Il paziente zero, edito da Marsilio nella collana Farfalle racconta la storia di Christophe Douvier, un corriere di diamanti per la multinazionale olandese De Weld. Dopo anni di irreprensibile lavoro ha deciso che quello alle miniere del Botswana sarà l’ultimo incarico. Non ha più tempo da perdere. Per lui non c’è più speranza. La diagnosi del suo medico non concede aspettative: tumore al polmone.

C’è una sola cosa che Christophe Douvier vuole fare: assicurare un sereno avvenire a Isabeau, l’amata sorella.

Come le altre volte ritira il prezioso carico, stavolta però con l’obbiettivo di farlo sparire. Prima di lasciare il Sudafrica però Douvier, surfista appassionato, vuole realizzare un ultimo desiderio. Una spiaggia di Durban è il posto giusto per l’ultima sfida alle onde.

Ma il destino si materializza sotto forma di uno squalo, pronto a sovvertire ogni verità creduta e ad accendere la miccia di un complotto che vede coinvolti gli spietati vertici della De Weld, una branca deviata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il popolo di un’isola misteriosa della Polinesia e uno spietato mercenario – Chimera – al soldo del miglior offerente.

Quando la scienza si mescola all’avventura.

Quando l’avventura diventa intrigo.

Quando il rischio si trasforma in lotta spietata.

Quando i miracoli della vita sono apparentemente inspiegabili.

Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini, liguri e residenti a Savona, sono amici e scrittori a quattro mani da tempo. Il loro primo libro, il medical thriller Soluzione finale (Marsilio) ha vinto il Premio Palazzo al Bosco 2003 di Firenze come migliore inedito, e nel 2005 è stato eletto miglior opera prima di narrativa a “Un libro per l’estate”. Con la raccolta di racconti Gli insoliti casi del professor Augusto Salbertrand, hanno ottenuto nel 2003 un riconoscimento al premio J.Prevert e due tra i sei racconti del volume sono stati pubblicati su Il Secolo XIX. Nel 2008, sempre per Marsilio, è uscito il loro secondo romanzo Per esclusione.

Hanno poi pubblicato racconti su alcune antologie: American Istanbul nell’antologia Anime nere reloaded (Mondadori), Memories of a killer contenuto all’interno di Medicina Oscura (Mondadori) e Melissa Project per l’antologia Bad Prisma (Mondadori) curata da Danilo Arona.

Sito ufficiale: www.novellizarini.it

Parto subito dai dati tecnici. Siete un duo letterario consolidato da romanzi di successo, premi e diversi racconti: come procedete metodologicamente? Vi incontrate fisicamente, lavorate per vie virtuali, come progettate e, soprattutto, come vi dividete o vi completate il lavoro?

Ci vediamo fisicamente, in orari a volte assurdi per via dei rispettivi lavori e impegni (generalmente i sabato-domenica all’alba, contrariamente ai rudi scrittori di noir che solo a tarda sera tra un sigaro e un whiskey trovavano la vera ispirazione…), per delineare il soggetto della storia. Lo scopo è di trovare una linea comune di idee sulla struttura iniziale. Fatto questo, utilizziamo il metodo della scaletta, sulla falsariga di quella usata dagli sceneggiatori americani per la stesura dello script di un film. Il passo successivo richiede la suddivisione della storia che abbiamo ideato in tanti capitoli composti dai punti chiave – gli snodi narrativi. Insomma calibriamo l’ossatura di quello che vogliamo raccontare nel miglior modo possibile. Dopodiché, procediamo utilizzando un diagramma a blocchi (flow chart) per una verifica temporale degli avvenimenti e per individuare eventuali crepe nel susseguirsi logico delle vicende. Se tutto fila liscio, allora andiamo a sviluppare i singoli punti chiave con gli elementi di raccordo, di ambientazione e tutto quanto occorre per completare ed ottenere la trama nella sua interezza.

Nel frattempo, separatamente, andiamo a delineare i personaggi, definendoli caratterialmente, fisicamente e psicologicamente in funzione della trama che abbiamo creato. Anche se a volte capita poi che uno dei personaggi si impossessi della sua parte nel libro durante la scrittura! A questo punto, c’è una seconda verifica nel diagramma a blocchi, questa volta, oltre che per la questione cronologica, per l’inserimento coerente di ognuno dei personaggi nel contesto della storia. Completato l’intero processo, che consta anche della lunghissima parte di attento e capillare approfondimento degli argomenti che andiamo a trattare nel libro, finalmente abbiamo il piacere di scrivere! Durante la scrittura sfruttiamo le e-mail per scambiarci le singole parti per la lettura e correzione incrociata.

