Non è un paese per vecchi doveva essere e Non è un paese per vecchi è stato, ma nessuna polemica per carità, ad avercene, di film così, magari non riusciti fino in fondo ma in ogni caso interessanti. Oltre l’Oscar come miglior film (che di norma finisce nelle mani del produttore…), il film dei Coen se ne è aggiudicato altri tre, andati rispettivamente alla sceneggiatura non originale, opera degli stessi fratelli e derivata dall’omonimo romanzo di Cormac McCarty, alla regia, ed infine a Javier Bardem come migliore attore non protagonista, categoria questa ultima sempre di difficile definizione perché per fare un esempio il suo ruolo nel film dei fratelli Coen è molto più vicino a quello di vero e proprio protagonista rispetto a quello più defilato di Tilda Swinton vincitrice nella stessa categoria, ma ovviamente al femminile, per Michael Clayton. Tornando agli interpreti, l’Oscar come migliore attore protagonista è andato a Daniel Day Lewis per il suo ruolo in Il Petroliere mentre quello come migliore attrice se lo è aggiudicato Marion Cotillard per Le vie en rose (Oscar anche come miglior make up), il che ha sancito in maniera definitiva il trionfo degli attori europei (Inghilterra, Spagna, Francia).

Spulciando qua e là nella lista dei premi, impossibile passare sotto silenzio quelli andati alla pattuglia italiana composta da Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo Oscar per le scenografie di Sweeney Todd, e Dario Marianelli che si è aggiudicato quello per la migliore colonna sonora per il film Espiazione.

Di grande interesse, scorrendo la lista dei premi, sono anche le statuette andate alla migliore fotografia e al migliore montaggio, due elementi senza i quali un film semplicemente non esisterebbe (la fotografia) e se anche esistesse non avrebbe né capo né coda (il montaggio). La fotografia premiata è stata quella di Robert Elswit per Il petroliere, una fotografia spesso en plein air e che fino all’ultimo deve esserla giocata con quella di Roger Deakins di Non è un paese per vecchi, forse meno appariscente ma sulla cui vittoria non ci sarebbe stato nulla da ridire, mentre la statuetta per il migliore montaggio è andata allo straordinario lavoro compiuto da Christopher Rouse per il notevole, e non solo per il montaggio, The Bourne Ultimatum, che si è aggiudicato anche altri due Oscar, quello per il sound editing e per il sound mixing.

Alla finora sconosciuta Brook Busey, in arte Diablo Cody (trent'anni non ancora compiuti, un passato da spogliarellista e da telefonista in un call center erotico, titolare di un blog molto frequentato sul web) è andato l’Oscar come migliore sceneggiatura originale per Juno, mentre miglior film straniero è stato giudicato l’austriaco Il falsario (ed è la prima che un film austriaco si aggiudica l'ambita statuetta).

Ratatouille si è aggiudicato l’Oscar come miglior lungometraggio di animazione,  mentre La bussola d’oro ha conquistato quello come migliori effetti visivi. Infine, i migliori costumi sono stati giudicati quelli di Elizabeth: The Golden Age.