Dal 13  febbraio è in libreria il romanzo d’esordio della giornalista svedese Carina Bergfeldt. Con il titolo Un cuore in agguato (Fadersmord, 2012) la scrittrice “trascina” i lettori all’interno di un piccolo paese svedese e ci descrive le indagini di due coraggiose donne che lavorano come croniste, quasi tuttofare, di un piccolo giornale locale. Il romanzo non si limita solo a descrivere il loro lavoro, ma anche l’indagine condotta da una detective del locale comando di polizia e il lucido, meticoloso lavoro per compiere un omicidio di una misteriosa donna di cui si conoscerà il nome solo al termine del romanzo.

Le due giornaliste sono  Ing-Marie che tiene a precisare di essere la giornalista della “cronaca nera” mentre l’altra si chiama Julia,  la detective è Anna. In un recente passato Julia e Anna erano molto amiche, poi un qualcosa si è guastato in questo rapporto e ora Anna non vuole avere nulla a che fare con Julia, evitandola come se fosse un’appestata. Il motivo della fine di questa amicizia sarà spiegato nel corso della narrazione.

Siamo ai primi di gennaio, circa due mesi e mezzo prima, nel paese,  ha fatto molto scalpore la scomparsa improvvisa di Elisabeth Hjort, giovane donna regolarmente sposata, madre di due bambini. Una scomparsa apparentemente senza motivo, la polizia dopo indagini sul marito e molto altro, propende per un allontanamento volontario.

Questa tesi cade clamorosamente quando  il corpo della donna viene trovato per caso nelle acque ghiacciate di un lago vicino al paese, dopo aver tolto il corpo dal blocco di ghiaccio in cui era imprigionato e dopo l’autopsia, si scopre che la donna è stata uccisa con un colpo alla testa e l’orologio che aveva al polso risulta fermo proprio dal pomeriggio del giorno della scomparsa. Il marito viene escluso come possibile assassino perchè in quell’ora era al lavoro.

Contemporaneamente, il lettore seguirà le mosse di una donna, una delle tre protagoniste, che sta accuratamente preparando l’omicidio di suo padre, un uomo violento che ha sempre malmenato fisicamente sua madre mentre lei bambina e suo fratello subivano pesantissime violenze psicologiche. Un padre violento anche con le due donne sposate successivamente e nel romanzo si evidenzia l’enorme e reale numero di donne e figli che subiscono costantemente violenze fisiche e psicologiche da parte di mariti e padri.

L’autrice è stata molto abile nel descrivere tutto questo senza mai far capire al lettore chi è questa donna che alla fine cercherà di portare a termine il suo progetto omicida.

Le due croniste portano avanti per conto loro le indagini sulla morte della donna trovata nel lago e molti segreti vengono allo scoperto, come famiglie esemplari che poi non lo sono, oppure mariti che all’apparenza sembrano esemplari come quello di Elisabeth Hjort che da mesi si assentava per circa un’ora e mezzo per andare a trovare la sua amante che poi era una vicina e quasi amica della moglie e questa assenza dal lavoro era avvenuta sempre all’insaputa di tutti anche il giorno della scomparsa, ma ancora altre indagini porteranno ad altre sconcertanti scoperte sino a un finale assolutamente imprevisto come è imprevista la figura femminile che studia come uccidere suo padre. Ma riuscirà nell’impresa?

Un thriller avvincente che terrà il lettore incollato al libro sino alle ultime pagine.

 

un brano:

"Chiude gli occhi e conta mentalmente i giorni a ritroso, fino ad arrivare al primo gennaio.

Quanto ha atteso questo momento!

Settantotto giorni. O tutta la vita, a seconda di come si voglia calcolare.

Non vuole svegliarlo. Non ancora.

Non ha nessuna fretta.

Nulla di ciò che accadrà nelle prossime ore deve essere forzato.

Sente il proprio cuore battere forte, come in agguato, ma ne ignora il richiamo.

Ucciderlo dovrà prendere tutto il tempo necessario."

 

l’autrice:

Carina Bergfeldt è nata nel 1980. Attualmente è corrispondente per l’Aftonbladet. Ha vinto il prestigioso Gran Premio del giornalismo per aver documentato da vicino le ore terribili della strage di Utøya. Ha lavorato anche all’estero, come corrispondente per giornali e testate televisive. Vive a Stoccolma.

 

la quarta:

Quando il ghiaccio sul lago inizia a sciogliersi, all’ombra delle foreste della Svezia centrale, dalle acque gelide spunta un corpo senza vita: è quello di Elisabeth Hjort, giovane madre di due bambini scomparsa misteriosamente qualche mese prima. È soltanto in seguito al ritrovamento del suo cadavere che il caso, archiviato come sparizione volontaria, si rivela per quello che è. C’è una ragione per cui il cuore di Elisabeth ha smesso di battere: qualcuno l’ha uccisa.

A cercare di dare una spiegazione alla sua morte, e un nome a chi l’ha assassinata, sono tre donne: Ing-Marie, Julia e Anna. Le prime due sono giornaliste di un piccolo quotidiano locale, una professionista esperta e riservata, l’altra giovane e intraprendente. La terza è una poliziotta, alle prese con un superiore che la disprezza e un amore tormentato. Ma se il cuore di Elisabeth ha smesso di battere, ce n’è un altro che continua a martellare, incessante, in costante agguato. Una delle tre donne, infatti, sta meticolosamente pianificando un omicidio: quello del padre, un uomo dispotico e spietato che ha sorpassato ormai ogni limite... E ucciderlo è diventato l’unico modo per fermarlo. Se la verità ultima sull’omicidio di Elisabeth sarà sconvolgente, quella sull’identità della donna che progetta l’uccisione di suo padre vi lascerà senza fiato.

Un cuore in agguato di Carina Bergfeldt (Fadersmord, 2012)

Traduzione Carmen Giorgetti Cima

Longanesi, collana La Gaja Scienza 1132, pagg. 375, euro 14,90