Einaudi porta in libreria un nuovo grande thriller di Jo Nesbø: Il fratello (Kongeriket, 2020).

La trama

«Siamo una famiglia. E dobbiamo restare uniti perché non abbiamo nessun altro. Amici, fidanzate, vicini, compaesani, lo Stato. Non sono che un’illusione e non valgono un cazzo il giorno in cui ti ritrovi veramente nel bisogno. Allora saremo noi contro loro, Roy. Noi contro tutti quanti gli altri».

Sono anni che Roy gestisce una stazione di servizio in un paesino tra le montagne, su al Nord, facendo una vita tranquilla e ritirata. Carl, il fratello minore, se ne è andato da tempo in Minnesota dove è diventato imprenditore e da allora di lui non è arrivato che l’eco del suo successo. Ma ora che Carl è inaspettatamente tornato con il grandioso progetto di costruire un hotel e trasformare il paese in una località turistica, Roy si trova di nuovo a doverlo difendere dall’ostilità e dai sospetti degli altri. Come quando erano ragazzi, Roy cerca di proteggere Carl, ma suo malgrado si ritrova risucchiato in un passato che sperava sepolto per sempre.

Dall’incontrastato maestro del crime scandinavo – 40 milioni di copie nel mondo – un thriller sulle menzogne, i segreti, i tradimenti nascosti dietro la rassicurante facciata della vita familiare.

L'incipit

Era il giorno in cui morì Dog.

Io avevo sedici anni, Carl quindici.

Qualche giorno prima papà ci aveva mostrato il coltello da caccia con cui poi lo avrei ucciso. La lama larga brillava al sole e aveva una serie di solchi lungo i lati. Papà aveva spiegato che i solchi servivano a far defluire il sangue quando si squartava la preda. Già a quelle parole Carl era impallidito e papà gli aveva chiesto se avesse intenzione di farsi venire di nuovo il mal d’auto. Credo fosse questo il motivo per cui Carl giurò che avrebbe sparato a un animale, uno a caso in effetti, e lo avrebbe squartato, fatto a pezzettini, se era questo che ci voleva, cazzo.

– E poi lo cucinerò e lo mangeremo, – disse mentre stavamo davanti al fienile, io con la testa sprofondata nel motore della Cadillac de Ville di papà. – Lui, mamma, tu e io. D’accordo?

– D’accordo, – risposi manovrando lo spinterogeno alla ricerca del punto in cui scoccava la scintilla.

– E anche Dog, – aggiunse. – Ce ne sarà per tutti.

– Certo, – dissi.

Papà sosteneva di aver chiamato Dog così perché sul momento non gli era venuto in mente nient’altro. Ma secondo me quel nome gli piaceva proprio tanto. Era come lui.

Non diceva più del minimo indispensabile ed era talmente americano che doveva essere norvegese. E adorava quell’animale. Ho il sospetto che apprezzasse di più la sua compagnia di quella di qualsiasi essere umano.

L'autore

Jo Nesbø è uno dei piú grandi autori di crime al mondo. I suoi libri hanno venduto oltre 40 milioni di copie. È nato a Oslo nel 1960. Ha giocato a calcio nella serie A del suo Paese, ha lavorato come giornalista free lance, ha fatto il broker in borsa. Tutt'oggi suona regolarmente con la band norvegese dei Di Derre.

Info

IBAN ISBN 9788806246815 - Traduzione di Eva Kampmann