«La rivolta è la legge dello schiavo», così recitava la battuta di un vecchio film, ed è una frase che Joe R. Lansdale sembra aver fatto propria con questa sua nuova creazione.

Lo scrittore di Gladewater non è solito trattare il tema del vampirismo, perché in generale ha capito che le persone “normali” mettono parecchia più paura di qualsiasi creatura della notte: pallottole d’argento o paletti di frassino sono inutili contro il maniaco psicopatico che magari ti abita alla porta accanto. Champion Joe ci ha abituato a “mostri” per nulla soprannaturali ma non per questo meno pericolosi, pur non rinunciando alla sua buona dose di paranormale: dalla Notte del Drive-in al personaggio del reverendo Jebediah Mercer (conosciuto in Italia per la prima volta nel marzo 2008 grazie alla traduzione di Andrea Carlo Cappi, nel suo Nero West).

In ogni caso per la MagicPress (www.magicpressedizioni.it/) scegliere Lansdale per narrare un capitolo della saga 30 giorni di notte sembrava davvero una scelta paradossale - a suo agio com’è l’autore più in caldi territori texani con abbondanti dosi di piombo rovente - e invece una volta di più ha saputo stupire.

Da alcuni anni siamo circondati dai vampiri: hanno sempre vissuto accanto a noi, da secoli, e non è mai esistito un periodo in cui non ci fosse un libro, un film e un fumetto - in qualsiasi lingua - che non affrontasse il tema. Ultimamente però la dose è divenuta eccessiva e tutti noi media-player (che cioè facciamo uso di vari media) siamo diventati schiavi di un fiume inarrestabile di vampirismo: e, come si è detto all’inizio, la rivolta è la nostra legge.

La frase citata è tratta dalla versione del 1936 de Il Golem, una delle tante versioni di una storia che è stata rivoltata e riscritta a piacimento molte volte. Difficile che Champion Joe ci abbia pensato, ma egli è giunto fra i vampiri per portare la distruzione e liberare noi schiavi: e lo ha fatto proprio con il Golem!

           

Di nuovo notte non è una storia di vampiri: è la storia di come il pulp possa uccidere il vampirismo! Un autore come Lansdale - che non scrive pulp: lo è! - dimostra che non esistono limiti alla narrativa, e che per sconfiggere i vampiri e la loro letteratura si può utilizzare un escamotage molto più antico del vampirismo: l’idea di un androide, un automa a forma umana che si prenda carico di fare ciò che a noi è impossibile. Si pensa che il mito del Golem sia stato reso celebre dal romanzo di Gustav Meyrink, ma è impreciso: poco accurate versioni cinematografiche e leggende apocrife hanno creato l’idea del Golem che noi abbiamo, ed è proprio quella a cui Lansdale attinge per la sua creazione.

Il nuovo fumetto targato MagicPress si impone per una storia veloce ma dirompente. Gli elementi sono quelli dei tanti altri volumi della saga: freddo, buio, vampiri. Quanti incroci si possono fare di questi elementi? Tantissimi, a quanto pare, ma Lansdale riesce a svitare il terzo elemento e a farcene convivere uno nuovo: i nostri simili.

Come si diceva, la narrativa dello scrittore texano ha dimostrato che fa molta più paura una persona di un mostro, ed infatti ad un certo punto di questo albo il lettore sarà messo di fronte ad un interrogativo poco simpatico: chi fa più paura, le vittime o i carnefici? I vampiri o gli umani? Entrambi fanno cose terribili, non si può rispondere alla domanda a cuor leggero...

        

Per lanciare la nuova puntata di 30 giorni di notte ThrillerMagazine dedicherà questa settimana a presentare, ogni giorno, un intervento diverso: a parte questo che avete appena letto, gli altri interventi saranno firmati da apprezzati scrittori nostrani.

Lasciando il mistero sui nomi dei partecipanti, non mi resta che darvi appuntamento a domani per un altro... giorno di notte!