Dopo la presentazione dell’autore e averlo ringraziato per la sua disponibilità, e della traduttrice (molto brava) Chiara Serafin, passiamo immediatamente alle domande.

Quando è nato in lei l’interesse per quella che chiama “La conoscenza proibita”? E ancora quando è nato questo suo “amore” per il Giappone tanto da diventare un esperto di lingua e cultura giapponese?

Quando avevo dieci anni ho letto la biografia di Houdini e mi colpì molto la dichiarazione di un poliziotto il quale affermava che era una bella fortuna che Houdini non fosse un criminale in quanto sarebbe stato molto difficile catturarlo e anche trattenerlo e ovviamente questo per me fu sbalorditivo che questo uomo avesse appreso delle conoscenze che il governo non voleva fossero diffuse. Ci sono delle informazioni che il governo non vuole che si sappiano e da quel momento fui interessato a queste cose.

Il mio interesse per il Giappone è iniziato quando mi sono dato alle arti marziali, ero all’università, ho iniziato a praticare il karate e lo Judo e poi da questo sono passato all’interesse per quella cultura e più imparavo e maggiore era il desiderio di apprendere ancora di più. E così è iniziato il tutto.

In che consisteva il suo lavoro alla CIA era sempre dietro una scrivania oppure è stato anche diciamo “sul campo”?

Nella Cia ho ricevuto una formazione e un addestramento da spia, ho fatto tutta la formazione paramilitare e anche questo fa parte della formazione di agente segreto. Però non mi sono fermato abbastanza nella Cia per andare a lavorare “sul campo”.

Nel prepararsi a scrivere un suo romanzo, quanto tempo dedica per informarsi sugli argomenti, sui luoghi oppure conosce già il tutto? E inoltre la trama dei suoi libri è sempre abbastanza complessa, l'ha già in mente dall'inizio?

Faccio molto lavoro di ricerca, visito personalmente i luoghi dove si svolgeranno gli avvenimenti del romanzo.

Anche se conosco molto bene il Giappone ci torno spesso, perché voglio catturare l’essenza dei luoghi per trasmetterla al lettore e per farlo devo andare sul luogo, per vedere, per assaporare e per rendere il libro molto reale. Per esempio nel presente volume appare un personaggio Dox che è un ex cecchino dei marines, questo era un argomento che non conoscevo pertanto ho letto dei libri in merito, visto dei video e ho parlato anche con una persona che ha fatto proprio il franco tiratore. Faccio molta ricerca di base. Per quel che riguarda la trama quando inizio a scrivere non la conosco, diciamo che conosco la situazione generale che poi si evolve man mano che scrivo. Per esempio in questo libro sapevo sin dall’inizio chi era il cattivo Belghazi, sapevo che si sarebbe trovato a Macao e che il protagonista sarebbe andato a Macao per ucciderlo e sapevo che ci sarebbe stato un altro assassino interessato a uccidere Belghasi e che Rain avrebbe dovuto uccidere anche lui. Quello che ho appena descritto e la trama in grandi linee che poi sviluppo man mano che scrivo, però i personaggi ci sono già tutti.

Ci sono letture fatte in passato o film che in qualche modo le hanno suggerito, anche se in minima parte i suoi romanzi?

Andrew Vachss. Ha avuto una certa influenza nei miei romanzi.

Per il film ricordo Ronin con Robert De Niro. Gli piace l’idea di questo samurai che ha perso il suo maestro.

Tra il suo primo romanzo del 2002 (Rain Fall) e il quinto del 2006 (The last assassin) è passato è vero poco tempo ma è cambiato qualcosa nel suo modo di scrivere e/o di vedere la situazione mondiale?

Si, le idee per le mie trame le traggo proprio dai giornali, sicuramente l’11 settembre mi ha colpito molto, non tanto il fatto in se quanto il modo con cui ha influito sull’opinione americana.

Possiamo dire che negli Usa ci sono delle tendenze che scaturiscono dall’11 settembre; per esempio la CIA ha avuto molto più campo libero per queste attività di ricerca e neutralizzazione di terroristi. Inoltre c’è stata una forte ristrutturazione nell’apparato di sicurezza americano, si sono fatti dei team composti dai principali servizi delle forze armate americane (esercito, aviazione, marina) che hanno il compito di rintracciare questi terroristi e ucciderli e poi c’è la privatizzazioni di molte funzioni governative, pochi lo sanno ma in Irak il terzo contingente più grande dopo Usa e GB è composto da soldati privati.

