La Newton Compton porta in libreria un thriller firmato da Vincent Spasaro: Morte sul vulcano (2021).

La trama

Liam ha undici anni quando i genitori decidono di lasciare Londra e trascorrere l’estate a Ginostra. A condurli a Stromboli è un seminario dei coniugi Mason, famosi in Inghilterra per gli esperimenti di psicoterapia di gruppo e i corsi di autocoscienza. Liam è un bambino dalla fervida immaginazione, ancora con la passione per i dinosauri, improvvisamente catapultato in un mondo primordiale fatto di mare profondo, lava, sentieri bui e scoscesi. Ben presto stringe amicizia con i ragazzini del luogo, in particolare Pietro, figlio di un pescatore dai modi bruschi e violenti. Superate alcune prove viene ammesso ufficialmente nella banda e subito coinvolto in una “missione” che sembra di vitale importanza per Pietro. Ramon Vallejo è un ragazzino scomparso a Ginostra qualche anno prima, il cui corpo non è stato mai ritrovato: Pietro è convinto che sia stato ucciso e crede anche di conoscere il suo assassino. I due s’impegnano allora in una caccia al colpevole ossessiva e pericolosa, che li spinge verso un terribile segreto che pare coinvolgere sia gli abitanti dell’isola, dal carattere sanguigno e arcaico, che la comunità di stranieri che vive immersa nelle utopie hippy degli anni Settanta. Liam sarà costretto a fare i conti con le ombre e le storture del mondo degli adulti che lui, ingenuo e attaccato agli ultimi scampoli d’infanzia, ignora. Sarà un’estate che lascerà cicatrici profonde. E non soltanto in Liam.

L'incipit

È strano riandare con la memoria all’estate in cui scoprii la morte. È strano perché di quell’estate conservo da qualche parte il ricordo accanto al cuore ma non dentro al cuore. Diciamo che lo tengo in una cantina lì vicino, un sottoscala umido e maleodorante che contrasta coi colori e i profumi di quel luogo a quel tempo. Meno apro la porta di quel sottoscala, meglio è.

Se devo, non mi tiro indietro. I cardini sono arrugginiti ma la porta si apre e sento di nuovo quell’odore.

La notte in cui trovammo il corpo la ricordo come una faticaccia d’inferno.

Prima di tutto non fu affatto semplice entrare. Pietro aveva portato la torcia, il piede di porco e altri attrezzi sottratti al padre ma non fu semplice lo stesso. Il lucchetto era duro e grosso e noi non eravamo così forti, sebbene Pietro fosse il ragazzino più forte che avessi mai visto. Impiegammo un sacco di tempo. In quei giorni faceva un caldo esagerato e nelle notti non tirava un filo d’aria. La bonaccia ci aveva aiutato perché pareva di remare in piscina. Era la prima volta che attraversavo da solo il mare nero della notte. Trovammo facilmente l’approdo oltre le immense scogliere di detriti e rocce. «Questa cosa che non sai nuotare dev’essere risolta», ricordo che disse Pietro. Comunque tirammo la barca a riva senza troppi problemi, nonostante i sassi a pelo d’acqua e sul bagnasciuga, perché Pietro conosceva quella zona palmo a palmo. Il monte incombeva coi suoi orridi e vegliava incupito sulla nostra missione. Per qualche motivo pensai di non star facendo la cosa giusta perché sentivo che lui non era affatto d’accordo. Come per rimarcare i miei dubbi, lui borbottò, e ne percepii le vibrazioni sotto i piedi. Ma andammo avanti perché è dovere degli uomini sfidare gli dèi, e dei bambini l’autorità costituita. Traemmo la barca a riva e la sistemammo in mezzo alle canne. «Se mio padre mi scopre», esclamò Pietro, «vieni a portarmi qualche fiore al cimitero». Ridemmo, ma anche in quel caso non fui affatto sicuro che fosse un’iperbole.

L'autore

Vincent Spasaro, nato a Roma nel 1972, è da anni copywriter e tiene corsi di tecniche di scrittura e web writing nell’alta formazione per laureati. È insegnante di arti marziali. Ha pubblicato il thriller Assedio (2011) e il dark fantasy Il demone sterminatore (2013).

Info

ISBN: 9788822744289 – Pagine: 448 – Nuova Narrativa Newton n. 1184