Peaky Blinders è una serie televisiva britannica della BBC (disponibile su Netflix) creata da Steven Knight – celebre sceneggiatore britannico e regista di Locke e Serenity – L’isola dell’Inganno- e ambientata a Birmingham dopo la prima guerra mondiale.

La storia ha inizio nel 1919 nella povertà della Birmingham del primo dopoguerra dove tutti lottano per sopravvivere a un periodo particolarmente difficile dal punto di vista storico ed economico. La vicenda è ambientata nel quartiere di Small Heath e si concentra sulla famiglia Shelby, di cui Thomas Shelby (Cillian Murphy), è il leader assoluto. Con lui i fratelli Arthur, John, Ada e Finn Shelby.

Tommy, decorato per il coraggio come sergente maggiore nella prima guerra mondiale in missione in Francia è il boss della gang detta "Peaky Blinders", dall'usanza di nascondere una lametta nel risvolto dei cappelli, in modo tale da poterla utilizzare anche come arma. In senso stretto il termine "Peaky Blinders" denota la classica forma affusolata del paraocchi del berretto (lett. "Peaky Blinders": paraocchi a punta).

La leadership di Tommy Shelby è messa a dura prova dall'arrivo in città da Belfast dello spietato poliziotto Chester Campbell (Sam Neill), deciso a ripulire il marcio e la delinquenza a tutti i costi, e da una donna, Grace Burgess, dal passato misterioso.

La serie si ispira a fatti realmente accaduti, ovviamente con le giuste distanze per adeguare la storia a una fiction televisiva. I Peaky Blinders infatti sono realmente esistiti, erano una famigerata banda di Birmingham coinvolta in gioco d’azzardo, rapine e risse. Il creatore Steven Knight ha deciso di scrivere Peaky Blinders perché gli zii di suo padre, gli Sheldon, erano dei bookmaker e facevano parte del giro della gang.

“I miei genitori, in particolare mio padre, ricordava di quando aveva nove o dieci anni. Queste persone erano incredibilmente ben vestite, potenti e con un sacco di soldi in una zona dove nessuno aveva soldi. Erano gangster! In un certo senso ho voluto che Peaky Blinders fosse una sorta di visione di questo mondo attraverso gli occhi di un bambino di dieci anni perché gli uomini sono più intelligenti, più forti e più belli e i cavalli sono più grandi e tutto è grande e intimidatorio quando sei un bambino. I personaggi principali sono tre fratelli. Arthur essendo il più vecchio sarebbe naturalmente il capo della banda, ma Tommy, il fratello minore, è il vero leader. Una delle questioni che volevo affrontare era che tutti questi uomini tornati dalla prima guerra mondiale, dove erano stati incaricati di eseguire ogni giorno omicidi di massa su scala industriale senza precedenti, fossero rimasti traumatizzati e violenti a causa delle loro esperienze scoprendo che non potevano vivere una vita normale”.

Cillian Murphy è il protagonista assoluto della serie. Irlandese, come Thomas Shelby, ne incarna a perfezione il carattere e le debolezze.

“Penso che siamo stati molto attenti nello show a dimostrare che la violenza ha conseguenze per le persone che la commettono e la subiscono. La violenza commessa dai personaggi ha conseguenze psicologiche per loro, e ancora di più per le persone che ne soffrono. Non guariscono miracolosamente. Vanno in ospedale. Oppure muoiono, morti lente e dolorose, che non dovrebbero essere facili da guardare. La violenza dovrebbe farti sussultare e distogliere lo sguardo. Ed è quello che abbiamo cercato di fare. … Quei giochi per computer in cui vai e uccidi persone a caso con zero conseguenze, sangue schizzato sullo schermo, senza una narrativa identificabile, sono un po' più dannosi. Più di un dramma che indaga i motivi e le conseguenze di atti violenti.”

Quando si muore in guerra, non in senso letterale, ma dentro, si marcisce, al ritorno si rimane infetti, differenti, trasportandosi al fianco ogni orrore possibile, facendoselo alleato per provare a sopravvivere in un mondo che ti ha già escluso come uomo, ma che può tornare ad accettarti come male, da diffondere, da far deflagrare, da insegnare, perché tutto va alla deriva prima o poi e la malvagità indotta affretta il processo di disgregazione di una società che non sa più pensare autonomamente, ma vive di comandi più o meno subliminali, più o meno reali.