Enrico Solito nasce a Roma nel 1954.

Pediatra e neuropsichiatra infantile, vive ed esercita la professione in Toscana.

È membro di varie associazioni scientifiche e dell’Associazione Sherlockiana Italiana Uno Studio in Holmes per la quale cura la rivista The Strand Magazine.

Ha scritto, oltre a numerosi libri e articoli di carattere medico, moltissimi racconti apocrifi con Sherlock Holmes come protagonista raccolti nei seguenti volumi: Uno Studio in Holmes (Biblioteca del Vascello, 1995), I Casi proibiti di Sherlock Holmes e Sette Misteri per Sherlock Holmes (Hobby & Work, 1998 e 2000) e una enciclopedia holmesiana insieme a Stefano Guerra I 17 Scalini (Bottega delle Meraviglie, 1998).

La sua attività letteraria però non è legata solo a Sherlock Holmes.

Un suo racconto è presente nella raccolta Cronache di delitti lontani uscita nel 2002.

Nel 2003 invece, è uscito il suo romanzo All’ombra del pino.

Entrambe i libri sono editi da Hobby & Work.

In occasione dell’uscita del romanzo Nero Porpora, sempre edito da Hobby & Work, l’autore ha voluto rispondere a qualche mia domanda.

Quindi lascio a lui la parola.

Si può presentare? In due parole chi è Enrico Solito?

Domandona questa, ma ci provo.

Pediatra, uomo sereno, felicemente sposato con tre splendidi figli.

Un uomo fortunato, passionale, in cerca di risposte e che prende la vita troppo di petto.

È uno dei massimi esperti delle storie di A.C. Doyle riguardanti Sherlock Holmes.

Quando è nata in lei la passione per il detective inglese?

Assai tardi, preparando l’esame di medicina legale.

Un amico con cui studiavo mi disse “pare Holmes”.

“Non mi piace il giallo” furono le mie ultime parole famose e lui mi regalò il Canone sostenendo che era un romanzo gotico: cosa verissima.

Fu amore al primo colpo.

È stato uno dei fondatori e dei presidenti dell'associazione Holmsiana italiana “Uno studio in Holmes”.

Ci può raccontare in che modo e a quale scopo è nata questa associazione?

Preciso: non sono tra i fondatori, conobbi più tardi l’associazione.

È nata nel 1987 a Firenze, per il centenario di Uno Studio in Rosso.

Firenze fu scelta in quanto l’unica città italiana sicuramente visitata da Holmes (lo dice nell’Avventura della Casa Vuota).

La società si inserisce nel circuito delle 700 consorelle in tutto il mondo ed è assai apprezzata.

Io sono stato nomitato membro dei Baker Street Irregulars di New York: non ci si iscrive lì, si è chiamati.

Un grande riconoscimento non tanto a me quanto alla associazione.

Sia il suo racconto presente nell’antologia Cronache di delitti lontani che i suoi romanzi All'ombra del pino e Nero porpora sono ambientati durante il risorgimento italiano.

Che significato ha per lei questo periodo storico?

Un momento di speranza, di rinascita, di rivolta: di ricerca di una giustizia e di un domani migliori.

Che furono poi vanificate, ma questa è un’altra storia.

Un periodo sfregiato da una retorica patriottarda e di maniera che nasconde il vero spirito del tempo.

A quale personaggio dei suoi libri è più affezionato e perchè?

Ahi! E se io le chiedessi quale suo figlio lei ama di più?

Idealista, poco amante dei soprusi, difensore di deboli e oppressi.

Queste caratteristiche ddell’avv. Morosini, protagonista del racconto Un violino suonava presente nell'antologia Cronache di delitti lontani e del Don Michele di Nero Porpora sono proprie anche dell'uomo Enrico Solito?

Temo proprio di sì.

Però loro sono più intelligenti di me, osservano più cose e alla fine vincono loro.

A me non succede spesso.

A quali fonti si documenta per scrivere i suoi libri?

A tutto ciò cui posso arrivare.

La bibliografia di All’ombra del pino comprendeva 40 voci, che l’editore mi ha tagliato.

In genere comincio alla Fondazione Spadolini a Firenze e al Museo del Risorgiemnto a Roma: di lì ai vari istituti che dispongono di materiale.

Poi setaccio librerie antiquarie anche via internet e mi rivolgo via telefono e mail alle istituzioni più lontane nel mondo.

In sintesi a tutte le fonti originali che posso.

In genere la ricerca dura almeno 2-3 anni, assai più del tempo necessario a scrivere il libro vero e proprio.

Il bello è che poi nel libro della massa di dati che ho trovato, ne entra si e no l’uno per cento.

Oltre ai libri che sicuramente leggerà per documentarsi e al canone Doyliano riguardante Sherlock Holmes, di cui come abbiamo ricordato è uno dei massimi esperti europei, quale altre letture fa?

Sono un lettore ingordo ed onnivoro.

Amo i classici russi, Sterne e Bulkakov, la Allende, Tabucchi, Taibo, Eco e libri di storia: tra i gialli sopratutto Ben Pastor e Camilleri.

Ma in genere quando ho una mattina libera me ne vado a caccia in libreria e porto via di tutto.