Stanno tornando tra noi.

Spuntano dalle edicole, emergono dai palinsesti tv, occhieggiano dagli scaffali delle videoteche. Sono i “poliziotteschi”, quei film italiani degli anni Settanta con poliziotti giustizieri e città nere di odio e di violenza, quei film che fino a qualche tempo fa raccoglievano il disgusto dei cinefili e la benevola ironia dei critici “impegnati”.

Poi è venuto Quentin Tarantino e i suoi (dubbi) gusti in fatto di cinema e tutto è cambiato.

E così, dopo i western spaghetti girati in Ciociaria o al massimo in Spagna; le commedie erotiche (quanta tenerezza quei seni al vento prima della rivoluzione al silicone!) a base di Pierini, supplenti e infermiere; i film di Ciccio & Franco e quelli di Bud Spencer & Terence Hill, è stato sdoganato anche il “poliziottesco”.

Fedeli alla nostra linea, analizzeremo i film evitando pregiudiziali stroncature ma anche disinvolte riabilitazioni: come sempre, per noi, non è il genere a fare (o disfare) il capolavoro, ma soltanto il talento dell’autore.