Romanzo Criminale sta diventando un film per il grande schermo, che sarà nelle sale a ottobre 2005. Girato a Roma con la regia di Michele Placido, il film avrà come protagonista Kim Rossi Stuart nei panni del Freddo, Pierfranceso Favino in quelli del Libanese e Stefano Accorsi in quelli del commissario Scialoja. Ci saranno anche Diego Abatantuono nei panni del Secco e Anna Mouglalis in quelli di Patrizia.

Giancarlo de Cataldo, autore del romanzo, ha collaborato alla sceneggiatura, curata dal collaudato duo Stefano Rulli - Sandro Petraglia, già collaboratori di Placido in Mery per sempre.

Il regista ha spiegato che alcune modifiche sono state apportate al romanzo. Si è voluto fare un inizio diverso rispetto al libro: il film vede i protagonisti ragazzini, non ancora banda. Inoltre alcuni personaggi sono stati sacrificati, altri sono stati accorpati.

Michele Placido ha dichiarato: "Il nucleo fondamentale del romanzo fa parte del mio vissuto. Sono arrivato a Roma in quegli anni, ho fatto il poliziotto prima di studiare da attore. I fatti che punteggiano il romanzo, dal rapimento Moro all'attentato della stazione di Bologna, mi hanno segnato. E proprio quello che mi coinvolge di più lo personalizzerò, lo forzerò memore delle mie emozioni. Di chi è stato non solo testimone ma anche complice nel senso di non aver saputo reagire abbastanza. Vedendo il film televisivo su Borsellino mi sono detto: ecco, prima li ammazziamo e poi ci facciamo i film sopra. Ed è una riflessione amara che faccio io che ho interpretato Falcone nel film di Giuseppe Ferrara, cotto e mangiato subito dopo l'assassinio. Anche se qui la consegna è quella di fare un film di genere. Mi hanno raccomandato che dev'essere un film popolare che racconta la storia di un gruppo di gangster. I produttori si aspettano un film alla Leone, alla C'era una volta in America, trent'anni di amicizie e tradimenti. Rispetterò l'aspettativa d'un racconto immediato: ma anche rigoroso, che rimanga dentro una tradizione di cinema civile, da Rosi a Un eroe borghese. Ne è garanzia anche la firma di Petraglia e Rulli.

Nel mio film ci sarà la memoria di un cinema che abbiamo visto - ma non dei polizieschi tipici degli anni 70, da Maurizio Merli al Monnezza, perché non voglio fare "colore" - e di una letteratura che abbiamo letto già. I produttori sono un po' spaventati da un linguaggio troppo romano, ma credo che tutti gli attori sapranno dare ai loro personaggi una statura drammatica al di là di questo limite".

Il produttore Riccardo Tozzi, titolare della società di produzione Cattleya, dice del film: “E' una gangster story all’italiana e al tempo stesso il tentativo di recuperare un genere cinematografico in chiave d’autore. E' forse il primo film che parla della criminalità non dalla parte dei ”buoni”, ma senza minimalismi né tentazioni moralistiche. Racconta l’avventura pazza e disperata di un gruppo di delinquenti che coltivano un sogno ma devono arrendersi al fatto che l’Italia è un Paese in cui nessun sogno, anche il più scellerato, alla fine si può realizzare”.

Infine lo stesso Giancarlo De Cataldo: "Nel noir tradizionale, francese e americano, tutto verte intorno alla presenza del male nel mondo. Quindi anche gli eroi sono contagiati da questo male. E il male stesso sorge dalle loro viscere. Nel noir il principio dialettico bene-male si esaurisce tutto all'interno del male. Il noir italiano ha una caratteristica diversa: è più attento alla dimensione sociale e politica che a quella individuale. Dietro Romanzo Criminale c'è una dialettica diversa rappresentata dal commissario Scialoja, dal procuratore Borgia, dallo Stato insomma. Si tratta però di una dialettica comunque inquinata, personaggi buoni tout court non ne esistono. C'è sempre ambiguità morale".