Qualche giorno fa nella splendida atmosfera dei portici di Piazza Martiri della Libertà a Teramo si è svolta la presentazione dell’ultimo libro di Elso Simone Serpentini, Odio di partito - I processi Pallotti e Michelessi – 1920-1925.

Si tratta dell’ultimo nato della serie La Corte! Processi celebri teramani (di cui ci siamo già occupati in passato).

Giunta ormai alla 13° uscita, la serie, interamente scritta dal Professor Serpentini, sta mantenendo immutato negli anni il successo di pubblico, che fin dalla sua prima comparsa la accompagna.

Dal canto suo il Professor Serpentini, storico ed erudito della cronaca nera e non solo (tra le altre cose è docente di filosofia), continua imperterrito il suo prezioso lavoro di ricerca storiografica, per nulla intimorito dall’attenzione che il suo lavoro sta suscitando.

La presentazione, organizzata in collaborazione con la libreria La Sapienza, si è svolta nel luogo preciso di uno dei delitti ricostruiti nel testo (tocco di classe degno della migliore tradizione del romanzo giallo inglese).

L’autore ha tenuto a sottolineare come anche in questo caso, come negli altri delitti ricostruiti nei precedenti volumi, si ricostruiscano vicende “passionali”, solo che in questo caso non si tratta di passione amorosa, bensì di passione politica.

Il libro più lungo dei precedenti (ben 250 pagg), si arrichisce di una dettagliata cartina per meglio focalizzare i luoghi dei delitti e di una rassegna fotografica d’epoca dei luoghi e dei protagonisti delle due storie di sangue.

Riportiamo qui la quarta di copertina: "Verso le 20 del 30 dicembre 1920 il fascista Guido Pallotti, a Teramo, fu ferito gravemente da una lama affilata che gli squarciò l’addome. In ospedale, morendo, riuscì a fare il cognome di chi lo aveva mortalmente ferito: Ambrosiani. Ma gli Ambrosiani, entrambi socialisti, erano due: Gaetano e Beniamino. Chi era stato l’autore del colpo fatale?

La sera del 17 settembre 1922, a Controguerra, il fascista Guido Michelessi, si prese un colpo di rivoltella al viso e morì all’istante. A ucciderlo era stato Nicola di Giuseppe, -noto comunista del luogo-.

Ad armare le due mani omicide era stato l’odio di parte, determinato da un clima di crescente tensione politica. Lo stesso era avvenuto nel caso di Enrico Panciotti, ferito la sera del 22 maggio 1921 da Angelo Cardamone con un colpo di pistola? I processi che seguirono dovettero dare le risposte a numerosi interrogativi.”

Odio di partitoI processi Pallotti e Michelessi- di Elso Simone Serpentini – il Cittadino libri Mk – pagg. 252, euro 13

Link correlati:

http://www.thrillermagazine.it/rubriche/1130

http://www.thrillermagazine.it/notizie/1005