Il fragoroso applauso del folto pubblico di fans presente in una grande libreria romana saluta lo scrittore Glenn Cooper, arrivato in Italia per presentare il suo ultimo romanzo “IL segno della croce”, edito dalla Nord. L’autore de “La biblioteca dei morti” si è qui ripetuto in una delle sue storie in cui realtà e leggenda, misticismo e ciarlataneria, accuratezza scientifica e misteri della fede, si mescolano per dare corpo a un avvincente intrigo. In questo caso, vedremo coinvolti un giovane prete italiano con le stimmate, un gruppo di ex gerarchi nazisti rifugiatisi in Argentina pronti a rifondare il Reich in Antartide dove il regime nascose oggetti della mistica cristiana, un docente di teologia a Cambridge che ama la boxe e studia i fenomeni miracolosi per ordine del Papa, tutti in cerca della croce e dei chiodi del Cristo a suo tempo trovati per desiderio di Santa Elena, madre dell’imperatore Costantino.

Signor Cooper, nei suoi ultimi romanzi i misteri che affronta sembrano sempre più legati a motivi religiosi. Non teme di assomigliare troppo a Dan Brown?

Beh, intanto tra me e lui c’è una bella differenza, circa 300 milioni di dollari (Cooper lo afferma ridendo, n.d.r.). Ma, venendo allo specifico della sua domanda, i misteri sono al centro di tutte le religioni, sono l’elemento portante della cristianità, uno su tutti quello della Resurrezione. D’altra parte le religioni vogliono dare una risposta al grande mistero della vita e della morte, perché la vita è un mistero, la morte è un mistero e là dove la scienza non arriva, si affidano alla fede, spesso sostenuta da fenomeni a cui neppure la scienza può dare una risposta. Magari lo possono gli scrittori con la loro fantasia.

Tra tutte le religioni quella cristiana sembra più prolifica di misteri. Cosa ne pensa?

Probabilmente sì, ma devo dire che non conosco molto bene le altre religioni, il buddismo, l’Islam… Sicuramente il cristianesimo mi interessa di più perché è la più interconnessa con la storia dell’Europa, con la materia che mi interessa di più, e le due cose non si possono separare. Sul piano dei misteri, nessuno ha una convalida per dire ciò che è vero e ciò che non lo è. Ad esempio, nel mio romanzo parlo della lancia di Songino, il centurione che ha trafitto il costato di Gesù Cristo, del chiodo che lo ha trafitto, della croce… In Europa sono sparse almeno una decina di reliquie che si affermano essere quelle vere. Nel mio libro faccio riferimento ad alcune che sono vere, frutto delle mie ricerche.

In queste ricerche quale interesse la muove prevalentemente, quello del credente in cerca di una verità o quello dello scienziato, storico, sociologo?

Quello che mi spinge è l’interesse per la storia, ma come scrittore sono un romanziere e, pertanto, il mio obiettivo è intrattenere il lettore. In questo senso il mio primo interesse è per la trama e i personaggi. L’importante è avere delle idee. Io non voglio scrivere solo di omicidi, delitti o spionaggio, ma porre delle domande al lettore sui grandi interrogativi come, ad esempio, quanto la religione e la scienza siano compatibili, il tutto in un gioco tra fantasia, leggenda, storia che affascini il lettore. La fisica quantistica non è più misteriosa della religione di per sé.

Ci tolga solo un’ultima curiosità: la base nazista in Antartide, le reliquie conservate in una caverna subantartica e portate lì il 13 aprile del 1945 da un sottomarino U-530, è vera o è un’invenzione?

Diciamo che è apparentemente vera, nel senso che nel 1970 un ricercatore americano fu contattato da un alto gerarca delle SS che gli aveva raccontato di questa spedizione in Antartide e dell’esistenza di questa base voluta addirittura da Hitler per dare vita alla Nuova Berlino. La spedizione ci fu, ma non esistono prove dell’esistenza di questo rifugio. Io, comunque, l’ho usata per il mio romanzo.

Glenn Cooper, Il segno della croce, Editrice Nord, pag. 406, €. 19,90