Luca.

«Di sicuro uno con un nickname così non d sta molto con la testa, ma quel che dice non è male» considerò Francesca in un soffio. «E gliel’ho anche scritto poco fa.»

 

Vero, Folletto. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il proverbiale mare, però... A ricordare gli occhi dei due di cui parlavo, mi viene spontaneo pensare agli sguardi che ci sono in giro. Nessuno vede più niente. Intendo vedere veramente. C’è tanta di quella cecità dell’anima da far sperare che qualcuno di questi fedeli dei Signore del Denaro e del Potere ci rirì etta la pelle nel peggiore dei modi. Magari ammazzato come un cane e lasciato a terra in uno dei garage del Centro direzionale, dove si stavano affannando ad andare ieri i due imbecilli nel macchinone. E dato che gli occhi ormai non gli servono più, completo la terapeutica scena da grand guignol immaginando che il giustiziere glieli strappi prima di ammazzano e di stenderlo dritto dritto accanto alla sua bara di metallo su ruote: per una volta, 50.000 euro usati bene! Ah, ora sono soddisfatta. Buonanotte.

Postato domenica, 25marzo 2007 alle 00:15 da Francesca Salvati

L’autore:

Massimo Smith, narratore e autore per il teatro e il cinema, è nato nel 1964 a Napoli, dove vive. È

stato direttore editoriale di ‘Ad est dell’equatore’ e ‘Graus’. Ha collaborato con il Premio Napoli e

con l’associazione letteraria ‘I Vesuviani’, organizzando rassegne letterarie che hanno visto tra gli ospiti Dan Fante, Tess Gallagher, Tiziano Scarpa, Erri De Luca e Michele Serio. Tra le sue opere vanno ricordati il romanzo La fabbrica dei suicidi e la raccolta di racconti Le solite cose, oltre ad alcune opere teatrali. È autore anche di sceneggiature cinematografiche. Nel 2007 ha vinto il Premio Rai Fiction per la sceneggiatura del cortometraggio Prima che il gallo canti.

 

Francesca ama la sua città, Napoli, e ama il proprio lavoro, quello di giornalista di cronaca. Descrive tutti i giorni la tristezza che vede per le strade con impegno e passione, ha il cuore nobile lei e non tollera l’indifferenza dilagante. Così, quando un’auto travolge e uccide un bambino nell’indifferenza generale, decide di ribellarsi e reagire raccontando sul blog del suo giornale quella terribile esperienza. Sfogandosi, augura una morte dolorosa e brutale a coloro che hanno assistito alla scena con occhi quasi infastiditi, assuefatti all’orrore. Poche precise parole che si avverano quella stessa notte e un unico indizio lasciato sul luogo del delitto. Proprio Francesca, indifesa e sensibile, è la prima sospettata, ma ha un alibi di ferro. Alcune settimane dopo, però, un suo nuovo articolo anticipa un altro delitto, aggravando la sua posizione. Chi vuole incastrarla? Qual è lo scopo di tanta violenza? È forse l’inizio di una serie di crimini inquietanti ed efferati, che sembrano sconvolgere Francesca e tutto ciò in cui lei ha sempre creduto? In un vortice di azione e mistero, Il rasoio di Occam è un puzzle da ricostruire, un rompicapo che fa perdere la testa.

Il rasoio di Occam di Massimo Smith (2009, Fanucci Editore, collana Vintage, pagg. 345, euro 18,00) - ISBN 978-88-347-1444-7