Era proprio mal messa la canina, davvero pelle ed ossa, e si intuiva che doveva aver sofferto, ma in poco tempo lui riuscì a rimetterla in forze.

Le diede il nome di Asia.

Asia era un buon animale, non abbaiava, non mordeva e non dava problemi particolari, ecco, tranne uno: faceva le buche nel giardino. Bastava che la si lasciasse da sola una mezzora nel giardino che al ritorno pareva ci fosse passato un esercito di talpe.

Il mio amico dal principio non comprendeva le ragioni di questo suo comportamento. Forse era il modo di sfogarsi dell’animale – ai cani piace fare buche – o di giocare: prima si scavano le buche e poi il padrone corre tutto trafelato in giardino a ricoprirle. Ma, la cosa cominciava ad essere seccante, perché Asia distruggeva davvero ogni cosa in quel giardino, piante e fiori compresi.

Visto che a sgridarla non si otteneva niente, anzi, la si agitava ancora di più, e dopo aver dato seguito a numerosi consigli di conoscenti rivelatosi infruttuosi… Tra gli altri quello di interrare nel giardino di casa la cacca di un altro cane perché gli avevano garantito che i cani non amano scavare dove ne è passato già un altro, si decise di rivolgersi ad un veterinario.

Il veterinario trovò il caso bizzarro e chiese l’aiuto di un comportamentista animale. Insieme studiarono la cosa ed arrivarono alla conclusione che l’animale soffriva di una sorta di sindrome d’abbandono.

La canina era un animale oltremodo sensibile, e l’essere stata abbandonata le aveva creato un trauma; da allora viveva nell’incessante paura che la cosa potesse ripetersi. Temeva che anche i nuovi proprietari, come i vecchi, presto o tardi, si stancassero di lei e se ne disfacessero. Ragione per cui, quando si vedeva sola, in preda a una paura folle, incominciava freneticamente a scavare.

Forse in questo modo allentava la tensione che le procurava lo star sola, o forse credeva che scavando una galleria avrebbe trovato i padroni ad attenderla festanti dall’altra parte… O chissà! Vai a sapere cosa passa per la testa di un cane…”.

“Forse dovrebbero esserci psichiatri anche per loro”, dico.

“Sì, forse dovrebbero essercene, in fondo sono creature più sensibili e corrette di noi esseri umani. Il veterinario spiegò che dopo l’esperienza precedente, la canina doveva acquistare fiducia nei nuovi proprietari. Un po’ alla volta Asia avrebbe imparato a restarsene da sola per periodi sempre più lunghi, finché la cosa non le sarebbe più pesata. Avrebbe smesso allora di scavare buche.

Il mio amico non disse nulla di tutto ciò alla moglie. La donna si era mostrata già abbastanza contraria al nuovo cane, se avesse saputo anche dei suoi problemi psicologici gli avrebbe sicuramente consigliato di darlo via e di prendersene un altro. Ma come avrebbe potuto lui disfarsi della piccola Asia? Se lo avesse fatto, lei ne avrebbe probabilmente ricevuto un colpo da cui non si sarebbe più ripresa, e lui non aveva cuore di farlo. Perciò non spiegò alla donna le ragioni di quel suo comportamento, ma si limitò a raccontarle che Asia andava semplicemente educata al nuovo ambiente.

E poi la canina non sarebbe mai rimasta sola troppo a lungo, dato che la moglie, era casalinga.

E difatti in poche settimane il problema gradatamente diminuì, e poi scomparve del tutto, ecco, eccezion fatta per un giorno: il venerdì.

Il mio amico finiva di lavorare nel primo pomeriggio, spesso prima di ritornare a casa si fermava ad acquistare in edicola una rivista o in libreria un libro…”.

“Gialli?”, mi sento legittimato a chiedergli.

“Soprattutto libri gialli – mi risponde – ma anche altro. Leggeva molto questo mio amico da un po’ di tempo a questa parte, soprattutto a letto. Diceva che lo aiutava ad addormentarsi accanto alla moglie, bella e ancora giovane, ma come dire… un po’ distante, fredda verso di lui, soprattutto negli ultimi mesi… Ma questa è un’altra storia”.

Per qualche istante si zittisce facendo una smorfia addolorata, poi riprende.

“Comunque, non appena apriva il cancelletto di casa immediatamente la canina gli veniva incontro scodinzolando felice, gli si arrampicava sui calzoni e gli leccava tutte le mani, e tutto sembrava perfettamente in ordine come ogni altro giorno… Ma il venerdì c’era quella grossa buca scavata nel bel mezzo del giardino, e quella grossa buca lì faceva la sua comparsa sempre e solo in quel giorno: il venerdì. Ogni maledetto venerdì!