La Piemme porta in libreria un altro grande romanzo storico firmato da Conn Iggulden: (The Gates of Athens, 2020).

La trama

490 a.C. Mentre indossa l'armatura e si prepara a scendere in campo contro il nemico persiano, Santippo non sa che sta per prendere parte a una battaglia destinata a riecheggiare nella storia: la leggendaria battaglia di Maratona.

L'impresa è disperata. Re Dario, il Re-Dio, è sbarcato sulle coste greche con il suo esercito di cinquantamila soldati. Gli uomini di bronzo dell'esercito ateniese sono a malapena diecimila, un sasso d'oro gettato nel mezzo di un'alluvione.

Ma Santippo, Temistocle e gli altri lottano per qualcosa di più importante di un re e, guidati da Milziade, dimostreranno ciò che può fare un popolo disposto a tutto per proteggere ciò che ama. Tra l'odore del sangue e del finocchio selvatico che ricopre il campo di battaglia, i greci respingeranno il nemico verso il mare, mettendo in fuga il temuto esercito persiano e il suo re. La grande battaglia è vinta, ma la guerra è appena iniziata. Dieci anni dopo, sarà Serse a guidare i persiani verso la vendetta, costringendo Atene a chiedere aiuto agli uomini di Sparta, guidati da Leonida, nel disperato tentativo di bloccare il nemico alle Termopili.

Dopo Il falco di Sparta, Conn Iggulden torna nell'antica Grecia per riportare alla luce un passato glorioso e i suoi protagonisti, narrando le gesta di eroi disposti a morire per difendere il proprio popolo.

L'incipit

Il polline dei fiori di montagna si diffondeva nell’aria in gran quantità, inondandola come un profumo intenso o un odore persistente di resina. Gli animali ansimavano, cercando riparo nell’ombra. L’astragalo cresceva ovunque, tra le sterpaglie e intorno a pietre troppo roventi perché una creatura vivente potesse sostarvi. I grilli frinivano e cantavano sui rami dei pini cresciuti chissà come dal terreno roccioso.

Il silenzio, antico quanto quelle alture, fu interrotto da una melodia esile come un filo, che via via si precisò in un suono di ottoni e in un coro. Le lucertole corsero a nascondersi quando le danzatrici del re raggiunsero la sommità del crinale, facendo tremare l’aria con i cimbali, i flauti e i tamburi. A un cenno la processione si arrestò di colpo, i suoi membri ormai senza fiato e madidi di sudore.

Il re in persona avanzò sul suo stallone e smontò di sella. Dario non aveva più l’agilità della gioventù, ma in lui si indovinava ancora la grazia di un tempo. Gettò le redini a uno schiavo, si arrampicò su un’enorme pietra piatta e restò a guardare la piana. Da quell’altezza vedeva chiare le cicatrici che solcavano la terra, i segni lasciati dalla guerra e dal fuoco. Aggrottò la fronte, turbato al tempo stesso dalla distanza e dalla vicinanza del passato. Trent’anni prima si era trovato proprio in quel punto, e per un istante gli parve che, muovendo un passo, sarebbe stato di nuovo quel giovane al fianco del padre, con tutta la vita davanti.

Della città di Sardi erano rimaste solo macerie. Ormai gli incendi erano spenti, ma al levarsi della brezza gli sembrò di avvertirne ancora l’odore. In lontananza intravide delle persone. Era una giornata così tersa che Dario distingueva persino i fuochi su cui stavano cucinando, da cui si alzavano sottili colonne di fumo. Dovevano essere gli abitanti, fuggiti nel momento della devastazione e che ora avevano fatto ritorno; oppure erano sciacalli, venuti a frugare tra le rovine in cerca delle schegge d’oro in cui si erano ridotte le monete liquefatte.

L'autore

Conn Iggulden è il più grande autore inglese di romanzi storici, nato a Londra nel 1971. Ha esordito con la fortunatissima serie dedicata alle imprese di Giulio Cesare, seguita dall'altrettanto amata saga di Gengis Khan, entrambe pubblicate in Italia da Piemme. Ha avuto un enorme successo con l'ultima serie, dedicata alla Guerra delle due Rose.

Info

ISBN 978-88-566-7956-4 – 464 pagine - Traduzione di Elena Cantoni