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[8] Lorenzo Beccati
"Per la tv bisogna scrivere in modo diretto e spesso per dialoghi, cercando la giusta sintesi e comporre per immagini. Nella narrativa preferisco esprimermi per emozioni. Riflettendoci, ci sono più analogie che differenze"
LeggiLa legge dei fessi
Racconto di Simone Sarasso
La legge dei fessi è uno spin-off di Confine di Stato di Simone Sarasso (in uscita a giugno 2007 per Marsilio), il primo romanzo di una trilogia noir che racconta i lati oscuri della Storia d’Italia, dal dopoguerra a Tangentopoli. 1976: Mario Gelo e Luca Leone, che nel romanzo sono i militanti neofascisti che hanno messo la bomba in Piazza Fontana, stanno per essere mandati al confino su una piccola isola del Tirreno, in attesa di giudizio. L’accusa è pesante: strage. Lorenzo T., fotoreporter, sta dall’altra parte della barricata. Sull’isola ci vive. E non ha nessuna intenzione di stare a guardare mentre lo Stato manda degli assassini a svernare nel suo paradiso. Questa è una storia di rabbia e ribellione. È la storia di chi ha pagato per non aver voluto criminali in casa propria
LeggiIl libro dei morti
4 su 5
di Douglas Preston - Lincoln Child
The Book of the Dead, 2006, Sonzogno, 2007
[12] Nell'occhio della verità. I libri maledetti
Nel febbraio del 2OO2 si parlò molto anche di un libro che Annamaria Franzoni stava leggendo. Ma forse non l'ha mai letto
Leggi[7] L'Ombra del Thriller (Magazine)
Dopo la pubblicazione di due puntate di "Ho incontrato un'ombra" sento il bisogno d’intervenire per un motivo unico: vedo che, finora, non ci sono stati commenti. Né positivi né negativi. Il pubblico del sito non ha manifestato la sua opinione. Io vorrei conoscere il motivo di tale assenza e ho un solo mezzo per farlo: scrivere e fare domande. Soprattutto per capire, al di là della questione particolare e personale, chi sono i lettori - o si dice fruitori? - di questo sito e forse di tutti i siti specializzati nel giallo e nel mistero
LeggiAndrea Carlo Cappi
Credo che molti scrittori pubblichino libri perché quello che sentono e pensano sia condiviso e possibilmente amato dal pubblico. Carenza affettiva? Probabile. Di sicuro, se il pubblico non amasse quello che scrivo, nessuno mi pubblicherebbe più e non avrebbe più senso scrivere
LeggiLia Volpatti
Lo scrivere è un atto di donazione, perché ogni volta dai una parte di te. E ogni volta aspetti il consenso degli altri. Ogni volta ti metti in discussione. Ogni volta è una sfida. Ma so comunque che non potrei fare altro, che non saprei fare altro e questo è il prezzo
Leggi[7] Angelo Marenzana
Scrivere innanzitutto per se stessi, senza scimmiottare altri, e allo stesso tempo con l’umiltà di saper modificare là dove l’essere troppo se stessi rischia di diventare qualcosa di narcisistico
LeggiPaolo Grugni
In teoria si può vivere di scrittura. Ma necessitano molti appoggi, la qualità del libro ha poco a che fare. Io ancora non ci vivo, ma ce la farò
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