Anche 007 festeggia il gay pride? Sì, ma non per via del machismo sospetto, che in James Bond adombrerebbe l’opposto, come nell’esilarante parodia del critico letterario Cyril Connolly, ricalcata negli anni Sessanta sulle tesi di psicologi inviperiti e sociologi spiazzati da un successo refrattario ai tentativi di definizione. Nemmeno per quella criptica affermazione del suo omologo cinematografico, che in Skyfall, l’ultimo film del ciclo, adombra la possibilità di avere avuto a suo tempo rapporti omosessuali.

Qui si parla degli autentici agenti segreti, quelli della CIA. Nell’era del politically correct decadono gli imperativi bigotti della «maggioranza silenziosa», espressione coniata proprio alla Casa Bianca, ma in ben altra epoca, da Spiro Agnew, Vicepresidente di Nixon. Viene abrogata la disposizione che precludeva ai non etero la security clearance, il nullaosta di sicurezza, indispensabile per la professione di spook, letteralmente fantasma, ovvero spia.

    

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