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“Il paziente zero” è un thriller contaminato da diversi elementi: mistero, avventura, scienza, perfino genetica. Ci sono in gioco intrighi internazionali, diamanti, un progetto con rischi annessi... mi viene in mente una cosa. Andrea Novelli è ingegnere, Gianpaolo Zarini è esperto legale: quanto della vostra professione completa le vostre opere?

Ad essere magnanimi con le nostre professioni, potremmo dire lo 0,1%. Ed è già tanto. C’è davvero pochissimo, o quasi nulla. Questo perché ci piace occuparci, informandoci nella maniera più dettagliata possibile, di tematiche che esulano dai nostri ambiti di attività. È una continua sfida con noi stessi che proviamo ogni volta a vincere.

E delle vostre passioni?

Sicuramente per la scrittura molto visiva, con salti temporali e cambi di scene, emerge la passione comune per il cinema. Il nostro primo libro, “Soluzione finale” in realtà era nato con l’idea di scriverlo sotto forma di sceneggiatura. In un secondo tempo, abbiamo poi optato per il romanzo. Non nascondiamo che il sogno segreto è quello di poter scrivere per il cinema. Se fosse per estrapolare la sceneggiatura o il soggetto da uno dei nostri libri, ancora meglio! Abbiamo realizzato due script per un’iniziativa del Giallo Mondadori ideata da Alan D.Altieri. “Demolizione controllata” e “Il caveau”, entrambi ambientati in luoghi chiusi e circoscritti, per un’eventuale produzione a basso costo e… incrociamo le dita!

Chiedo a ciascuno una dote e un difetto dell’altro

A: Affidabilità e troppe metafore…

G: Lungimiranza e l’uso di troppi avverbi nelle frasi!

L’imprevedibile si mescola all’incredibile e la lettura de “Il paziente zero” procede incalzante, grazie anche ai colpi di scena. In alcuni momenti, ad esempio a pag. 60 in riferimento all’attacco dello squalo, sembra quasi che la pagina si sia prestata a una trasposizione filmica: è voluto il rilievo lasciato all’immaginazione visiva?

Vediamo la nostra scrittura come le immagini di un film. Campo lungo e ambientazione, protagonisti, dettaglio, movimento, angolature. In pratica quando scriviamo riportiamo il film che stiamo vedendo nella testa.

Con la possibilità di zoomare, del fermo immagine, degli split screen. Praticamente un DVD recorder al posto del cervello!

La sorella del protagonista, Isabeau, è una bellezza di misture e dettagli esotici: occhi d’oriente, ovale caucasico, labbra latine. Com’è nato questo personaggio?

È nato pensando alla prima Jessica Alba, la Max per intenderci della serie Dark Angel, come riferimento per Isabeau. Abbiamo descritto il suo volto. Abbiamo l’abitudine per ogni personaggio di dargli un corrispettivo reale, di solito attori, per focalizzare meglio l’immagine e la descrizione.

Il successo: ci sono strategie per prevederlo o è in totale balia della fortuna e dei gusti, non sempre indovinabili, dei lettori? Data per buona la qualità di un libro, quanto è importante che la casa editrice vi investa?

Inutile nasconderci che in generale molti progetti possano nascere già pianificati a tavolino, relegando in secondo piano la qualità o meno del libro. Si sfrutta il nome o una popolarità già acquisita in altri paesi, destinando il lavoro a un target ben preciso. Per fortuna, esiste ancora il passaparola e la volontà forte dei lettori di comprendere al di là del marketing. Questo è positivo perché permette al libro un’onda lunga, senza bruciarlo nel giro di pochi mesi. Un po’ come è successo per noi con il secondo libro, “Per esclusione”, pubblicato nel 2008 e quest’anno riproposto nei Gialli Mondadori. Infine c’è la componente imperscrutabile del “fato”. Ci può essere l’avvenimento inaspettato dietro l’angolo, l’episodio che stravolge le cose. La vita insomma, il dono più aleatorio che esista.

Progetti?

Tanti in embrione, altri già concretizzati. Usciranno tra poco una serie di antologie con nostri racconti e a giorni daremo alla Marsilio il nuovo lavoro. Sarà un libro completamente diverso dai tre precedenti. Ma, ovviamente, non possiamo anticipare nulla…

Ci salutate con una citazione dal romanzo?

«Dovevano averlo a tutti i costi. Il modo non era fondamentale. L’importante era catturarlo vivo. Ma lui era un sopravvissuto e non avrebbe permesso a nessuno di rovinare il suo miracolo».