Cemento armato di Marco Martani (l’altra metà di Fausto Brizzi, la coppia di Notte prima degli esami), non è un mattone, proprio no. Parte lasciando credere che lo diventerà nel breve giro di qualche minuto visto che il tratteggio dei personaggi sembra eccessivamente televisivo (le facce di Nicolas Vaporidis e di Carolina Crescentini a rischio sovraesposizione, battute raccogliticce) ma sa ravvedersi quasi subito. È un film fondamentalmente di sceneggiatura, però funziona. Primo perché inizia ad incattivirsi quando la melassa corre il rischio di tracimare, secondo perché sa come fare a farlo. Il meccanismo che lo governa è noto: la pietruzza che rotola e che una volta che ha preso il via si porta dietro metà montagna. Magari non assume i toni alti della tragedia e quel respiro corale che lo innalzerebbe al di sopra della media, però da un certo punto in avanti si inizia ad assistere alla storia con una sorta di timoroso rispetto per i destini dei protagonisti (sembra di assistere a Cosa fare a Denver quando sei morto con La Garbatella al posto di Denver e un delinquentello di mezza tacca alle prese con un gioco più grande di lui). Il boss della mala prima ex portantino e per questo conosciuto come “Il primario”, interpretato da Giorgio Faletti, sconta una voce non proprio irresistibile per un villain.. Il più bravo di tutti però è Pompo, lo sfasciacarrozze interpretato da Ninetto Davoli: pane e formaggio, un cuore grande così, e tante tante botte….

Un occhiata sembra d’obbligo.