In questo settembre appena iniziato ci sono proposte d’azione su molti fronti, tutte firmate Stefano Di Marino. Mentre in libreria è disponibile il suo Nero criminale (Edizioni della Sera) - il romanzo che «ridefinisce l’hard boiled thriller», nelle parole di Alan D. Altieri - e nei migliori bookstore (come Amazon Kindle e iBookstore) sono disponibili gli eBook della Quondam Project - La città sepoltaL’isola maledetta e Il tatuaggio di sabbia, quest’ultimo con prefazione di Andrea Carlo Cappi - in edicola sta per uscire il secondo volume del Segretissimo Special Il Professionista Story, antologia definitiva delle avventure di Chance Renard in ordine cronologico, con ricchi inserti inediti.

  

In ESCLUSIVA assoluta per i lettori di ThrillerMagazine, Stefano Di Marino veste di nuovo i panni di Stephen Gunn e presenta un racconto INEDITO ambientato nell’universo di Chance Renard, con protagoniste due sue indimenticabili compagne di avventure: Antonia Lake e Caterina “Skate” Manzelli, detta La Bimba.

Gangland-Cracovia: un affare di donne è un racconto che, nella sana tradizione della letteratura pulp, verrà presentato a puntate per otto settimane: otto lunedì da passare in compagnia di due dei più acclamati personaggi della saga del Professionista.

Non resta che iniziare l’avventura:

  

Gangland

  

L’alba arrivava rapidamente. Cavalcava dalla pianura sino alla periferia mutando il cielo come in una sequenza stop-frame per un film sulla fine del mondo. Nuvole in fuga, fumo. Il blu scuro svaniva trascinato via dal vento, strappato con violenza. Sulla strada carte aggrovigliate, foglie secche. Era quasi inverno e l’aria era così fredda da sembrare un muro. La vettura di lusso, lucida, trasudante ricchezza, aveva imboccato la tangenziale lasciandosi alle spalle le vie del centro. I night di Corso Como, i palazzi cresciuti come funghi sul terreno del vecchio luna dark in attesa dell’EXPO2015. La crisi in quella zona della città sembrava una parolaccia. Le luci dei night alla moda, il via vai di spacciatori, di ragazze in vendita, di toy-boys con il sorriso falso e l’occhio spiritato, non aveva tregua.

Marco Grimaldi faceva parte di quel popolo della notte per cui il “bisogno” era solo una sollecitazione sensoriale presto appagata con i soldi di famiglia. Bello, ventidue anni, non aveva mai dovuto lavorare un giorno. Tecnicamente studiava Economica e Commercio alla Bocconi. Ufficialmente aveva già un posto nel consiglio direttivo dell’azienda di suo padre. In verità passava le sue giornate tra un country-club vicino a casa, nel brianzolo, e le agenzie di modelle dove “faceva il giro” per recuperare le accompagnatrici per la serata. Ogni giorno due, tre diverse. Italiane, slave, scandinave, anglosassoni. Di ogni colore purché bellissime e disposte a tutto pur di farsi vedere con lui e sniffare un po’ di roba. La Milano da Bere.

  

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