L'11 maggio 2007 presso l'università La Sapienza di Roma, nella Facoltà di Scienze della Comunicazione si terrà un convegno dedicato al noir.

L'obiettivo principale del convegno, dal titolo Black Out, è quello di individuare e analizzare le modalità di rappresentazione e racconto del crimine prendendo spunto dal dibattito in corso che vede nel noir un "trans-genere cannibale", anche alla luce della recente fortuna di un genere che sembra ormai "contaminare" e tingere di nero una parte sempre più consistente della produzione mediale, sia sul versante della fiction e dell'intrattenimento, sia su quello della pubblicazione di saggi, inchieste giornalistiche e programmi di approfondimento.

Proprio per le sue caratteristiche costitutive, infatti, il noir appare oggi come la cornice più idonea a mettere in scena e a interpretare lo spirito del nostro tempo. 

 

Il convegno, della durata di un giorno, è articolato in tre macro-aree: origini ed evoluzione del genere noir; rapporto tra realtà e narrazione mediale;  riflessione su percezione, rappresentazione e coltivazione a livello individuale, sociale e mediale. 

 

Il convegno si propone quindi di avviare un dibattito, attraverso gli interventi di vari relatori, i contributi audiovisivi e le testimonianze di esperti, rispetto ad alcuni nodi tematici principali.

In particolare, saranno oggetto della discussione i motivi del crescente successo del genere; le funzioni, non soltanto di intrattenimento, assolte dal noir; infine, il progressivo assottigliamento del confine tra realtà e finzione. 

La prima parte del convegno verrà dedicata alla ricostruzione delle caratteristiche tipiche che permettono l'identificazione di un prodotto noir, allo scopo di descriverne la fisionomia attuale e l'articolazione in differenti sotto-generi.

Il recente boom di alcune produzioni culturali infatti, consente ormai di parlare di noir con riferimento non solo alle opere più immediatamente riconducibili al singolo genere, ma anche a quelle che, pur non rientrando naturalmente entro i suoi tradizionali confini, possono essere rilette in questa ottica.

Particolare rilievo assumono anche le dinamiche di "noir-marketing", che puntano alla costruzione e promozione di prodotti culturali rivolti a soddisfare, anche a livello multimediale, una domanda crescente proveniente da un pubblico eterogeneo e affamato di storie nere.

Nella seconda parte del convegno gli autori di noir verranno invitati a confrontarsi con gli esperti del RIS, protagonisti delle vicende raccontate, per analizzare i meccanismi di costruzione di un prodotto fictional.

Un ulteriore spunto di approfondimento sarà costituito dall'analisi delle dinamiche che, sempre più spesso, tendono a trasformare l'esperienza e le competenze professionali di alcuni esperti in prodotti culturali di successo.

Quest'ultima sezione sarà dedicata ad analizzare le dinamiche psicologiche e socioculturali alla base di eventi e comportamenti criminali, nonché il rapporto tra fatti criminosi e rappresentazione mediale.

Sul versante di una lettura di tipo psicologico, si tenterà di esplorare le dinamiche di "genere" (maschile e femminile) nella consumazione – nel doppio significato di messa in atto e di fruizione – di un delitto e i rapporti di influenza reciproca tra l'individuo e la società.

In un'ottica trasversale, poi, si tenterà di valutare la relazione tra uno stile di rappresentazione sempre più realistico e lo slittamento della soglia di tolleranza all'orrore, anche alla luce di un duplice effetto: il rischio di perdita di sensibilità verso il dolore della vittima e la crescente fascinazione del male, che spiega, almeno in parte, il successo del genere noir, nelle sue differenti forme.

Un ulteriore spazio di discussione sarà dedicato all'ipotesi che la violenza mostrata e esibita agisca, nel lungo periodo, sulle percezioni degli spettatori, generando un effetto di coltivazione, più che di semplice emulazione.

Infine, la rielaborazione della memoria collettiva attraverso la messa in scena di eventi della nostra storia – su tutti, ad esempio, i misfatti della Banda della Magliana raccontati in Romanzo Criminale – fornirà lo spunto per interrogarsi sulla capacità delle opere di fiction di rappresentare, e in alcuni casi anche di costruire, efficaci paradigmi identitari, anche attraverso il genere noir.