Un errore frequente nel quale ancora cadono molti critici e studiosi del romanzo poliziesco è quello di parlare di hard-boiled e di noir indistintamente, come fossero la stessa cosa. Invece, i due “generi”, hanno delle caratteristiche molto diverse. L’hard-boiled, è nato in America negli anni Venti del Novecento, grazie a scrittori come Dashiell Hammett, Raymond Chandler, Mickey Spillane. Proprio Hammett è definito da Chandler, nel suo saggio The simple art of murder pubblicato nel 1944, l’iniziatore di questo nuovo filone, colui che ha avuto il merito di “restituire l’assassinio a coloro che lo commettono”, senza mascherare la realtà dei fatti, ma lasciando i personaggi liberi di muoversi e parlare nel gergo dei veri criminali. L’hard-boiled novel fu presto messa in contrapposizione con il giallo classico di tipo anglosassone, dove la detection era imperniata quasi esclusivamente sulla cerebralità della vicenda. Infatti, la caratteristica principale di questa nuova “scuola dei duri” era il grande spazio lasciato all’azione, alla presenza costante di inseguimenti per le vie della città, alle frequenti risse, sparatorie, alla costante presenza della violenza. Eroe di questo filone diventa l’investigatore privato, che non è più un personaggio raffinato che vive tra tappeti persiani e orchidee, ma è uno sregolato, cinico e freddo al punto giusto, che non si tira indietro se deve menar le mani o conquistare una bella “pupa”. Fa la sua comparsa, in questi romanzi, anche il sesso bandito dal giallo classico. L’investigatore hard-boiled è un irresistibile latin-lover, ai cui piedi cadono tutte le donne che hanno la sfortuna-fortuna di incrociare la sua strada. Allora, sia l’investigatore che la femme-fatale, diventano quasi degli stereotipi: l’uno cinico e con la faccia da duro, vestito con l’immancabile impermeabile e cappello, l’altra sensuale, fasciata in abiti lunghi, con l’immancabile sigaretta accesa e le unghie laccate di rosso. Il “duro” dell’hard-boiled  risulta, alla fine, un vincente: risolve i casi, compare in più romanzi. Ben presto, questo tipo di romanzi, trovarono posto nei film noir degli anni Quaranta, trasportando così, sullo schermo, tutte le caratteristiche principali dell’hard-boiled novel creando, grazie all’interpretazione di Humphrey Bogart, l’immagine emblematica dell’investigatore privato. Romanzi e personaggi hard-boiled diventano, così, protagonisti dei primi film noir. Da questo fatto spesso si genera la confusione. Difatti, nonostante romanzi dell’hard-boiled school come Il falcone maltese o Il grande sonno siano diventati delle icone del cinema noir, non si possono considerare romanzi noir, perché quest’ultimi sono un’altra cosa, hanno altre caratteristiche e altre atmosfere. Nei romanzi noir è assente il lieto fine; l’azione poi non è predominante, come non è predominante la figura dell’investigatore che, quando c’è, risulta una figura problematica, tormentata ben lontana dal duro e vincente investigatore alla Sam Spade e alla Philippe Marlowe. Quindi netta distinzione tra un “genere chiuso” come l’hard-boiled e quello che, per definizione, è un mare aperto come il romanzo noir.