Allora Fabio hai coronato un tuo sogno con questa antologia Giallo Scacchi- racconti di sangue e di mistero, Edizioni Ediscere 2008, curata da te e da Mario Leoncini. (notizie/6577/)

E’ vero. Ho coronato un bel sogno riunendo due mie grandi passioni. Il giallo, appunto, inteso in senso lato, e gli scacchi. 

Quale delle due passioni è nata prima?

Quella del giallo. Praticamente verso i dieci-undici anni. Gli scacchi sono arrivati più tardi. Per essere precisi nel 1972 durante l’eccezionale incontro Spasskij Fischer per il titolo mondiale. Allora ho cominciato a studiare a fondo questo “nobil giuoco”, sono diventato Maestro per corrispondenza e ho anche incominciato a scrivere articoli per le riviste specializzate e pure qualche libro. Ma parliamo di questa antologia che mi sta a cuore.

Bene, parliamone. Come e quando è nata l’idea?

Già sapevo per informazione diretta che nella letteratura poliziesca spesso gli scacchi avevano rivestito una posizione di rilievo. A partire, per esempio, dalla nostra Agatha Christie. Se posso portare un esempio…

Prego...

In Poirot e i quattro la Regina del giallo fa usare all’omicida un pezzo degli scacchi per uccidere il suo avversario. 

Simpatico gesto.

L’Alfiere di Re del Bianco è attraversato da un elettrodo e il circuito elettrico si chiude nella casa b5, così quando il suo conduttore  sposta l’Alfiere proprio in quella casa, come è solito fare, viene fulminato e muore di paralisi cardiaca. 

Ingegnoso

Cito anche altri autori come S.S. Van Dine, il creatore di Philo Vance, o Arthur Conan Doyle e poi Asimov, Scerbanenco ecc… ma i lettori che vorranno saperne di più possono leggere Gli scacchi nella letteratura poliziesca scritto da me medesimo proprio nell’antologia. Dunque, dicevo, ero al corrente del feeling particolare che esiste, direi per natura, tra il giallo e gli scacchi. Occorreva realizzare un nuovo “incontro”. E questo è stato possibile per la disponibilità, al primo contatto, con Mauro Smocovich e l’editore Valerio Luciani della casa editrice Ediscere di Verona. Al posto di Re e Regine degli scacchi, già preventivato, abbiamo deciso il nuovo progetto. A questo punto sono intervenuti Chiara Bertazzoni, Sabina Marchesi ed Elio Marracci che hanno convinto scrittori di prestigio e interessanti nuove leve a contribuire alla antologia di racconti. Non ho parole per ringraziarli. Anzi, basta una parola. Grazie. 

Qualche nome?

Butto lì a caso pescando in qua e là e gli altri non se l’abbiano a male: Enrico Luceri, Alessandra Arcari, Dario De Judicibus, Enrico Solito, Gordiano Lupi, Angelo Marenzana, Elena Vesnaver, Simone Togneri, Sabina Marchesi, Mauro Smocovich, Massimo Pietroselli e chi più ne ha più ne metta. Tutta la lista in edizioniediscere.com

Ma quanti sono?

Una marea. Credo vent’otto con trentuno racconti.

Accidenti. E il risultato?

Bellissimo.  Ecco, se un piccolo dubbio albergava nella nostra mente era che si potesse avere una rigida omogeneità di argomenti. Per essere più chiari, che si sfruttassero gli scacchi solo da pochi punti di vista. Mai dubbio fu spazzato via dalla realtà. I lettori potranno facilmente rendersene conto da soli. Qui veramente il “nobile giuoco” ha dato la stura ad una ispirazione estremamente variegata e interessante.

 

Sentiamo.

Mi butto. Si parte dagli scacchi come mezzo per scoprire il colpevole lungo il sentiero di una tradizione consolidata del giallo classico, fino ad arrivare a quei racconti dove non si sa quando finisce la fantasia e incomincia la realtà. Un miscuglio fra reale e irreale. Il possibile e l’impossibile. Il sogno che non è un sogno. Nel mezzo la storia con il famoso automa detto il “Turco” ambientata nei primi anni del Regno d’Italia e addirittura i redivivi Hitler e Che Guevara. Poi ancora gli scacchi come principio di innamoramento e fine dello stesso, come ragione di vita con l’Altro che non c’è, come pretesto per raccontare un incontro, un momento di guerra, uno spaccato della società (l’abbandono dei vecchi), come mezzo di distruzione del “nemico”, di chi si frappone tra interessi illeciti, come sfida alla polizia o semplicemente per incastrare un innocente, come sogno pazzesco di un archeologo (non tanto pazzesco se è poi veramente successo). E infine alcuni racconti che si pongono in maniera defilata rispetto alla tematica del titolo ma che abbiamo voluto inserire lo stesso sperando di far cosa gradita a chi ci vuole seguire.

Un bel po’ di roba.

Il tutto introdotto da un excursus già citato del sottoscritto e completato da una postfazione succulenta di Sabina Marchesi e Massimo Pietroselli. Nel mezzo breve presentazione degli autori e dei racconti curati da Mario Leoncini il quale, voglio ricordare, è Maestro di scacchi e vicepresidente della Federazione Scacchistica italiana. Un so se mi spiego, disse i paracadute.

Sempre voglia di battute alla toscana eh? E allora chiudi questa chiacchierata con un giudizio della tua terra. Senza esagerare, però.

Sicuro?

 

Vai.

Direi che questa antologia mi garba parecchio. Ma parecchio parecchio. 

Bene…

E sulla su’ bontà mi ci gio’o le p…

Basta. S’è capito.

Grazie per l’intervista.

Grazie a te.