Michael Crichton ha cominciato a guadagnarsi la vita scrivendo quando era ancora studente di medicina e poi praticante al Pronto Soccorso dell’ospedale di Boston (esperienza che anni dopo gli avrebbe ispirato la serie televisiva E.R. Medici in prima linea). Scriveva in particolare thriller con risvolti d’azione e avventurosi, firmandosi solitamente con due pseudonimi, quelli di John Lange (dalla parola tedesca Lange che significa persona alta, con riferimento alla sua altezza di 2,06 metri) e Jeffrey Hudson, omonimo, per ironico contrasto, di colui che fu il nano preferito della regina Enrichetta Maria di Francia nel Settecento. Diversi di questi romanzi scritti dietro pseudonimo furono pubblicati nella storica collana dei Gialli Garzanti, diretta dal mitico Oreste del Buono. Chi ha avuto, per motivi anagrafici, l’occasione di leggerli a suo tempo non può aver dimenticato il piacere tratto da In caso di necessità, con il quale aveva vinto il Mistery Writer’s of America, oppure Sua eccellenza la droga, Non previsto dal computer, Verde Nilo, i quali, sul piano dei contenuti, rappresentavano quella commistione tra scienza e avventura, anticipazioni tecnologiche e thriller e sguardo internazionale, che avremmo ritrovato nei suoi romanzi maggiori come Andromeda, Jurassic Park, Congo, Sol Levante, Stato di paura scritti con il suo vero nome. Un nome che da solo è valsa la vendita di oltre duecento milioni di copie dei suoi libri nel mondo. Ed è chiaro che se oggi, scomparso ormai lo scrittore nel 2008, gli editori vogliono trarre ancora profitto dai questi, compresi quelli scritti con pseudonimi, è bene far presente che gli sconosciuti John Lange e Jeffrey Hudson, altri non erano che il grande Michael Crichton.

E’ quello che è accaduto, ad esempio, con il romanzo “Il silenzio degli abissi”, pubblicato lo scorso anno da Garzanti, l’editore italiano di riferimento per quasi tutti i libri di Crichton, inedito nel nostro Paese, ma uscito originariamente negli USA nel 1970 con la firma di John Lange. E, infatti, questa edizione non lo nasconde, tant’è che, sotto il nome di Michael Crichton, compare giustamente la scritta “alias John Lange”.

“Il silenzio degli abissi” è un giallo vero e proprio, un giallo d’azione per la precisione, ambientato in Giamaica, della quale l’autore, noto viaggiatore, ci dà un piccolo spaccato, quello per lo più turistico fatto di donne in cerca di gigolò o viceversa, di locali notturni, musica, hotel.

Il pretesto che dà avvio alla storia è il misterioso affondamento nelle infide acque dei Caraibi, infestate da pescecani e murene, di uno yacht,il Grave Descend, “trentasette metri al galleggiamento, arredi e rifiniture di lusso, cinque cabine passeggeri, ognuna con il proprio bagno…”. A provvedere al recupero viene chiamato uno specialista del ramo, James Mc Gregor, un osso duro con un passato di soldato alle spalle, il quale un po’ alla volta si rende conto di trovarsi, al di là delle apparenze rispettabili, al cospetto di un gruppo di criminali. C’è il proprietario, Arthur Wayne, cinquantacinque anni, che raccomanda a McGregor l’assoluto silenzio su Monica Grant, la giovane, bella e stuzzicante amante, che si trovava a bordo al momento dell’incidente all’insaputa della moglie, di colei cioè che teneva i cordoni della borsa alla quale Wayne interessatamente attingeva. Allo scopo la notizia dell’affondamento verrà data con molte ore di ritardo, così da dare il tempo a Monica di dileguarsi. Non a caso l’uomo aveva chiamato in soccorso il fratello, che lavorava nelle assicurazioni, il quale avrebbe provveduto a sistemare il tutto. Prima però era necessario che McGregor provvedesse al recupero di due preziosi oggetti presenti a bordo: un vaso e una cassaforte. Sull’intera faccenda era stato istruito e pagato anche il comandante Loomis che, tra bottiglie di whisky e prostitute locali, se la spassava in un albergo della costa a spese di Wayne. Loomis non sa neppure spiegarsi il motivo dell’esplosione. Quanto all’equipaggio, sembra che siano tutti al servizio di Wayne, anche se nel corso dell’avventura McGregor scoprirà che l’identità di Wayne e della sua giovane amante è un’altra… Sono queste solo le premesse di un intrigo che vedrà McGregor, seppur aiutato da Yeoman, il suo socio, un nero dell’isola ben addestrato anche all’uso delle armi, alle prese con questa gente, tra inseguimenti, sparatorie, donne tanto fatali quanto pericolose, non meno della sua amica Sylvie, che provvederà a distrarre l’attenzione di Wayne quando McGregor si ritroverà prigioniero nelle mani dei suoi uomini e pronto per essere dato in pasto ai pescecani.

“Il silenzio degli abissi”, come già gli altri romanzi a firma di John Lange, non ha la struttura complessa, i personaggi e le tematiche interessanti dei maggiori romanzi del Crichton che conosciamo, ma offre una lettura più disimpegnata, veloce e divertente, tipica di quella narrativa per notti insonni e viaggi in treno che accomuna questi suoi gialli a quelli di altri bravi narratori del genere thriller, avventuroso e cosmopolita, come Desmond Bagley o Duncan Kyle. Proprio per questo, nonostante i 47 anni trascorsi dalla sua prima uscita, mantiene intatta la sua funzione, che è poi quella per cui è stato scritto, di romanzo d’evasione pura, senza le ambizioni, a mio giudizio raggiunte, con i libri a firma di Michael Crichton di una narrativa ricca di interessi collaterali e approfondimenti che vanno oltre il divertimento fine a se stesso.