Arriva in libreria - per Hobby&Work, collana Giallo&Nero - il nuovo sorprendente romanzo di un autore che ha l’abitudine di sorprendere sempre i suoi lettori: Giulio Leoni.

Con Il Cabaret del Diavolo lo scrittore ci porta indietro nel tempo riallacciandosi ad un suo precedente successo: E trentuno con la morte... (I Classici del Giallo Mondadori n. 948, 2003)

   

Cesare Marni è appena tornato da Fiume, dove ha combattuto sotto gli ordini di Gabriele D’Annunzio, e già gli propongono di unirsi ad un manipolo di eroi alla volta di Roma. «A Fiume è stata una carnevalata, ma a Roma! Altra musica, te l’assicuro!» gli viene proposto. Ma per Cesare è tempo di tornare alla sua professione: l’architetto. «Proverò ad aprire uno studio, non appena riesco a rimediare un buco da qualche parte».

Si ritrova quindi a Venezia, dove «il Governo si appresta a varare una grandiosa opera di ammodernamento di questa triste e decadente città. Il passo di corsa impresso a tutta la vita nazionale sta giungendo anche qui». La velocità è la grande innovazione del secolo ed ogni aspetto della vita ne sembra contagiato. Ed è veloce infatti il fiume di avvenimenti che l’autore riversa sulle spalle del povero personaggio protagonista.

  

Giulio Leoni, attraverso le avventure dell’architetto Marni, percorre l’Italia dell’immediato primo dopoguerra per presentare storie fuori dall’ordinario di persone particolari: storie di ordinarie follie.

Follie di donne conosciute per caso in treno e che sotto l’apparenza della fragilità nascondono desideri di attentati suicidi; follie di vite distrutte per difendere un segreto, nascosto in un dipinto di Gustav Klimt che ritrae una donne altrettanto misteriosa; reperti archeologici localizzati mediante l’uso di un pendolino; teosofia, spiritismo, psicologia, pittura, futurismo... assolutamente nulla è sfuggito all’autore del rutilante mondo nuovo che si andava aprendo - nel bene e nel male - agli inizi del Novecento, un mondo introdotto dalla violenza e dolore delle guerre mondiali: niente, ma proprio niente sarebbe stato più lo stesso.

È un’atmosfera tesa, quella in cui agisce Marni, che lascia presagire il ritorno del conflitto: «La verità è che nel ’14 abbiamo visto solo il primo atto della commedia, adesso aspettiamo il secondo». Ma lui, «architetto, ex ufficiale nella Guerra, ex volontario fiumano. Ex tante altre cose, con addosso la sensazione sempre più forte di essere stato scavalcato dall’onda della Storia, che adesso correva dove lui non aveva più voglia di seguirla», va dritto per la sua strada densa di meraviglie fino ad imbattersi nel Cabaret dell’Inferno, «dove si riuniscono i futuristi romani, e tutti gli altri indiavolati della città», e qui la sua storia cambia.

   

Il Cabaret del Diavolo di Giulio Leoni (Hobby&Work), 300 pagine, euro 15,00 - ISBN  9788897853077