Il governo Usa ha messo una taglia enorme su Bin Laden e per cui ci sono molte organizzazioni private che lo ricercano. La domanda da porsi è quale è la linea di demarcazione tra l’intervento pubblico e la mano privata. E quindi tutte queste tendenze dopo l’11 settembre rientrano nei miei libri.

Già nel romanzo Rain Storm il protagonista sente l’avanzare degli anni (difficoltà a battere Bhelgazi, lungo recupero per guarire dalle ferite ecc.). Ha intenzione di pensionarlo e passare ad altro “protagonista”?

Probabilmente dopo il sesto romanzo Rain dovrà prendersi una pausa.

Il protagonista diffida di tutto e di tutti, addirittura della donna che ama. È anche una sua visione della vita non dare mai per scontato un legame e un affetto?

Non è esattamente così.

Però ci sono delle persone le quali esperienze professionali influiscono anche sulla propria vita privata, per esempio un poliziotto che ha costantemente a che fare con criminali cambia in qualche modo anche il suo modo di vedere il mondo. Se poi è una spia, l’inganno è il suo pane quotidiano. Ma il carattere dello scrittore è ben differente da quello del protagonista anche perchè sono stato troppo poco in CIA per esserne influenzato.

Come affronta abitualmente la scrittura? Ha tempi, momenti, luoghi in cui preferisce scrivere? Ha un metodo di lavoro particolare?

Dipende da quello che devo fare, quando sono all’inizio di un libro non scrivo molto e pertanto passeggio e ci penso, ma poi quando mi prefiguro la situazione e devo scrivere ho due posti preferiti per far ciò: uno e a casa, ma li ho una bambina di sette anni e allora ci sono troppi motivi di distrazione e l’altro luogo è un bar piccolo, carino e tranquillo che si chiama Cafè Borrone.

La sua esperienza personale, l'aver lavorato alla CIA per esempio, in che modo entra nella sua scrittura?

In due modi innanzitutto per la formazione che ho ricevuto in Cia.

Infatti tutta l’arte dello spionaggio che descrivo è vera, quindi l’impostazione mentale di John Rain riflette la formazione CIA che ho ricevuto. Non ci sono grandi congiure nel mio libro perchè se si ha esperienza diretta in queste cose all’interno della CIA si sa che queste cose non avvengono. Quello che c’è effettivamente all’interno della CIA sono le diverse fazioni politiche (in lotta tra loro) e molto spesso un gruppo non sa quello che fa l’altro (La mano sinistra non sa quello che fa la mano destra).

Ci vuole parlare del prossimo libro? (dopo The Last Assasin). Se ancora il protagonista è John Rain?

Non posso dire nulla ma già nel 4° e nel 5° volume ci sono delle importanti evoluzioni: Delilah e Dox diventano personaggi sempre più importanti.

Il gesto di Dox confonde molto John Rain e gli apre una nuova visione del mondo e della possibilità di amicizia vera.

I suoi romanzi, almeno quelli sino a ora tradotti in Italia hanno un taglio direi quasi cinematografico, sappiamo che sono stati acquisiti i diritti cinematografici, ritiene che quanto prima potremo vedere John Rain sugli schermi? E quale attore lei ritiene adatto per il ruolo?

Spero molto di avere la possibilità di vedere un film con John Rain, ho adattato il mio primo libro alla sceneggiatura per un film e so anche che chi ha fissato le opzioni cinematografiche si sta dando molto da fare ma non so a che punto sono. Per l’attore è una domanda difficile perchè la ricerca del protagonista è abbastanza circoscritta in quanto questi deve avere dei particolari tratti somatici (ricordiamo che Rain è mezzo europeo e mezzo giapponese). Forse andrebbe bene l'attore Ken Watanabe

del film L’ultimo Samurai con Tom Cruise.

Chiudiamo l’intervista ringraziando Barry Eisler che ci saluta in italiano.

Rain Storm di Barry Eisler (Garzanti - Collana: Narratori moderni, 2006) Pagine 269 - ISBN 8811597625 - € 16.50

Alba nera su Tokyo di Barry Eisler (Garzanti - Collana: Narratori moderni, 2005) Pagine 390 - ISBN 8811665124 - € 16.90

Pioggia nera su Tokyo di Barry Eisler (Garzanti - Collana: Narratori moderni, 2004) Pagine 351 - ISBN 8811665132 € 16.00