Una vicenda di amicizia, di vita, cavalli e motori, una storia romanzata che tocca la grande Storia – sociale, industriale – quella epocale di passaggio secolo e non solo: svolta tecnologica, svolta di mentalità. In questo bel romanzo ambientato soprattutto in una Torino all’inizio densa di atmosfere ottocentesche, troverete personaggi realmente esistiti in cui la fantasia, come capita nei romanzi storici, si è permessa qualche licenza, come conferma l’autore stesso: «Molte delle cose che vi accadono sono capitate davvero, ma non è detto che siano capitate tutte e proprio in certi momenti. Molte delle persone che sono vissute nel romanzo, sono vissute davvero, ma non è detto che abbiano fatto quel che fanno o pensano nel romanzo». Quattro i personaggi principali, ma i riflettori vengono puntati soprattutto su due di loro: Federigo Caprilli, insigne cavallerizzo, e il conte Emanuele Cacherano di Bricherasio, fondatore della Fiat. Il primo lascia il segno nell’arte dell’equitazione, il secondo sogna un’industria più democratica, in grado di migliorare la qualità di vita delle persone: l’amicizia segnerà le loro vite che il destino tingerà di cupo su vie parallele: i due moriranno in circostanze strane, mai del tutto chiarite.

Quando l'automobile uccise la cavalleria è raccontato in prima persona – una prima persona mai invadente, molto discreta – dal nipote cui il nonno – quarto dei personaggi chiamati in causa – racconta i fatti. La voce narrante è limpida, piacevole, con momenti quasi lirici, da cui trapela inequivocabilmente la grande passione dell’autore per quegli anni.

Un romanzo d’esordio che ha avuto una lunga gestazione trentennale, da cui trapela anche un ricco supporto documentale. L'autore, Giorgio Caponetti, torinese, ha lavorato per anni nella pubblicità. Poi, essendo appassionato di equitazione, ha trovato il modo di dedicarsi a questa a tutto tondo e con esiti sempre artistici: tra le varie attività conduce anche spettacoli equestri. Vive con la famiglia a Tuscania in una verdissima tenuta dove, ovviamente, non manca un  allevamento di cavalli.