Dopo La vampa d'agosto, in cui Andrea Camilleri ha mostrato ai lettori un commissario Montalbano provato dallo scorrere del tempo e debole sotto i colpi degli anni che passano, il popolo camilleriano si chiede quale sorte il celebre autore riserverà al suo più popolare personaggio.

Riuscirà il commissario a ritrovare la sua lucidità per affrontare questa nuova indagine? E come proseguirà la sua storia con l'ormai storica fidanzata Livia?

Ormai è solo questione di giorni e tutti questi interrogativi troveranno una risposta. Sarà infatti disponbile in tutte le librerie a partire dal 9 novembre Le ali della sfinge, il nuovo, attesissimo poliziesco con protagonista il commissario più amato d'Italia. In una vecchia discarica è stato trovato il cadavere di una ragazza. Nuda, il volto devastato da un proiettile, niente borse o indumenti in giro. Solo un piccolo tatuaggio sulla spalla sinistra, che rappresenta una farfalla, potrebbe favorire l'identificazione della donna.

Con queste parole Salvatore Salvo Nigro, presenta e anticipa alcuni puntichieva del romanzo.

Ci sono i consueti ingredienti delle inchieste del commissario Montalbano, in questo nuovo romanzo di Camilleri: i chiardiluna legislativi, i lorsignori della politica, i lasciti di un governo gaglioffo, la prolissa incompetenza dei superiori, le calandrinate verbali di Catarella; gli stranguglioni, le làstime, i teatrini, le esche bugiarde, e la sensualità golosa del commissario. Ma in una diversa ricomposizione, ora: attraversati come sono da un'insidia segreta, che viene dal retrosguardo abissale di un Montalbano che avanza nella gravedine degli anni ed è giunto alle "sabbie mobili" del suo celibato adultero con Livia; ed è incistata nell'infarto subìto dal senso della realtà, allorché i "mostri" sembrano mulini a vento, la "provvidenza" è un prestanome criminale, i campi d'accoglienza per gli immigrati sono dei lager, i sequestri di persona possono essere anche messinscene da operetta, e la "Buona volontà" costituita da anime cosiddette pietose è un associazione a delinquere specializzata nella tratta e nello sfruttamento delle nuove schiave. In una discarica è stato trovato il cadavere di una giovane russa, marchiato da un tatuaggio. La farfalla, tatuata sulla scapola della vittima, è una «sfinge»: una farfalla migratoria e notturna, come le nuove schiave. Montalbano, per risolvere il caso, dovrà «cataminarsi tra monsignori e anime devote», in questo romanzo improntato dalla matematica del doppio. Dalla sfuggente doppiezza della realtà, alla duplicazione dei casi, al bivio delle scelte, alla scissione della personalità, alle due ali apparenti della «sfinge» che di fatto sono quattro: come quattro sono le schiave-farfalle. La labilità irrequieta di Montalbano si esibisce in pantomime solitarie; nella dissociazione tra un io che tende a cedere agli alibi della vecchiaia, un secondo io che si oppone, resiste, e irride; tra la sensibilità ipotetica di un fauno e quella di un casto Giuseppe. Quando il commissario crede di essersi ricomposto nell'unità di una decisione, e si precipita all'incontro con la sua metà, la trama gli riserva una sgambata. E si divarica tra la corsa di Montalbano che va in una direzione, e la corsa di Livia che va nella direzione opposta. Come accadeva nei poemi cavellereschi di una volta; e nei romanzi ottocenteschi decisi dalla eterogenesi dei fini. L'architettura romanzesca ironizza su se stessa. Si diverte. E diverte. Malgrado tutto.

Tutti coloro che volessero ulteriori informazioni, o volessero prenotare il libro, possono visitare il sito della casa editrice Sellerio.