Testo tra i più celebrati del premio Nobel 1997, Dario Fo, felice commistione di teatro politico e farsa, Morte accidentale di un anarchico è di nuovo in scena, per il quarto anno, al teatro dell'Elfo di Milano (fino all'8 gennaio), nella fortunata versione di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani.

Debuttato allo stesso Teatro dell’Elfo il 2 dicembre del 2002 e accolto a Milano da un pubblico di 10.000 persone, la commedia di Dario Fo, parte da uno degli episodi più oscuri della nostra storia, la tragica sorte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, ingiustamente indagato per la strage di Piazza Fontana e morto durante l'interrogatorio, per costruire una commedia esilarante, nella quale l'ironia più surreale va di pari passo con la volontà di reclamare giustizia.

Il testo pesca a piene mani nella dichiarazioni ufficiali e incongruenti che seguirono l'accaduto, già ricche di spunti tragicomici, e porta alle estreme conseguenze i meccanismi del depistaggio, introducendo negli uffici di una imprecisata questura un matto, affetto da istriomania, che si finge un giudice revisore, incaricato di verificare l'operato del commissario e del questore "Definestre".

Le posizioni si ribaltano e gli inquisitori diventano inquisiti: vale tutto o quasi, pur di farli parlare. Così il matto, torchiandoli e ingannandoli, induce i due al "raptus improvviso", per poi bloccarli sul parapetto della finestra...

L'intento è smontare pezzo per pezzo il teorema accusatorio (poi rivelatosi effettivamente privo di fondamento) contro Pinelli, reclamare piena verità sulla strage di piazza Fontana e sulla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli. Una verità che, è stata a lungo indagata dai tribunali, che hanno ridisegnato con un puzzle inquietante trenta anni di storia del mostro paese senza tuttavia riuscire ad assegnare alla giustizia i colpevoli.

Coadiuvati dalla bella scenografia di Carlo Sala, un allucinato paesaggio di fascicoli e incartamenti, polveroso e un po’ sbilenco, Bruni e De Capitani hanno lavorato con maestria sul testo di Fo, puntando su un ritmo incalzante e sui caratteri dei personaggi di contorno, elevati su un gradino più alto di quello di comprimari per arrivare ad un finale che richiama alla memoria l'Ispettore generale di Gogol. 

Interpretato nella precedente edizione da uno scatenato Eugenio Allegri, il matto sarò quest’anno Ferdinando Bruni, che ritorna a un ruolo comico dopo la brillante prova dei Due Gemelli veneziani.