Quella sera Elena era stanca, e anche un po’ distratta. Era stato il suo turno di chiudere il canile, e anche se il guardiano aveva insistito che poteva farlo benissimo lui, aveva voluto dare da mangiare a Sparky, un bastardino reduce dall’amputazione di una gamba e che doveva essere pazientemente imboccato. Fece appena in tempo a vedere l’ombra, frenò e udì il colpo sordo. La macchina era leggermente inclinata sulla sinistra.

No.

Non poteva essere successo.

Non poteva avere investito un cane.

Elena rimase seduta al suo posto, impietrita, paralizzata, incapace di accettare una realtà così mostruosa. Lei, proprio lei, a cui fin da piccola portavano gli uccellini caduti dal nido, che aveva tenuto nascosta in cantina una gatta che aveva partorito finché non era riuscita ad affidare tutti i gattini, lei che aveva cominciato ad occuparsi di randagismo ancora alle medie, che partecipava a tutte le manifestazioni animaliste, che aveva accolto in casa randagi di ogni genere e taglia fintanto che c’era stato il vecchio canile, quello con ancora l’abitudine della camera a gas, lei che, quando avevano aperto quello nuovo, aveva disinfettato con il Bayticol 70 cani vecchi e con la rogna, che le erano venuti incontro come una mandria, e in quel momento aveva pensato che non c’era niente di più bello di un’orda di cani che vuole leccarti e saltarti addosso, lei che fotografava di nascosto i maltrattamenti, che sequestrava i cani per affidarli poi a famiglie lontane dai vecchi padroni, lei che poi era entrata come volontaria nel canile nuovo e che viveva per quello e per i tre cani che l’attendevano a casa, lei aveva investito un cane.

Finalmente trovò la forza di scuotersi. Forse non tutto era perduto, forse il cane era solo ferito, forse poteva rimediare. Aprì la portiera, scese, fece  i passi necessari per arrivare al muso della macchina, col fiato sospeso. Guardò, e per un istante il suo cuore perse un colpo. Poi riprese a battere, forte, di gioia. Grazie a dio! Risalì in fretta sulla macchina messa sbilenca e accese il motore.

Ripartì e lasciò il bambino a lato strada.