“Oggi vi sentirete pieni di energia, ma dovreste curare maggiormente la salute. Difficoltà economiche. Incontri inattesi”.

Non so neanche com’è che mi sono dimenticato proprio quella pagina del giornale aperta sul tavolino; di solito leggo solo lo sport e adesso, mentre mi sto preparando, mi cade l’occhio sull’oroscopo.

Tutta roba inutile, cose da falliti, come le inserzioni lavorative.

Sarebbe da scriverci un libro, poi, su quelle.

Magari qualcosa di vero c’è.

Negli oroscopi, non nelle inserzioni, chiaro… tipo la salute: in effetti, stamattina mi sono svegliato con un herpes fastidioso che mi pizzica il labbro inferiore. Okay, darò un po’ di Zovirax, e poi via, alla grande.

Oppure le difficoltà economiche: capirai che forza, a indovinare. Sono mesi che sono in bolletta, da quando mi hanno licenziato dall’ultimo lavoro… Tutto perché sono stato un mese in mutua senza presentare l’ombra di un certificato e ho mancato tre visite fiscali. Ma quelle sono cose da perdenti, non ho la testa, io, per dire ‘sissignore’, per passare la giornata a sudare su un furgoncino mezzo arrugginito, per andare a stappare una fogna qua, sturare un lavandino là…

Ho altre idee, altri pensieri, altri progetti, io. Mi viene proprio da ridere a pensare alla faccia che farebbero i miei se solo arrivassero a indovinarli, tutti concentrati come sono sui loro colloqui e sui loro stramaledetti corsi della Regione.

E non parliamo, poi, del mio amato fratellino: tutto perfettino, abbronzatino, si sente un manager e mi guarda schifato solo perché fa il passacarte in un ufficio pidocchioso, senza aria condizionata e con una finestra con vista muro di fronte.

Roba da lager…

Ma questa è, come si dice, una solida famiglia di lavoratori, giusto? E il loro hobby è rompermi le palle: alla tua età ancora la paghetta, non sai tenerti un lavoro, sai solo passare le giornate davanti alla televisione, non hai uno scopo, non hai senso, di te non se ne può più, ora basta…

Ora basta, questa volta, lo dico io.

Tra poco si va in scena, c’è il grande Esordio, sì proprio con la e maiuscola e sarà un debutto col botto, di quelli che lasciano il segno.

Oggi faccio il grande salto, basta, è deciso e tra poco sarà ufficiale.

Sarò su tutti i giornali. Magari solo un trafiletto, ma ci sarò.

La mia prima rapina, che meraviglia.

A essere sinceri, sono un po’ teso, per cui inganno il tempo facendo le prove, ripetendo i gesti che dovrò compiere, proprio come un attore, come il grande Bob o il mitico Sean, perché no? In fondo, a ben guardare, la vita è come un film.

Ora, ad esempio, mi minaccio con la pistola – giocattolo davanti allo specchio, come De Niro in “Taxi Driver”. Solo che la sua non era un giocattolo, cioè non era neanche vera perché era un film, ma nel film risultava che era vera… okay, non bisogna farci caso, non mi vengono bene i ragionamenti difficili quando sono un po’ nervoso… Io, comunque, devo accontentarmi della pistola – giocattolo, perché, come dicevo, sono in bolletta, ma di brutto. Con i soldi del colpo, mi procurerò un bel ferro vero, garantito. Non sono mica un pacifista, anzi la mia scena preferita è quella della sparatoria in “Heat – la sfida”: ragazzi, che sequenza! Una sparatoria coi fiocchi nel traffico di New York, con gli M16 a sputare fuoco, vetri sbriciolati, morti da tutte le parti e De Niro (sì, sempre lui, mitico!) che si fa strada, sparando, col bottino sulle spalle e trascinandosi il compagno ferito… fantastico! Grandioso!

Solo che lì è New York, qui sarà la periferia di Genova, dove inizia la campagna; là era una banca di quelle da fantascienza, qui un ufficio postale morto dal sonno, quasi all’ora di chiusura. Non ci sarà bisogno di fare tanto casino, ho calcolato tutto.

“Non fare il coglione, mollala!”

Ottimo, questo è il tono giusto, se qualcuno dovesse fare il furbo… ma chi vuoi che faccia il furbo? Troverò quattro vecchi che non si reggono, non dico in piedi, ma neanche seduti e un impiegato con una pancia che sembra Bud Spencer, ma senza i suoi muscoli e neanche la barba, a essere precisi nei dettagli.

Comunque non è bello che mi dia del coglione allo specchio, devo ricordarmi di portarmi più rispetto nelle prossime simulazioni, se voglio fare strada. Bisogna curare i dettagli, certo.

Anzi, devo ricordarmi di ricordare: un buon professionista prende appunti mentali per migliorare nei colpi successivi.