Basette, realizzato nel 2008 da Gabriele Mainetti, attore musicista e regista romano, è un cortometraggio, interamente italiano, ispirato alle gesta del più amato ladro del panorama dell’animazione giapponese: Lupin III.

Nei suoi sedici minuti di durata, in bilico tra realtà e finzione, tra ambientazioni italiane e personaggi giapponesi, narra la storia di quattro ragazzi di borgata, innamorati delle gesta della combriccola del ladro gentiluomo, malviventi per il gusto di farlo ma con un grande senso dell’onore, che trovano la morte durante una rapina ad un ufficio postale.

Interpretata da un cast d’eccezione che si è da subito appassionato al progetto: Valerio Mastandrea, che presta il volto a Lupin III, Marco Giallini, nella parte di un perfetto Jigen, Daniele Liotti, nel ruolo di un particolare Goemon, Luisa Ranieri, che impersona una notevole Fujiko e Flavio Insinna un fantastico Zenigata, quest’opera, prodotta dallo stesso Mainetti con Emiliana De Blasio e distribuita dalla Blue Suede Shoots, è stata presentata in molti festival ed ha vinto numerosi premi tra cui quelli come miglior corto al Sardinia Film Festival e al festival del corto del programma della rete televisiva LA7 “La 25a ora”.

Oltre agli attori, tutti volti cinematografici e televisivi conosciuti, un notevole apporto alla pellicola, pervasa da una forte ironia data dalla contrapposizione fra personaggi e ambientazioni, è stato dato dal famoso direttore della fotografia Maurizio Calvesi che, con la sua esperienza, professionalità e sicurezza, ha creato un perfetto mix tra azione e storia di vita vissuta e ha esaltato le atmosfere intimiste strizzando l’occhio al ritmo proprio del cartone animato.

I personaggi poi, sono molto fedeli come movenze e come aspetto a quelli dei fumetti dedicati al ladro gentiluomo creato da Monkey Punch.

I costumi sono molto simili a quelli degli anime e alcune scene, come quella di Fujiko che corre in moto verso il tramonto, o di Goemon che affetta due poliziotti con la sua affilatissima katana sono riprese pari pari da questi.

L’unica pecca, se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo, che però e funzionale a sottolineare che la vicenda di Lupin è raccontata attraverso una fantasia di Antonio, il personaggio interpretato da Mastandrea,  sta nella parlata romanesca dei protagonisti che alla lunga fa si che lo spettatore non riesca del tutto a calarsi nell’atmosfera da cartone animato giapponese che pervade il film fin dall’inizio.

Nonostante ciò, come hanno dimostrato i numerosi premi vinti, questo cortometraggio è molto valido e quindi c’è da auspicarsi che esca dal circuito di nicchia dei festival e sia distribuito nelle sale o nel circuito dell’home video.