All’interno del vastissimo panorama dedicato al gioco di ruolo, il genere western (nonostante l’origine americana di gran parte dei giochi di ruolo, e nonostante lo si passa considerare sostanzialmente un fantasy con le armi da fuoco) non ha mai goduto di particolare successo, né nella sua forma più canonica, né in quella - indubbiamente più espandibile e creativa - delle sue commistioni fantastico/fantascientifiche, che con termine mutuato dalla lingua inglese, si suole definire Weird Western.

Vediamo rapidamente la storia del genere western nel gioco di ruolo, per poi soffermarci più nel dettaglio sulla sotto famiglia in esame.

Il primo rpg di ambientazione western è il leggendario Boot Hill, la cui prima incarnazione (sostanzialmente un regolamento per combattimenti tra singoli personaggi in un contesto western, quindi più un wargame che un gioco di ruolo) risale al 1975 (un anno dopo, quindi, il mitico Dungeons & Dragons), ma trovò poi una sistemazione più consona nel 1979, con la seconda edizione, sempre a firma Gary Gygax (uno dei padri di D&D appunto) e produzione TSR (la stessa casa editrice di Dungeons & Dragons). Una terza edizione del 1990 cercherà di aggiornare un gioco, che pur giocato almeno una volta da un buon numero di roleplayers, non ha mai attecchito in modo massiccio, o pur vagamente paragonabile al fenomeno del gioco di ruolo fantasy.

Ai primi anni del secolo scorso (la prima età dell’Oro del gioco di ruolo) risale un altro prodotto poco conosciuto (ma che ho avuto la possibilità di giocare come master nei primi tempi delle mie avventure gioco ruolistiche - e proprio con un’avventura che mescolava spaghetti western e simil-gotico): Wild West, pubblicato nel 1991 dalla Fantasy Games Unlimited (casa editrice che di lì a poco sarebbe scomparsa, ma capace nella sua breve storia di regalare ambientazioni piuttosto diversificate - addirittura Flash Gordon, John Carter di Marte e un proto Conan il Barbaro, prima che la TSR si accaparrasse i diritti del Cimmero - e un vero e proprio capolavoro: Space Opera, probabilmente il miglior gioco di ruolo di fantascienza della storia, quanto a realismo e complessità delle meccaniche di gioco).

Sicuramente più inutilmente complicato di Boot Hill, il gioco fu accompagnato da un solo supplemento prima di svanire nel dimenticatoio.

Negli anni successivi, l’ambientazione western divenne una delle tante possibili scelte per i giocatori dei sistemi universali (ovvero quei giochi di ruolo che abbinavano un sistema di gioco comune ai più svariati setting, dalla fantascienza all’horror, al fantasy, al super-eroistico e così via), e dobbiamo ricordare almeno Old West, ambientazione western di GURPS (il più celebre e più numericamente consistente di questi sistemi universali), arrivata nel 1991 e poi nel 2000 con una seconda edizione rivista; Western Hero, sempre del 1991, è invece l’ambientazione dedicata al Far West per lo Hero System, un altro celeberrimo sistema di gioco universale, derivato dal miglior gioco di ruolo sui super-eroi mai congegnato, ovvero Champions.

Altri gioco di ruolo di ambientazione western sono poi arrivati nel nuovo millennio grazie alla famigerata Open Gaming Licence (ovvero la possibilità di utilizzare un sistema base di gioco - quello della Terza edizione di Dungeons & Dragons, il cosiddetto D-20 system, ovvero un gioco che sfruttava come base per la risoluzione di tutti gli aspetti del gioco di un dado a venti facce - potrei dire che il gioco di ruolo di Dylan Dog, di cui mi pregio di essere uno degli autori, aveva già anticipato il tutto di una dozzina di anni? Va be’, l’ho detto...), e si sono avuti titoli come OGL Wild West (2004), West (2003), Sidewinder Wild West Adventures (2002).

A detta di molti, però, il miglior gioco western di ultima generazione è Aces & Heights (2007), un solido e ottimamente curato sistema di gioco - supportato da numerosi supplementi e avventure - edito dalla Kenzer (celebre per aver parodiato il D&D delle origini, e il suo sistema di gioco hack and slash, con il suo Hackmaster).

Ma è ora di passare, finalmente, a spendere qualche paragrafo di questo nostro excursus sul Weird Western nelle sue incarnazioni gioco ruolistiche. E senza dubbio il primo titolo che viene alla mente degli appassionati è anche quello più significativo per il genere: Deadlands.

