La signora Emma tornò a casa col suo passo strascicato pensando al condominio.

Non la salutavano più e ora che era rimasta sola, nessuno le rivolgeva più la parola. I bambini la tenevano sveglia. Poi le scale sporche. L’odore di cucina che le serrava la gola. E i cani. L’indifferenza. La solitudine. C’era anche chi le rubava la posta. Aprì il portone. Nel suo pianterreno sentì subito odore di gas. Infilò la chiave. In casa l’odore era acutissimo. Mise una mano sulla bocca e cominciò a tossire, poi pensò che accendere la luce voleva dire far esplodere il palazzo. Una bomba. Stava per precipitarsi ad aprire la finestra, poi guardò le scale. Pensò ai bambini. Ai cani. Alla televisione a tutto volume del vicino.

Alla riunione di condominio … Allungò una mano e accese la luce…

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