Creato nel 1996 dalla Pinnacle Games, il gioco è una delirante - e molto divertente - commistione fra horror e spaghetti western, e lascia muovere i giocatori (e il master) in un’ambientazione di storia alternativa (si immagina che durante la battaglia di Gettysburg, un rituale sciamanico pellerossa abbia aperto un varco con il mondo dei morti, e abbia consentito a varie creature dell’altro mondo di tornare sulla Terra) molto ben congegnata e assolutamente fantastica da esplorare (visto che lascia aperte porte infinite verso l’avventura di ogni genere - più avanti nel tempo, Deadlands avrebbe goduto di ambientazioni autonome dedicate al post-olocausto, Hell on Earth (1998) e addirittura alla fantascienza spaziale, Lost Colony (2002), pur se ormai dopo aver effettuato un cambiamento di sistema di gioco). Proprio quest’ultimo punto è importante, dal punto di vista dei giochi di ruolo: anche Deadlands, infatti, come gran parte dei giochi di ruolo esistenti sul volgere del millennio, si troverà costretto a prendere la strada delle grandi famiglie, ovvero di snaturare le proprie meccaniche di gioco (basate su parecchi concetti innovativi, come l’utilizzo delle carte da gioco - splendido strumento, vista anche l’ambientazione - per la risoluzione di parecchie dinamiche della partita) per adeguarsi agli standard di maggior successo - in questo caso il D20 system di cui abbiamo parlato poco fa - e diventare quindi una semplice ambientazione per un modello di gioco più generalizzato, che non spinga giocatori e master a studiare (il termine è corretto e i giocatori di ruolo sanno benissimo che bisogna leggersi approfonditamente dei tomi piuttosto corposi per imparare a destreggiarsi in un sistema di gioco, qualunque esso sia, con poche eccezioni) come, e spesso più, che per un esame universitario (ma la passione, si sa, non si pone limiti).

Così, nel 2001 il gioco - dopo una seconda edizione rivista - si trasforma in Deadlands D20, per attirare la pletora di giocatori della Terza edizione di Dungeons & Dragons; nello stesso anno esce l’adattamento di Deadlands per GURPS, della Steve Jackson (che non ebbe molto successo, anche perché esisteva già la versione West dello stesso gioco, e per un master capace non serviva una nuova ambientazione simile per uno stesso sistema di gioco, ci si poteva creare avventure weird western da soli) e poco dopo, nel 2003, entra invece a far parte di un’altra famiglia, meno nota ma comunque molto significativa e, soprattutto, variegata nell’offerta, quella di Savage Worlds, un sistema di gioco universale piuttosto semplificato ed estremamente versatile, attraverso il quale la fantasia degli autori si è sbizzarrita come non mai prima e in particolare le ambientazioni pulp hanno trovato la loro terra promessa, il loro paradiso.

Tornando a Deadlands, il mondo creato dalla Pinnacle è stato senza dubbio il più prolifico e fortunato dell’intera genia dei titoli dedicati al Vecchio West, e ha partorito un po’ di tutto: oltre a una marea di supplementi per il gioco di ruolo (senz’altro il più supportato nel suo genere, con almeno una sessantina di prodotti per la sua versione originale e parecchie decine anche per le successive incarnazioni), dobbiamo citare sia dei giochi da tavolo (a partire da Deadlands: the Great Rail Wars, del 1997, un gioco di combattimento tattico fino a sei giocatori, dotato di fantastiche miniature a tema, che semplifica molte delle regole maggiormente “incartate” del gioco di ruolo base; un sistema di combattimento individuale con le carte è invece la variante Deadlands del famoso Frag della Steve Jackson Game, uscito nel 2001), sia l’immancabile

gioco di carte collezionabile (nemmeno Deadlands poteva restare immune alla Magic mania che imperversava in quegli anni, ed ecco che nel 1998 uscì Deadlands: Doomtown, adattamento innovativo - il sistema di gioco ricordava il poker - ma di non particolare fortuna, ridotto molto velocemente a mera curiosità per collezionisti), sia, e siamo forse al particolare più interessante per i nostri lettori, una breve collana di romanzi, le cosiddette Deadlands Dime Novels, uscite fra il 1996 e il 1999, un palese omaggio alla proto pulp fiction ottocentesca, di ottima fattura grafica (erano dotate di mappe e caratteristiche di gioco, per poter essere facilmente adattate come avventura ludica da parte dei master del gioco) e dai titoli molto accattivanti (la mia preferita è il cross-over lovecraftiano Adios, A-Mi-Go).-

Spiace dire, però, che aldilà del titolo che abbiamo or ora esaminato, il resto del mercato del gioco non offra particolare primizie in ambito di commistioni fra western e altri generi, l’horror in particolare. Tra i più curiosi ricordiamo Dust Devils Revenged (2007, Chimera Creative, ambientazione western generica, con parti dedicate ai cross-over fantastici, e un sistema di gioco che richiama in un certo modo il daimon socratico...), Six Guns & Sorcery (1996, supplemento per il miglior gioco steampunk del periodo, Castle Falkenstein, che esamina il Nord America e quindi introduce nel Far West elementi steampunk e weird) e il cross-over fantasy western The Fifth Wheel (2006, Better Mousetrap Games).

Siamo giunti alla conclusione di questo nostro breve excursus su uno dei generi più sottovalutati del gioco di ruolo, ben poco noto specialmente qui da noi, nonostante il genere western (e lo dimostrano fumetti dalla vita lunghissima come i nostrani Tex e Zagor) sia particolarmente adatto alle commistioni fantastiche e possa proporre una varietà di situazioni di gioco non dissimile, e certamente non inferiore, a quella di un qualunque gioco di ruolo fantasy (il genere, che, ahimè - e parlo da master di trentennale esperienza, amante viscerale del Richiamo di Cthulhu e derivati - continua a detenere lo scettro del potere - senza nessun rivale in grado di scalzarlo in tempi prevedibili...).

Vi invito a provare uno qualsiasi dei giochi elencati sopra, se siete appassionati di gioco di ruolo (o se avete intenzione di diventarlo), e vedrete come in breve tempo sarete presi dalla febbre più bella che ci sia... buon gioco a tutti!